Monte Palanzone, Monte Barzaghino, Croce di Pizzallo
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Percorriamo le strade di Asso fino a trovare i primi cartelli che indicano per il Palanzone. Seguiamo una strada lastricata che diventa poi sterrata e raggiunge Enco da dove inizia il bel tratto che attraversa il Castagneto. Proseguendo lungo il percorso tralasciamo il bivio per il Palanzone per continuare invece verso destra fino a giungere al Santuario di Campoè sopra Caglio.
Da qui iniziamo la salita, per un buon tratto su strada sterrata, fino al Monte Falò, che raggiungiamo seguendo in parte la dorsale erbosa su percorso più o meno libero. Scesi alla Colma di Caglio proseguiamo lungo la classica via di dorsale fino a raggiungere il Palanzone sferzati da un simpatico vento. Come spesso accade c'è sempre tanta gente in vetta poi, con queste giornate così limpide, è ovvio che la voglia di godersi i panorami aumenti. Tra l'altro oggi i grattacieli di Milano, parzialmente nella nebbia/smog hanno un fascino del tutto particolare, sembra quasi un'immagine da post-catastrofe.
Scendiamo verso la Bocca Vallunga, passando dalla cimetta cazzuta della Colma Piana e com'è vero che c'è tanta gente sul crinale principale, tant'è vero che basta scendere sui versanti per ritrovarsi nuovamente in solitudine. Infatti lungo tutta la seconda parte della gita di oggi non incontreremo nessuno, a parte un local.
Seguiamo le indicazioni per il Monte Barzaghino fino a quando, giunti sotto le pendici del Monte Freddo (su alcune mappe indicato come Dosso Mattone), notiamo che è stato bollato di recente ... anzi recentissimo, si sente ancora l'odore di vernice ... un sentierino che passa sul versante nord-est invece di seguire la dorsale. Fatti pochi passi incrociamo un local che sta proprio in questo momento segnando con una bomboletta di vernice bianca il sentiero "alternativo". Scopriamo che la nuova variante è dovuta al fatto che il sentiero di dorsale è in buona parte ostruito da alberi caduti e che anche la salita per il Barzaghino ha subito qualche lieve modifica, sempre per evitare i tronchi al suolo: infatti dopo esser giunti sulla cima del Monte Freddo (o Dosso Mattone) per un tratto sarà più comodo scendere di qualche metro sul versante ovest ed aggirare così i tronchi che sbarrano il cammino.
Mentre tornavo indietro dalla cima del Barzaghino ho rivisto il local che indicava con bolli bianchi la via da seguire per la vetta.
Proseguiamo in direzione della Croce di Pizzallo, che raggiungiamo prima scendendo alla Bocchetta da Frecc e poi con una risalitina fino in vetta. Seguendo i bolli sulla dorsale iniziamo la discesa verso Asso fino a ritornare sulla strada lastricata dell'andata e da qui in breve alla macchina ... che raggiungiamo solo dopo una merenda con mega-toast.
Da qui iniziamo la salita, per un buon tratto su strada sterrata, fino al Monte Falò, che raggiungiamo seguendo in parte la dorsale erbosa su percorso più o meno libero. Scesi alla Colma di Caglio proseguiamo lungo la classica via di dorsale fino a raggiungere il Palanzone sferzati da un simpatico vento. Come spesso accade c'è sempre tanta gente in vetta poi, con queste giornate così limpide, è ovvio che la voglia di godersi i panorami aumenti. Tra l'altro oggi i grattacieli di Milano, parzialmente nella nebbia/smog hanno un fascino del tutto particolare, sembra quasi un'immagine da post-catastrofe.
Scendiamo verso la Bocca Vallunga, passando dalla cimetta cazzuta della Colma Piana e com'è vero che c'è tanta gente sul crinale principale, tant'è vero che basta scendere sui versanti per ritrovarsi nuovamente in solitudine. Infatti lungo tutta la seconda parte della gita di oggi non incontreremo nessuno, a parte un local.
Seguiamo le indicazioni per il Monte Barzaghino fino a quando, giunti sotto le pendici del Monte Freddo (su alcune mappe indicato come Dosso Mattone), notiamo che è stato bollato di recente ... anzi recentissimo, si sente ancora l'odore di vernice ... un sentierino che passa sul versante nord-est invece di seguire la dorsale. Fatti pochi passi incrociamo un local che sta proprio in questo momento segnando con una bomboletta di vernice bianca il sentiero "alternativo". Scopriamo che la nuova variante è dovuta al fatto che il sentiero di dorsale è in buona parte ostruito da alberi caduti e che anche la salita per il Barzaghino ha subito qualche lieve modifica, sempre per evitare i tronchi al suolo: infatti dopo esser giunti sulla cima del Monte Freddo (o Dosso Mattone) per un tratto sarà più comodo scendere di qualche metro sul versante ovest ed aggirare così i tronchi che sbarrano il cammino.
Mentre tornavo indietro dalla cima del Barzaghino ho rivisto il local che indicava con bolli bianchi la via da seguire per la vetta.
Proseguiamo in direzione della Croce di Pizzallo, che raggiungiamo prima scendendo alla Bocchetta da Frecc e poi con una risalitina fino in vetta. Seguendo i bolli sulla dorsale iniziamo la discesa verso Asso fino a ritornare sulla strada lastricata dell'andata e da qui in breve alla macchina ... che raggiungiamo solo dopo una merenda con mega-toast.
Tourengänger:
Andrea!

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Kommentare (9)