Solo, con un anno in più...e con i Corni Rossi!
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La cresta, una cresta rocciosa che ho sempre ammirato ogni qualvolta passavo da Marcheno, una cresta che ingolosisce, con tante guglie e diverse incognite; sarà fattibile? Leggo in rete l’unica scarna relazione di un local: “salita ripida, difficoltà di orientamento, roccette e zone esposte”. Ok, sto giro sembra cucito su mia misura e me lo voglio regalare per il mio compleanno! :)))
Parcheggio in piazzetta in Via S. Martino poi seguo per qualche metro la strada, si biforca quasi subito, e qua bisogna prendere a destra, seguendo il sentiero che porta a S. Bartolomeo e raggiungibile in 10 minuti di cammino. Da qua so che bisogna cominciare a cercare il sentiero, ma c’è un unico punto di salito e io lo seguo.
Passo un primo capanno, poi un secondo ed un terzo, al quarto seguo a sinistra la traccia e mi mantengo sempre in cresta. Pian piano che si prosegue la traccia si fa sempre meno evidente, ha qualche deviazione ingannevole e la bollatura inesistente, con i pochi sassi disponibili costruisco qualche ometto. Come letto sulla relazione la traccia prosegue ripida, si fanno passaggi di I° su roccia e si trova qualche parte esposta, piccoli tratti; su uno dei punti più delicati hanno messo un cordino, è lasco, ma psicologicamente può aiutare.
Si passa ora a destra ora a sinistra della cresta, poi nella zona più rocciosa ad un certo punto compare una bollatura fatta a bomboletta, ottimo, mi dico, ma da cercare nei vari punti con attenzione. Arrivo alla base di un canalino erboso, lo risalgo ripidamente sino a sbucare ad bocchetta, la traccia procede ora più facilmente a destra, ma io mi faccio prendere la mano e seguo una traccia che porta in 30 secondi su delle roccette esposte. E’ un bel posticino per fare delle foto, l’esposizione è su due lati.
Ritorno alla bocchetta, e da qua proseguo più tranquillo, oramai capisco di essere fuori dal tunnel. L’arrivo ai Corni Rossi è una sorpresa, la palina non è posizionata su una cima, ma su una sorta di passo, probabilmente i Corni inglobano le varie elevazioni presenti. Poco più di 2h. Mi fermo per un break vitaminico, soddisfatto di aver trovato la via, il panorama che mi circonda è veramente godurioso.
Centrato il mio obiettivo ora proseguo in work in progress, conscio che ho poco tempo a disposizione. Mi porto verso la bella Malga Lividino (si può dormire), e mentre lo faccio noto sulla mia sinistra un gruppo di animali, saranno una ventina, ungulati, so già che sono dei Mufloni, mi fermo per qualche foto e poi via. Raggiunta la Malga proseguo sulla sterrata, poi su una curva sinistrorsa piego verso destra per seguire la facile cresta che porta al Lividino. Da lontano non ho visto nessuna croce o altro in cima, per questo motivo mi carico sulla spalla un palo di legno preso “in prestito” dai malgari a raggiungo la cima che, come prevedibile, non ha nessuna segnalazione, solo un pezzo di ferro Igm piantato in terra in maniera invisibile.
Comincio subito i lavori, faccio un piccolo buco, piazzo il paletto e circondandolo di sassi; foto di rito e poi via. Decido di fare una cresta che avevo notato una volta raggiunti i Corni, è più facile del previsto e riporta ai Corni, ma io poco prima scendo da un breve canalino erboso che mi deposita sul sentiero 317. Faccio centro metri in discesa, poi trovo una biforcazione, rimango sulla destra e scendo ulteriormente sino al prossimo bivio. Piego tutto a destra, su stretta traccia che porta ai piedi dei Corni, in maniera imprevedibile trovo delle belle esposizioni, lo sa la miseria chi passa da qui…
Mi ritrovo con la traccia che sparisce, magari con calma si può proseguire, ma è il tempo che mi può fregare, meglio fare dietrofront. Ritorno sui miei passi e intanto osservo, osservo soprattutto una crestina erbosa che scende, sembra fattibile, e soprattutto mi evita di fare ancora le zone più esposte. “Leggo” il territorio, capisco che la discesa mi può portare verso una bella baita (Piazzole)… per mia fortuna non sbaglio.
Il ritorno a Magno, contrariamente a ciò che pensavo, è su sentiero, che taglia la strada asfaltata in un paio di punti, sentiero che finisce proprio a Magno, qua si si fanno due passi su asfalto, ma è veramente poca roba perché la macchina ormai è vicina. Che bella giornata…
Nota 1): Per il mio compleanno mi sono regalato questo bel giro, vario, allungabile a piacere e direi adatto ad escursionisti esperti. Bellissima la zona del M. Lividino. A parte la cresta il verde ha dominato. La prossima volta, con più tempo a disposizione, allungherò sino al Guglielmo.
Nota 2): Eric in cresta…
CRESTA.
Vista da lontano la cima è assai modesta,
ma una volta sulle rocce bisogna usar la testa,
per risultar veloce ingrano la mia sesta.
Cresta,
il caldo non mi aiuta ma la lancia è sempre in resta,
scavalco sassi e rami di questa zona agresta,
parto dritto verso l’alto e col sentiero che s’innesta.
Cresta,
ancora pochi passi e nessuno più m’arresta,
son gli ultimi ma sporchi perché la terra si dissesta,
ragazzi ce l’ho fatta… non mi resta che far festa.
Son stanco ma felice e nessuno più mi desta , e in fondo mi domando: che cazzo è mai sta cresta?
A’ la prochaine! Menek und Eric (De Flatulance)

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