Per salire al Pizzo bisogna passare da un Tornello. 2687 mt.

Val di Scalve, Pizzo Tornello, questa è la nostra meta di oggi.

Partiamo dal ponte oltre Vilminore e come da indicazioni prendiamo il sentiero (412) che sale ripido nel bosco,  con stretti tornanti sbuchiamo fuori dalla zona ombrosa, e sempre in maniera ripida, direi implacabile, giungiamo sino ad un grande uomo di pietra che sembra dominare la vallata. Qua in poco tempo siamo al Lago di Varro. 2h30 con un paio di brevi fermate.

Qua facciamo la classica sosta banana, ma bisogna stare ben coperti perché ora c’è un venticello gelido che picchia pesante sulle orecchie… meno male che il sole fa da contraltare. Ripartiti in gran carriera abbiamo aggirato il lago sul lato sinistro, sempre sul sentiero 412,oltrepassati un paio di brevi saliscendi il sentiero piega a Est e ricomincia ancora a salire in maniera ripida, sino ad intercettare una zona con terreno instabile e sfasciumi, arrivati alla Sella del Tornone pieghiamo verso Nord e su sentiero un po più comodo giungiamo sulla vetta dove il vento ci aspetta in stile “dolcetto o scherzetto”.

3h45. A parte la faticosa salita sino a qua l’escursione è valutabile in E. Spettacolare la visuale.

Mangiamo un poco svogliatamente poi via dalla cima, l’idea è quella di verificare la salita al Tornone partendo dalla Sella; il sentiero non c’è ma esiste un esile traccia con qualche ometto a contorno, il terreno è franoso e si affronta con qualche passo di semplice arrampicata, a volte esposta… ritirata strategica visto anche il tempo un poco strano, oltre all’immancabile vento, dei fiocchi di neve arrivano spinti da Nord, mentre sopra di noi il cielo è sereno e con un bel sole ad illuminare le vette.

Dal Passo ritorniamo quasi al Lago di Varro, poi decidiamo di fare una visitina al Lago di Cornalta, non prima di essere prima arrivati sulla Cima Q 2315 mediante traccia inesistente. Ci guardiamo attorno, sotto c’è il Lago di Cornalta, ma sopra di esso c’è la Cima di Cornalta, una tentazione che non evitiamo.

Perdiamo un po di quota, attraversiamo una zona umida per poi puntare verso la cresta, e si sale ancora ripidi, alle volte aggrappandosi all’erba, una volta intercettata la stretta traccia di cresta proseguiamo verso la cima. E’ una cresta che a volte è esposta, più o meno a destra o a sinistra, ma è il vento che gioca ancora a nostro sfavore, un vento che si è fatto più teso, tanto da doverci quasi sdraiare per non essere sballottati pericolosamente, è pazzesco, ma anche questa salita la lasceremo alla prossima visita in zona.

Riscendiamo sempre su pendio ripido ed erboso, passiamo dal Lago, e da qua, seguendo la bollatura (fatta con braccino focomelico, sia detto con rispetto), ci portiamo al bel Bivacco Baita di Varro dove diamo un occhiata al suo interno; siamo a 2027 metri di quota, gli ultimi 1000 metri di dislivello in discesa li affronteremo in 1h30… e anche per oggi è andata.

Nota 1): Questo è proprio un bel giro, effettuato nelle amate Orobie, dove si passa dal bosco alla larga visuale in poco tempo, o quasi; sino al Pizzo Tornello il giro è da T2, anche se faticoso per via dei 1600 metri e oltre di dislivello, poi le deviazioni sono da T3. Peccato per le due mancate vette…ma non scappano da lì.

Nota 2): Tornello??? Yesssss….

                                                                                      TORNELLO.

Albeggia e tira vento ed io mi vesto col mantello,

poi  metto le braghette sentendomi modello,

 mi guardo un poco meglio e sembro Masaniello.

Tornello,

il cielo è bello azzurro e disegnato col pastello,

le vette con la croce danno il senso al dislivello,

qua sembra un altro mondo…immagino Pioltello.

Tornello,

si sale e poi si scende, pianin, pianin, pianello,

passando dal bivacco che è in legno di massello,

non è certo un bell’albergo ma è meglio di un ostello.

Io giro  a cazz’imperio mostrando il mio gioiello, e in fondo mi domando: chi passa dal Tornello?

A la prochaine!    Menek,Rosa