Dossone di Nava e Bucone di Tremezzo


Publiziert von cai56 , 28. Dezember 2018 um 16:03. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:26 Dezember 2018
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 3:30
Aufstieg: 766 m
Abstieg: 750 m
Strecke:Circolare 11,30km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Como proseguire lungo la statale "Regina" fino a Tremezzo; subito dopo la chiesa svoltare a sinistra e salire a tornanti fino alla frazione Intignano. Parcheggio all'ingresso del paese.

La meta principale dell'escursione è naturalmente la bella grotta "Bucone di Tremezzo", ma, viste la splendida giornata e la brevità dell'accesso diretto, decidiamo di effettuare un turistico avvicinamento attraverso un paio fra i numerosi sentieri/strade militari che si intersecano alle pendici del Monte Crocione. E' una zona (che in passato avevo frequentato solo a scopo speleologico) che presenta possibilità di splendide passeggiate in un contesto panoramico assolutamente unico, il più bello di tutto il lago.
Il Bucone di Tremezzo si apre nella parete con un enorme antro visibile addirittura dall'opposta riva del lago e il suo ingresso è quindi conosciuto da sempre; le prime visite speleologiche risalgono alla metà del '800, limitatamente alla galleria superiore, quella che ancora oggi è accessibile con relativa facilità. Fra gli anni '960 e '980 vennero esplorati il piano inferiore (raggiungibile con una calata di sette metri in un angustissimo pozzo) e una diramazione laterale con un laghetto (raggiungibile - trovandone non senza difficoltà l'imbocco - tramite un breve scivolo da armare). E' una cavità ormai quasi fossile, con solo poco stillicidio interno, belle erosioni e molte concrezioni ormai sporche; non c'è alcuna possibilità di disorientamento: la via giusta è quella dove si passa senza difficoltà, evitare di forzare passaggi perché sono già stati abbondantemente controllati e non portano a nulla. La visita turistica non richiede attrezzatura particolare, se non una buona fonte d'illuminazione e l'accettazione del rischio di potersi sporcare un po'; facendo attenzione si può anche fare a meno del casco. Ricordarsi di disturbare il meno possibile la piccola colonia di pipistrelli presente ad una cinquantina di metri dall'ingresso.
La difficoltà escursionistica indicata (T4) si riferisce esclusivamente al breve tratto di discesa lungo la parete che ospita la grotta: il tratto roccioso è assistito da una catena di progressione (terreno umido e friabile), poi tracce di passaggio su ghiaie ed erba lungo una cengia inclinata ed estremamente esposta.


Dal termine della strada si prosegue diritto nello stretto vicolo centrale del paese, poi, seguendo le indicazioni, si svolta a sinistra verso il Monte Crocione: è una bellissima mulattiera acciottolata che risale per la massima pendenza i prati terrazzati che circondano dall'alto Intignano. Gradualmente si entra nel bosco di querce e castagni guadagnando in breve un bivio: si lascia a sinistra la traccia per la vetta del Crocione e si prosegue a destra in traverso ascendente in direzione dei Monti di Nava. A tratti i muri di sostegno del sentiero presentano cedimenti e piccole frane, ovunque una quantità di rovi e cespugli a testimoniare un'apparente incredibile scarsa frequentazione; oltrepassate alcune baite isolate, poste a servizio dei pochi appezzamenti di terreno utilizzabili per il pascolo o piccole coltivazioni, in un versante dove gli affioramenti rocciosi carsici preponderano sulla vegetazione, si raggiunge una pista militare/forestale e la si segue verso destra. La strada si dirige verso un primo gruppo di baite (via di discesa) e, spostandosi attraverso una conca erbosa, raggiunge i Monti di Nava, posti come una larga bocchetta ad affaccio sulla valle di Menaggio; abbandonato il proseguimento della pista, si volge a destra fra i cespugli seguendo un sentierino che raggiunge il terrazzo erboso del Culmine di Nava, dove un cippo indica la convergenza dei tre comuni Tremezzina, Griante e Menaggio. Tornati alle baite indicate precedentemente, si volge a sinistra imboccando la strada militare scavata nella roccia e cementata a tratti, che scende a stretti tornanti attraverso i dossi rocciosi che sovrastano Griante; giunti in vista della Chiesa degli Alpini, in corrispondenza di un tornante verso sinistra, si imbocca un sentierino inizialmente poco visibile che se ne distacca verso destra. La traccia, dopo aver affiancato un'area picnic, termina sul terrazzo del tempietto; per raggiungere la grotta occorre scendere in direzione del lago fra le erbe e pochi cespugli, tenendosi un poco a destra in un avvallamento appena accennato: un paio di piccolissimi ometti di sassi e vaghissimi segni di passaggio accompagnano fino al bordo superiore della falesia. A questo punto occorre ispezionare la zona più accessibile, trovando con pazienza il primo ancoraggio della catena: seguendola dapprima in traverso discendente e poi in una breve verticale (appoggi scavati nel calcare, ma usurati e lichenosi), si raggiunge un terrazzino, la cui parete ospita la "Scodella", piccola grotta con laghetto e concrezioni. Da qui, con molta cautela e facendo uso della vegetazione come appigli, si segue una traccia - evidente perché obbligata - che porta verso destra all'amplissimo antro iniziale del Bucone. Varcato l'arco d'ingresso (attrezzato con molti rinvii - malridotti - per alcune vie d'arrampicata assai ardite), troviamo due grotte: quella di sinistra, ampia comoda e accessibile è un ricovero temporaneo per capre e non presenta prosecuzioni; l'altra è quella giusta: le fotografie ed il video dovrebbero dare un'idea sufficiente del luogo e delle sue caratteristiche per una eventuale e consigliabilissima visita. Tornati alla chiesetta e quindi alla strada militare, la si segue in discesa fino ad un bivio: si procede verso destra su terreno sassoso (la direzione di sinistra, indicata per "bikers", tende invece verso Griante) passando fra le recinzioni di due vicine abitazioni private e raggiungendo una conca agricola. La strada, ora carrozzabile, scende poi fino a Rogaro nei pressi di un vivaio: si segue l'asfalto verso destra a tornanti fra belle ville fino al ponte sul torrente Valle Gualdina; da qui occorre tornare ad Intignano e, per farlo, si presenta l'opportunità di evitare il percorso automobilistico seguendo l'antica via pedonale: uno splendido percorso acciottolato, con lunghe scalinate, stretto fra i muri delle proprietà, fra i giardini e le viuzze della frazione Volesio.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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