La Belvedere Mendrisio 2018 - EMTB
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Seconda edizione della Belvedere Mendrisio, una pedalata non competitiva per promuovere non solo lo sport ma anche la tradizione culinaria e il sano divertimento.
Partecipo per la prima volta a questa nuova manifestazione scegliendo il percorso “La Sterrata”, che prevede una distanza di 43 km e un dislivello di 890 m.
Inizio dell’escursione: ore 8.40
Fine dell’escursione: ore 12.20
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1010 hPa
Temperatura alla partenza: 17°C
Temperatura al rientro: 23°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3000 m
Velocità media del vento: 15 km/h
Alba: 6.37
Tramonto: 20.13
Mi sveglio con un vento sostenuto da nord che di colpo ha abbassato la temperatura di una decina di gradi. Primo interrogativo: maglietta con le maniche corte o lunghe? Parto con quella corta, ma con una giacchetta fino alla partenza, quindi me la dovrò portare nello zaino per 43 km. In Via Stella a Mendrisio c’è un’animazione insolita, che normalmente si vive solo in occasione della Sagra dell’Uva. È un andirivieni di ciclisti con ogni sorta di bicicletta, anche d’epoca, nonché vestiti vintage o accessori estremi, quali fucili da caccia o scala da spazzacamino, nonché spazzole per pulire la canna del camino.
I ciclisti scalpitano, sono impazienti. C’è una simpatica confusione: gli organizzatori vorrebbero suddividere gli iscritti in gruppi, ognuno guidato da un ciclista esperto. I partecipanti reclamano per contro una sana autonomia: ci si diverte molto di più quando è possibile pedalare secondo il proprio ritmo. Sono le 8:40, finalmente, con un ritardo di dieci minuti rispetto al programma, lo starter scuote la campana.
Svoltiamo l’angolo che dà sull’entrata del Museo d’Arte e ci inoltriamo nella Via Vecchio Ginnasio e subito dopo nella Via Nobili Rusca. Attraversiamo la Piazza del Ponte, praticamente deserta, e giù in Corso Bello fino a Palazzo Pollini. Un agente di sicurezza ci fa svoltare verso la Via alla Torre, salitella che ho compiuto centinaia di volte. Dopo la Chiesa di San Sisinio svoltiamo a destra e finalmente arriviamo alla prima sterrata.
Entrati nella splendida tenuta Colle degli Ulivi, il paesaggio diventa sublime. Persino i compagni di pedalata venuti da Arezzo elogiano questo poggio coperto da vigneti e da filari di ulivi e cipressi. Non per niente siamo nella cosiddetta “Toscana della Svizzera".
La Belvedere 2018
Arriviamo al primo ristoro, dove possiamo bere un buon caffè e assaggiare del miele di castagno, tiglio e robinia.
Sul tratto successivo, sempre tra i vigneti, ci intoppiamo in gruppi. Pazienza, è uno tra i pochi ingorghi di tutta la pedalata.
Mi trovo alla ruota del triciclo di Carlo Calcagni, atleta Paralimpico e Colonnello del Ruolo d’Onore brindisino, che è stato contaminato da Uranio impoverito durante le sue missioni come pilota elicotterista nel Balcani. Nel 1996 in Bosnia-Erzegovina recuperava feriti e salme. Oggi ha 50 anni, fa il ciclista e “da 16 anni combatto il male, ma sono felice lo stesso, vado avanti con la mia bicicletta”. La Sensibilità Chimica Multipla (Mcs) da uranio impoverito e nanoparticelle varie ha danneggiato il suo corpo con ripercussioni su cuore, reni, midollo e polmoni. “Sono minato dal mio ‘nemico invisibile’, ma lo sport mi sostiene. La causa? I metalli pesanti sotto forma di detriti: piombo, mercurio, ferro, rame, acciaio e alluminio nel corpo”.
È l’ospite d’onore de La Belvedere Mendrisio 2018. L’altro ieri è stato proiettato un film-documentario sulla sua figura.
Attraversato il villaggio di Corteglia (444 m) scendiamo a Vigino, alla base del terrazzo sul quale è ubicato Castel San Pietro. Qui i percorsi si dividono: quello della “Classica” indirizza i ciclisti verso il ponte sulla Breggia. Il percorso “La Sterrata”, segnalato in modo approssimativo con frecce di spray verde disegnate sulla strada, sui tronchi, sui cippi confinali o sui cestini dei rifiuti…, prevede la discesa nelle Gole della Breggia, fino all’ex Cementificio Saceba e da lì, tramite una ripida stradina fino a Morbio. Altro ristoro, questa volta con vino pregiato e concertino con corno delle Alpi. Tra Morbio e Vacallo, vista l’abbondanza delle viuzze, è pure facile perdersi.
La pedalata popolare continua secondo questo canovaccio: deviazioni a seconda dell’itinerario scelto e riunioni nei punti previsti per il ristoro. Di tutti i vini di alta gamma che posso assaggiare, il clou, secondo i miei gusti, viene raggiunto a Coldrerio, dove sorseggio un Merlot rosso eccelso!
Nonostante qualche bicchierino di vino, la gamba tiene bene e laddove la salita si fa tosta, ho sempre, eventualmente, la possibilità di farmi aiutare da uno Yamaha da 250 W.
Percorro in solitaria la salita al Monte Astorio e alla Bella Cima (mi sa che gli altri siano scesi direttamente a Stabio lungo la Via Gaggiolo). Al Museo della Civiltà Contadina di Stabio mi prendo il tempo per scattare due o tre foto nelle sale a pianterreno, quindi riprendo la pedalata fino al luogo più panoramico e suggestivo dell’anello: il Monticello (438 m) della Tenuta Montalbano.
All’ombra di un albero mi gusto un’ottima polenta con formaggi, accompagnati da uno straordinario rosso della Tenuta, dalle elevate proprietà organolettiche, accentuate forse dal refolo di brezza.
Il ritorno a Mendrisio si svolge su stradine alternative e sentieri, in parte sconosciuti. Alle 12:20 taglio il traguardo in Via Stella, dove mi timbrano per l’ultima volta il tesserino che serberò come ricordo di questa piacevole manifestazione.
Piacevole pedalata sulle strade e sui sentieri di casa, una volta tanto in compagnia di decine e decine di partecipanti. Ho apprezzato molto i sei punti di ristoro, in tenute e edifici normalmente interdetti al pubblico. Un plauso per l’enorme lavoro organizzativo svolto dai volontari del Velo Club Mendrisio e agli sponsor che hanno permesso la realizzazione della manifestazione.
Tempo totale: 3 h 40 min
Sviluppo complessivo: 43 km
Quota massima: 485 m
Quota minima: 231 m
Consumo batteria: 33%
Difficoltà: PD
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
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