Questa domenica ero già partito ben tardi da casa in direzione Locarno, Centovalli e Val Vigezzo ma a mettermi ulteriormente il bastone tra le ruote ci si è messo anche il Triatlhon di Locarno deviando e rallentando il mio percorso e per fortuna poi che a Ponte Brolla pur ad intermittenza ci hanno comunque lasciato passare con le automobili altrimenti mi sarei dovuto orientare su un obbiettivo alternativo in Valle Maggia. 1 ) perché i nostri sentieri non sono così ben segnati come quelli Svizzeri ? … una palina ogni tanto, qualche raro segno, poi il resto ( anche dove c’è un bivio ) è lasciato all’intuito dell’escursionista !2 ) perché venendo da Locarno fino alla Dogana di Camedo l’asfalto è tutto bello e livellato e poi una volta entrati in Italia invece tutto cambia ? … buche, cedimenti, guard-rail divelti, in fondo che siano Centovalli o Val Questa domenica ero già partito ben tardi da casa in direzione Locarno, Centovalli e Val Vigezzo ma a mettermi ulteriormente il bastone tra le ruote ci si è messo anche il Triatlhon di Locarno deviando e rallentando il mio percorso e per fortuna poi che a Ponte Brolla pur ad intermittenza ci hanno comunque lasciato passare con le automobili altrimenti mi sarei dovuto orientare su un obbiettivo alternativo in Valle Maggia.
Mancano così solo 20 minuti a mezzogiorno quando mi avvio dal parcheggio del cimitero di Craveggia dove a monte del paese inizia la strada forestale che passando per La Pila, l’Alpe Fontana e le Cascine di mezzo spunta alla Colma di Craveggia, ma prima di dirigermi verso la Cima del Sassone obbiettivo principe della giornata è praticamente d’obbligo la digressione per ammirare il bel Oratorio dedicato a San Rocco, riprendo quindi il mio cammino ma anziché imboccare il sentiero che si alza verso la cima continuo in falsopiano passando per l’alpe Pidella, l’Alpe Calanca e l’Alpe Colla dove c’è la ripida deviazione che risalendo prima tra pratoni e poi sassi e rododendri mi porta ai piedi e poi con breve arrampicata in vetta alla Cima del Sassone che sono le 14.10.
Qui la vista spazia a 360° sulle cime e le vallate circostanti ma purtroppo il sole che solo una mezzoretta prima splendeva limpido nel cielo adesso si diverte a giocare a nascondino con le nuvole e pertanto una mezzoretta dopo scattate un po’ di foto e firmato il libro di vetta inizio brevemente a scendere alla sella per poi risalire subito la cresta che mi porta alla seconda cima della giornata … il Pizzo Formalone, proseguo quindi tenendomi inizialmente in cresta per poi scendere alla Bocchetta di Sant’Antonio e alla sua omonima Cappella, quindi altra risalita verso l’ultimo obbiettivo della giornata … il Monte Ziccher che raggiungo giusto giusto un oretta dopo il Sassone, anche qui qualche foto e poi ritorno sui miei passi fino alla Bocchetta di Sant’Antonio dove prendo le indicazioni per Craveggia che passando per l’Alpe Cortignasco mi portano fin sullo stradone in località e poi tutto su asfalto passando per i rifugi o meglio oramai dire ristoranti “ il Camoscio “ e “ La Vasca “ mi sciroppo i Km che quando mancano 10 minuti alle 18 mi riportano a Craveggia.
Giorgio
Alcune domande da porsi :
1 ) perché i nostri sentieri non sono così ben segnati come quelli Svizzeri ? … una palina ogni tanto, qualche raro segno, poi il resto ( anche dove c’è un bivio ) è lasciato all’intuito dell’escursionista !
2 ) perché venendo da Locarno fino alla Dogana di Camedo l’asfalto è tutto bello e livellato e poi una volta entrati in Italia invece tutto cambia ? … buche, cedimenti, guard-rail divelti, in fondo che siano Centovalli o Val Vigezzo la morfologia della vallata non cambia !
Questa domenica ero già partito ben tardi da casa in direzione Locarno, Centovalli e Val Vigezzo ma a mettermi ulteriormente il bastone tra le ruote ci si è messo anche il Triatlhon di Locarno deviando e rallentando il mio percorso e per fortuna poi che a Ponte Brolla pur ad intermittenza ci hanno comunque lasciato passare con le automobili altrimenti mi sarei dovuto orientare su un obbiettivo alternativo in Valle Maggia.
Mancano così solo 20 minuti a mezzogiorno quando mi avvio dal parcheggio del cimitero di Craveggia dove a monte del paese inizia la strada forestale che passando per La Pila, l’Alpe Fontana e le Cascine di mezzo spunta alla Colma di Craveggia, ma prima di dirigermi verso la Cima del Sassone obbiettivo principe della giornata è praticamente d’obbligo la digressione per ammirare il bel Oratorio dedicato a San Rocco, riprendo quindi il mio cammino ma anziché imboccare il sentiero che si alza verso la cima continuo in falsopiano passando per l’alpe Pidella, l’Alpe Calanca e l’Alpe Colla dove c’è la ripida deviazione che risalendo prima tra pratoni e poi sassi e rododendri mi porta ai piedi e poi con breve arrampicata in vetta alla Cima del Sassone che sono le 14.10.
Qui la vista spazia a 360° sulle cime e le vallate circostanti ma purtroppo il sole che solo una mezzoretta prima splendeva limpido nel cielo adesso si diverte a giocare a nascondino con le nuvole e pertanto una mezzoretta dopo scattate un po’ di foto e firmato il libro di vetta inizio brevemente a scendere alla sella per poi risalire subito la cresta che mi porta alla seconda cima della giornata … il Pizzo Formalone, proseguo quindi tenendomi inizialmente in cresta per poi scendere alla Bocchetta di Sant’Antonio e alla sua omonima Cappella, quindi altra risalita verso l’ultimo obbiettivo della giornata … il Monte Ziccher che raggiungo giusto giusto un oretta dopo il Sassone, anche qui qualche foto e poi ritorno sui miei passi fino alla Bocchetta di Sant’Antonio dove prendo le indicazioni per Craveggia che passando per l’Alpe Cortignasco mi portano fin sullo stradone in località e poi tutto su asfalto passando per i rifugi o meglio oramai dire ristoranti “ il Camoscio “ e “ La Vasca “ mi sciroppo i Km che quando mancano 10 minuti alle 18 mi riportano a Craveggia.
Giorgio
Alcune domande da porsi :
1 ) perché i nostri sentieri non sono così ben segnati come quelli Svizzeri ? … una palina ogni tanto, qualche raro segno, poi il resto ( anche dove c’è un bivio ) è lasciato all’intuito dell’escursionista !
2 ) perché venendo da Locarno fino alla Dogana di Camedo l’asfalto è tutto bello e livellato e poi una volta entrati in Italia invece tutto cambia ? … buche, cedimenti, guard-rail divelti, in fondo che siano Centovalli o Val Vigezzo la morfologia della vallata non cambia !
Escursione odierna di Km. 21
NB ...Tempi indicati soste escluse :
Craveggia - La Colma - Cima del Sassone > 2h 30'
Cima del Sassone - Pizzo Formalone - Monte Ziccher > 1h
Monte Ziccher - Cortignasco - La Vasca - Craveggia > 2h Questa domenica ero già partito ben tardi da casa in direzione Locarno, Centovalli e Val Vigezzo ma a mettermi ulteriormente il bastone tra le ruote ci si è messo anche il Triatlhon di Locarno deviando e rallentando il mio percorso e per fortuna poi che a Ponte Brolla pur ad intermittenza ci hanno comunque lasciato passare con le automobili altrimenti mi sarei dovuto orientare su un obbiettivo alternativo in Valle Maggia.
Mancano così solo 20 minuti a mezzogiorno quando mi avvio dal parcheggio del cimitero di Craveggia dove a monte del paese inizia la strada forestale che passando per La Pila, l’Alpe Fontana e le Cascine di mezzo spunta alla Colma di Craveggia, ma prima di dirigermi verso la Cima del Sassone obbiettivo principe della giornata è praticamente d’obbligo la digressione per ammirare il bel Oratorio dedicato a San Rocco, riprendo quindi il mio cammino ma anziché imboccare il sentiero che si alza verso la cima continuo in falsopiano passando per l’alpe Pidella, l’Alpe Calanca e l’Alpe Colla dove c’è la ripida deviazione che risalendo prima tra pratoni e poi sassi e rododendri mi porta ai piedi e poi con breve arrampicata in vetta alla Cima del Sassone che sono le 14.10.
Qui la vista spazia a 360° sulle cime e le vallate circostanti ma purtroppo il sole che solo una mezzoretta prima splendeva limpido nel cielo adesso si diverte a giocare a nascondino con le nuvole e pertanto una mezzoretta dopo scattate un po’ di foto e firmato il libro di vetta inizio brevemente a scendere alla sella per poi risalire subito la cresta che mi porta alla seconda cima della giornata … il Pizzo Formalone, proseguo quindi tenendomi inizialmente in cresta per poi scendere alla Bocchetta di Sant’Antonio e alla sua omonima Cappella, quindi altra risalita verso l’ultimo obbiettivo della giornata … il Monte Ziccher che raggiungo giusto giusto un oretta dopo il Sassone, anche qui qualche foto e poi ritorno sui miei passi fino alla Bocchetta di Sant’Antonio dove prendo le indicazioni per Craveggia che passando per l’Alpe Cortignasco mi portano fin sullo stradone in località Crest e poi tutto su asfalto passando per i rifugi o meglio oramai dire ristoranti “ il Camoscio “ e “ La Vasca “ mi sciroppo i 4 Km che quando mancano 10 minuti alle 18 mi riportano a Craveggia.
Giorgio
Alcune domande da porsi :
1 ) perché i nostri sentieri non sono così ben segnati come quelli Svizzeri ? … una palina ogni tanto, qualche raro segno, poi il resto ( anche dove c’è un bivio ) è lasciato all’intuito dell’escursionista !
2 ) perché venendo da Locarno fino alla Dogana di Camedo l’asfalto è tutto bello e livellato e poi una volta entrati in Italia invece tutto cambia ? … buche, cedimenti, guard-rail divelti, in fondo che siano Centovalli o Val Vigezzo la morfologia della vallata non cambia !
Escursione odierna di Km. 21
NB ...Tempi indicati soste escluse :
Craveggia - La Colma - Cima del Sassone > 2h 30'
Cima del Sassone - Pizzo Formalone - Monte Ziccher > 1h
Monte Ziccher - Cortignasco - La Vasca - Craveggia > 2h
Mancano così solo 20 minuti a mezzogiorno quando mi avvio dal parcheggio del cimitero di Craveggia dove a monte del paese inizia la strada forestale che passando per La Pila, l’Alpe Fontana e le Cascine di mezzo spunta alla Colma di Craveggia, ma prima di dirigermi verso la Cima del Sassone obbiettivo principe della giornata è praticamente d’obbligo la digressione per ammirare il bel Oratorio dedicato a San Rocco, riprendo quindi il mio cammino ma anziché imboccare il sentiero che si alza verso la cima continuo in falsopiano passando per l’alpe Pidella, l’Alpe Calanca e l’Alpe Colla dove c’è la ripida deviazione che risalendo prima tra pratoni e poi sassi e rododendri mi porta ai piedi e poi con breve arrampicata in vetta alla Cima del Sassone che sono le 14.10.
Qui la vista spazia a 360° sulle cime e le vallate circostanti ma purtroppo il sole che solo una mezzoretta prima splendeva limpido nel cielo adesso si diverte a giocare a nascondino con le nuvole e pertanto una mezzoretta dopo scattate un po’ di foto e firmato il libro di vetta inizio brevemente a scendere alla sella per poi risalire subito la cresta che mi porta alla seconda cima della giornata … il Pizzo Formalone, proseguo quindi tenendomi inizialmente in cresta per poi scendere alla Bocchetta di Sant’Antonio e alla sua omonima Cappella, quindi altra risalita verso l’ultimo obbiettivo della giornata … il Monte Ziccher che raggiungo giusto giusto un oretta dopo il Sassone, anche qui qualche foto e poi ritorno sui miei passi fino alla Bocchetta di Sant’Antonio dove prendo le indicazioni per Craveggia che passando per l’Alpe Cortignasco mi portano fin sullo stradone in località e poi tutto su asfalto passando per i rifugi o meglio oramai dire ristoranti “ il Camoscio “ e “ La Vasca “ mi sciroppo i Km che quando mancano 10 minuti alle 18 mi riportano a Craveggia.
Giorgio
Questa domenica ero già partito ben tardi da casa in direzione Locarno, Centovalli e Val Vigezzo ma a mettermi ulteriormente il bastone tra le ruote ci si è messo anche il Triatlhon di Locarno deviando e rallentando il mio percorso e per fortuna poi che a Ponte Brolla pur ad intermittenza ci hanno comunque lasciato passare con le automobili altrimenti mi sarei dovuto orientare su un obbiettivo alternativo in Valle Maggia.
Mancano così solo 20 minuti a mezzogiorno quando mi avvio dal parcheggio del cimitero di Craveggia dove a monte del paese inizia la strada forestale che passando per La Pila, l’Alpe Fontana e le Cascine di mezzo spunta alla Colma di Craveggia, ma prima di dirigermi verso la Cima del Sassone obbiettivo principe della giornata è praticamente d’obbligo la digressione per ammirare il bel Oratorio dedicato a San Rocco, riprendo quindi il mio cammino ma anziché imboccare il sentiero che si alza verso la cima continuo in falsopiano passando per l’alpe Pidella, l’Alpe Calanca e l’Alpe Colla dove c’è la ripida deviazione che risalendo prima tra pratoni e poi sassi e rododendri mi porta ai piedi e poi con breve arrampicata in vetta alla Cima del Sassone che sono le 14.10.
Qui la vista spazia a 360° sulle cime e le vallate circostanti ma purtroppo il sole che solo una mezzoretta prima splendeva limpido nel cielo adesso si diverte a giocare a nascondino con le nuvole e pertanto una mezzoretta dopo scattate un po’ di foto e firmato il libro di vetta inizio brevemente a scendere alla sella per poi risalire subito la cresta che mi porta alla seconda cima della giornata … il Pizzo Formalone, proseguo quindi tenendomi inizialmente in cresta per poi scendere alla Bocchetta di Sant’Antonio e alla sua omonima Cappella, quindi altra risalita verso l’ultimo obbiettivo della giornata … il Monte Ziccher che raggiungo giusto giusto un oretta dopo il Sassone, anche qui qualche foto e poi ritorno sui miei passi fino alla Bocchetta di Sant’Antonio dove prendo le indicazioni per Craveggia che passando per l’Alpe Cortignasco mi portano fin sullo stradone in località e poi tutto su asfalto passando per i rifugi o meglio oramai dire ristoranti “ il Camoscio “ e “ La Vasca “ mi sciroppo i Km che quando mancano 10 minuti alle 18 mi riportano a Craveggia.
Giorgio
Alcune domande da porsi :
1 ) perché i nostri sentieri non sono così ben segnati come quelli Svizzeri ? … una palina ogni tanto, qualche raro segno, poi il resto ( anche dove c’è un bivio ) è lasciato all’intuito dell’escursionista !
2 ) perché venendo da Locarno fino alla Dogana di Camedo l’asfalto è tutto bello e livellato e poi una volta entrati in Italia invece tutto cambia ? … buche, cedimenti, guard-rail divelti, in fondo che siano Centovalli o Val Vigezzo la morfologia della vallata non cambia !
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