Punta Valgrande (2857 m)
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Dall’Alte Kaserne risalgo per la carrozzabile chiusa al traffico autorizzato che si stacca dalla statale del Sempione. Già al primo tornante un cartello indica l’inizio del sentiero che porta, sempre ben segnalato ed incrociando in vari punti la strada asfaltata, all’ampio pianoro di Egga. La carenza di neve fino a Piäneza mi consente di seguire comodamente il sentiero sino all’alpeggio in questione, proseguendo poi a mezzacosta verso NE su un percorso che in caso di abbondante innevamento risulterebbe impraticabile. Calzo le racchette a circa 1900 m di quota e, raggiunto Corwetsch e le sue strane sculture, il manto nevoso è continuo. Mi sposto a sinistra seguendo alcune tracce di animali e rimonto in direzione N il costone soprastante fino ad uscire dal rado bosco. Giunto sul culmine, attraverso verso E la conca di Carnera con ampio semicerchio dirigendomi in prossimità della cresta S che raggiungo a circa 2600 m. Il crinale è largo e privo di difficoltà ma la progressione risulta faticosa a causa della mancanza di tracce e dalla scarsa portanza della neve. L’ultimo tratto più ripido porta in cima, tempo di salita poco più di 5 ore. Discesa lungo lo stesso itinerario.
Gita da tempo desiderata, colta nel periodo tardo autunnale che amo particolarmente. Il vallone di Alpje, rimasto intatto e solitario, ricorda tempi antichi e lontani ed il panorama che dalla vetta spazia sulla piana d’Avino e l’Alpe Veglia è molto bello, vista anche la mole del Leone a rubare la scena. La mancanza di neve nella parte bassa e la presenza in quella alta ha tenuto lontano scialpinisti ed escursionisti per cui nessuna traccia su tutto il percorso ed unico umano nel vallone, visto solo un camoscio.

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