Grandiosi panorami dalle cime della Veddasca
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Appena sopra il lago, appena sotto il cielo, in quella zona dove l'aria sa di erba, terra e fiori, in una bolla dove si vorrebbe gravitare senza fine.
E' fresca l'aria al Passo Forcora ma il cielo è brillantissimo, come mai l'ho visto in montagna questa primavera.
M'incammino verso il monte Sirti, nella splendida ed ertissima betullaia, arrivo presto in cima, una cresta più che una cima. Una lieve dicessa sino alla Forcoletta, poi un altro strappo ed eccomi al passo di Fontanarossa.
Sulla costa orientale, qualche decina di metri più in basso si vedono i tetti di Montrecchio, mentre a nord la visuale è chiusa dal versante del Sasso Corbaro che pare ertissimo. Di buona lena lo risalgo e presto mi trovo sulla cima dove c'è una Croce.
A voler panorami grandiosi si guardi a occidente: il lago Maggiore, il Ghiridone e più su i giganti bianchi con una preferenza personale per il Rosa e i Mischabel. Un po' più a nord c'è la Verzasca con il lago di e il pizzo di Vogorno, il Poncione di Alnasca, il Madone e così via con le vecchie conoscenze.
Se si preferiscono visuali più intime si ammiri invece a oriente il profondo solco della Veddasca punteggiato da solitari villaggi, qualcuno vivo, qualcuno morente. In alto, le cime della traversata Lema Tamaro con in mezzo l'amatissimo Gradiccioli.
Se si vuol respirare immensità, si spinga lo sguardo a Sud, con il lago che pare non finire mai e quando invece finisce è la pianura lombarda e là, lontano, le alpi Marittime.
Il Covreto è a portata di mano, basta scendere in una sella e poi risalirne il cupolone erboso. faccio in fretta anche qui e presto, all'altra Croce, mi affaccio sul lago che è come una piscina e la vetta dove sto il trampolino.
Verso Nord, in piacevole camminata ora tra un mare di rododendri in fiore raggiungo la vetta del Paglione e il balcone panoramico lì vicino, terrazza con vista su Ascona Locarno e la Valle Maggia. Su questa terrazza, al posto dei gerani c'è l'infinito verde dei versanti che precipitano verso il lago, sponda magra.
Torno indietro, scendo dal Paglione, riisalgo il Covreto, scendo per il suo ripidissimo versante sud, poi taglio a sinistra dove un traverso mi riporta alla Fontanarossa.
Adesso scendo a visitare Monterecchio, splendido e splendente agglomerato di baite perfettamente ristrutturate con solita vista mozzafiato sul lago. Non c'è un'anima oggi, ma non c'è neanche un filo d'erba eccedente o un ciotolo fuori posto, qualche mucca, quella sì, c'è.
Da Monterecchio ora su carrabile sterrata, in una mezzora ritorno, in regime di grande piacevolezza alla Forcora dove l'auto mi attende da tre ore e mezza.
Dilslivello relativo a vari saliscendi tra le cime; tempi comprensivi di una mezzora scarsa di pause.
Sviluppo: 11 km circa; SE: 17.5 km circa.
E' fresca l'aria al Passo Forcora ma il cielo è brillantissimo, come mai l'ho visto in montagna questa primavera.
M'incammino verso il monte Sirti, nella splendida ed ertissima betullaia, arrivo presto in cima, una cresta più che una cima. Una lieve dicessa sino alla Forcoletta, poi un altro strappo ed eccomi al passo di Fontanarossa.
Sulla costa orientale, qualche decina di metri più in basso si vedono i tetti di Montrecchio, mentre a nord la visuale è chiusa dal versante del Sasso Corbaro che pare ertissimo. Di buona lena lo risalgo e presto mi trovo sulla cima dove c'è una Croce.
A voler panorami grandiosi si guardi a occidente: il lago Maggiore, il Ghiridone e più su i giganti bianchi con una preferenza personale per il Rosa e i Mischabel. Un po' più a nord c'è la Verzasca con il lago di e il pizzo di Vogorno, il Poncione di Alnasca, il Madone e così via con le vecchie conoscenze.
Se si preferiscono visuali più intime si ammiri invece a oriente il profondo solco della Veddasca punteggiato da solitari villaggi, qualcuno vivo, qualcuno morente. In alto, le cime della traversata Lema Tamaro con in mezzo l'amatissimo Gradiccioli.
Se si vuol respirare immensità, si spinga lo sguardo a Sud, con il lago che pare non finire mai e quando invece finisce è la pianura lombarda e là, lontano, le alpi Marittime.
Il Covreto è a portata di mano, basta scendere in una sella e poi risalirne il cupolone erboso. faccio in fretta anche qui e presto, all'altra Croce, mi affaccio sul lago che è come una piscina e la vetta dove sto il trampolino.
Verso Nord, in piacevole camminata ora tra un mare di rododendri in fiore raggiungo la vetta del Paglione e il balcone panoramico lì vicino, terrazza con vista su Ascona Locarno e la Valle Maggia. Su questa terrazza, al posto dei gerani c'è l'infinito verde dei versanti che precipitano verso il lago, sponda magra.
Torno indietro, scendo dal Paglione, riisalgo il Covreto, scendo per il suo ripidissimo versante sud, poi taglio a sinistra dove un traverso mi riporta alla Fontanarossa.
Adesso scendo a visitare Monterecchio, splendido e splendente agglomerato di baite perfettamente ristrutturate con solita vista mozzafiato sul lago. Non c'è un'anima oggi, ma non c'è neanche un filo d'erba eccedente o un ciotolo fuori posto, qualche mucca, quella sì, c'è.
Da Monterecchio ora su carrabile sterrata, in una mezzora ritorno, in regime di grande piacevolezza alla Forcora dove l'auto mi attende da tre ore e mezza.
Dilslivello relativo a vari saliscendi tra le cime; tempi comprensivi di una mezzora scarsa di pause.
Sviluppo: 11 km circa; SE: 17.5 km circa.
Tourengänger:
rochi

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