Corni Rossi per il Canale dei Mufloni. Primo tentativo.
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Come da titolo, questo è un primo tentativo di avvicinamento al Canale dei Mufloni, una rampa forsennata che da Inzino di Sopra termina, se si riesce, ai Corni Rossi. Questo canale, a parer mio, avrà visto passare ben pochi esseri umani, e se li ha visti passare di loro non si ha più memoria. Ma sono pronto ad essere smentito...
Inzino di Sopra, tarda mattinata. Da questo piccolo agglomerato di case parte un sentiero che entra nel valloncello posto ai piedi della Val Rendena e del Canale dei Mufloni, la deviazione la si intercetta quasi subito e la traccia da seguire (porta alle malghe di Lividino) scopro che non solo è evidente, ma ha una fitta bollatura blu che rende il percorso affrontabile senza timore alcuno di perdersi. Timore che bisogna mettere in campo nel momento in cui si decide di abbandonare la traccia bollata per buttarsi nel wild...
Dopo aver camminato per un centinaio di metri in mezzacosta, seguendo le prime tracce dei Mufloni, raggiungo una prima dorsalina, o spalla, che fa il paro con la spalla opposta, poi dopo averla risalita per qualche metro, decido di attraversare la parte bassa del Canale per risalire dalla parte opposta, per poi prendere quota puntando a vista verso la fine del Canale stesso, cioè verso N. La pendenza è praticamente costante e secondo me siamo intorno ai 40°/45°.
Raggiunto "l'imbuto" del canale ora il presequio si fa più arduo, perchè oltre ad un ulteriore innalzamento della pendenza la fitta vegetazione non aiuta nella progressione, in pratica non si ha un buon campo visivo ove direzionarsi senza consumare energie inutilmente. Cerco un primo passaggio restando in mezzo al canale, ma è troppo invaso dai rami caduti, poi tento la salita restando più a sinistra, seguendo le pareti semi rocciose, ma si fa un passo avanti e due indietro. Maledetto brecciolino. Dopo una decina di minuti di inutile divagare alla fine decido di mollare il colpo, anche perchè sono partito ad un orario poco consono; a spingermi verso questa scelta è una sorta di traccia che mi incuriosisce, una traccia che poi diventa più evidente pian paino che la si percorre, scorre da Est a Ovest sotto i pinnacoli dei Corni Rossi e con estrema attenzione (e fortuna) ad un certo punto mi ritrovo sul sentiero bollato di blu dove è presente anche una cartellonistica "fai da te". A destra si sale alle malghe di Lividino con meno strada, mentre seguendo a sinistra si giunge alle malghe per sentiero panoramico che mi attira e percorro.
Il sentiero, dopo qualche passo tra gli alberi diventa una stretta traccia che scorre in traverso, traccia poco problematica se la si affronta con l'asciutto, da fare con attenzione se lungo la via trovate della neve. Una volta rientrati nella vegetazione la salita alle malghe risulta facile anche se la bollatura qua non è molto evidente.
Dopo una breve pausa alla Malga Lividino Bassa ora non mi resta che ritornare al punto di partenza, ma per farlo decido di passare prima dai Corne dei Tù, ove non sono mai stato, e poi per la Valle della Lana. Dalla malga ai Corne non ho visto indicazioni, solo una rara bollatura visibile grazie allo scioglimento della neve, idem dicasi per l'indicazione dei Corne stessi, che si raggiungono dalla palina attraversando il vicino baitello (chiedere il permesso ai proprietari), per poi rimanere leggermente sotto cresta sino ad arrivare al punto finale dove è impossibile(?) continuare il cammino. Si tratta di 5 minuti di strada.
La discesa verso la Malga Colonno Vecchio si svolge generalmente su comodo sentiero, dico generalmente perchè oggi ho dovuto attraversare con attenzione due residui di slavine che hanno letteralmente coperto la traccia, ma una volta passata la zona nevosa non ho avuto altri tipi di problemi. Dopo Colonno Vecchio, ho trovato la deviazione (palina) per la Valle della Lana, ma prima, bisogna attraversare la selvaggia e solitaria Valle di Colonno, una valle incredibilmente intatta a livello botanico, dove il Fosso di Colonno crea diverse cascatelle con relative pozze ove potersi rinfrescare nel periodo estivo. Nella Valle di Colonno l'unica presenza animale umana e non umana incontrata sono stati un paffuto Scoiattolo e un simpatico esemplare di Donnola che faceva capolino da sotto un masso.
Stesso discorso per la Valle della Lana; ambiente selvaggio e silenzioso, con un sentiero che scende piuttosto scosceso verso la Valle d'Inzino, sentiero che termina al P.so del Diavolo. Nomen omen.
Dal Passo ora si costeggia il Torrente Re, prima restando alti rispetto alla forra, poi pian piano che si perde quota si entra metaforicamente nel torrente. I Torrente Re è molto bello, con le sue cascatelle e pozze ove nel periodo estivo la gente viene a godersi il fresco. E' un luogo magico e mi sento di consigliarlo a chiunque passi dalla Valtrompia. Tra un attraversamento e l'altro del torrente si giunge di nuovo a Gorga.
Nota 1): Questo è un primo tentativo di percorrimento del "Canale dei Mufloni", un canale solo all'apparenza abbastanza fattibile, poi una volta affrontata l'ipotetica via ci si accorge che i problemi sono molti di più rispetto a ciò che si vedeva da distante. Le pendenze sono elevate e la vegetazione spesso ostruisce il passaggio o quanto meno lo rende disagevole, per non parlare della poca visuale. Io ho valutato T4 questo giro, ma credo che per riuscire a percorrere il canale stesso le difficoltà vadano rivalutate. soprattutto quando si arriva in prossimità dei Corni Rossi. Alla prossima. Forse...
Nota 2): Cazzeggiandum...
LercioUSA: Astra Zeneca. Le fiale avanzate andranno in Texas per le iniezioni letali.
Lercioscienza: Ritrovati carbonizzati negazionisti della lava.
Lerciostop: Il Governo avverte: dire "mi sento sardo dentro" non è una scusa valida per uscire di casa.
A' la prochaine! Menek Bluff
Inzino di Sopra, tarda mattinata. Da questo piccolo agglomerato di case parte un sentiero che entra nel valloncello posto ai piedi della Val Rendena e del Canale dei Mufloni, la deviazione la si intercetta quasi subito e la traccia da seguire (porta alle malghe di Lividino) scopro che non solo è evidente, ma ha una fitta bollatura blu che rende il percorso affrontabile senza timore alcuno di perdersi. Timore che bisogna mettere in campo nel momento in cui si decide di abbandonare la traccia bollata per buttarsi nel wild...
Dopo aver camminato per un centinaio di metri in mezzacosta, seguendo le prime tracce dei Mufloni, raggiungo una prima dorsalina, o spalla, che fa il paro con la spalla opposta, poi dopo averla risalita per qualche metro, decido di attraversare la parte bassa del Canale per risalire dalla parte opposta, per poi prendere quota puntando a vista verso la fine del Canale stesso, cioè verso N. La pendenza è praticamente costante e secondo me siamo intorno ai 40°/45°.
Raggiunto "l'imbuto" del canale ora il presequio si fa più arduo, perchè oltre ad un ulteriore innalzamento della pendenza la fitta vegetazione non aiuta nella progressione, in pratica non si ha un buon campo visivo ove direzionarsi senza consumare energie inutilmente. Cerco un primo passaggio restando in mezzo al canale, ma è troppo invaso dai rami caduti, poi tento la salita restando più a sinistra, seguendo le pareti semi rocciose, ma si fa un passo avanti e due indietro. Maledetto brecciolino. Dopo una decina di minuti di inutile divagare alla fine decido di mollare il colpo, anche perchè sono partito ad un orario poco consono; a spingermi verso questa scelta è una sorta di traccia che mi incuriosisce, una traccia che poi diventa più evidente pian paino che la si percorre, scorre da Est a Ovest sotto i pinnacoli dei Corni Rossi e con estrema attenzione (e fortuna) ad un certo punto mi ritrovo sul sentiero bollato di blu dove è presente anche una cartellonistica "fai da te". A destra si sale alle malghe di Lividino con meno strada, mentre seguendo a sinistra si giunge alle malghe per sentiero panoramico che mi attira e percorro.
Il sentiero, dopo qualche passo tra gli alberi diventa una stretta traccia che scorre in traverso, traccia poco problematica se la si affronta con l'asciutto, da fare con attenzione se lungo la via trovate della neve. Una volta rientrati nella vegetazione la salita alle malghe risulta facile anche se la bollatura qua non è molto evidente.
Dopo una breve pausa alla Malga Lividino Bassa ora non mi resta che ritornare al punto di partenza, ma per farlo decido di passare prima dai Corne dei Tù, ove non sono mai stato, e poi per la Valle della Lana. Dalla malga ai Corne non ho visto indicazioni, solo una rara bollatura visibile grazie allo scioglimento della neve, idem dicasi per l'indicazione dei Corne stessi, che si raggiungono dalla palina attraversando il vicino baitello (chiedere il permesso ai proprietari), per poi rimanere leggermente sotto cresta sino ad arrivare al punto finale dove è impossibile(?) continuare il cammino. Si tratta di 5 minuti di strada.
La discesa verso la Malga Colonno Vecchio si svolge generalmente su comodo sentiero, dico generalmente perchè oggi ho dovuto attraversare con attenzione due residui di slavine che hanno letteralmente coperto la traccia, ma una volta passata la zona nevosa non ho avuto altri tipi di problemi. Dopo Colonno Vecchio, ho trovato la deviazione (palina) per la Valle della Lana, ma prima, bisogna attraversare la selvaggia e solitaria Valle di Colonno, una valle incredibilmente intatta a livello botanico, dove il Fosso di Colonno crea diverse cascatelle con relative pozze ove potersi rinfrescare nel periodo estivo. Nella Valle di Colonno l'unica presenza animale umana e non umana incontrata sono stati un paffuto Scoiattolo e un simpatico esemplare di Donnola che faceva capolino da sotto un masso.
Stesso discorso per la Valle della Lana; ambiente selvaggio e silenzioso, con un sentiero che scende piuttosto scosceso verso la Valle d'Inzino, sentiero che termina al P.so del Diavolo. Nomen omen.
Dal Passo ora si costeggia il Torrente Re, prima restando alti rispetto alla forra, poi pian piano che si perde quota si entra metaforicamente nel torrente. I Torrente Re è molto bello, con le sue cascatelle e pozze ove nel periodo estivo la gente viene a godersi il fresco. E' un luogo magico e mi sento di consigliarlo a chiunque passi dalla Valtrompia. Tra un attraversamento e l'altro del torrente si giunge di nuovo a Gorga.
Nota 1): Questo è un primo tentativo di percorrimento del "Canale dei Mufloni", un canale solo all'apparenza abbastanza fattibile, poi una volta affrontata l'ipotetica via ci si accorge che i problemi sono molti di più rispetto a ciò che si vedeva da distante. Le pendenze sono elevate e la vegetazione spesso ostruisce il passaggio o quanto meno lo rende disagevole, per non parlare della poca visuale. Io ho valutato T4 questo giro, ma credo che per riuscire a percorrere il canale stesso le difficoltà vadano rivalutate. soprattutto quando si arriva in prossimità dei Corni Rossi. Alla prossima. Forse...
Nota 2): Cazzeggiandum...
LercioUSA: Astra Zeneca. Le fiale avanzate andranno in Texas per le iniezioni letali.
Lercioscienza: Ritrovati carbonizzati negazionisti della lava.
Lerciostop: Il Governo avverte: dire "mi sento sardo dentro" non è una scusa valida per uscire di casa.
A' la prochaine! Menek Bluff
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Menek

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