Ziccher 1967 m-Formalone 2063 m-Sassone 2086 m e Trubbio 20164 m
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Andare in Val Vigezzo è sempre un po’ un azzardo, un po’ come la Valbondione. Andarci in questo periodo vuol dire andarsela a cercare, però le previsioni non erano malvagie. Fatto sta che arrivati a Santa Maria Maggiore il tempo non sembra malaccio ma, giusto il tempo di un caffè con brioche e, quando usciamo dal bar, è tutto coperto, va bene che la barista è stata un po’ lenta ma un cambiamento così repentino….
Fiduciosi ci avviamo a Craveggia e quindi al posteggio del Rifugio La Vasca. Con una comoda salita nel bosco passiamo le località di In Bies, Crest e Cortignasco. Proseguiamo quindi per la Bocchetta di Sant’Antonio. Il tempo fa veramente pietà è solo questione di attimi poi pioverà di sicuro.
Cominciamo a salire al Monte Ziccher. Invece di salire lungo la cresta prendiamo l’evidente traverso che lo aggira. Quando vediamo che la montagna sta finendo ci rendiamo conto di aver sbagliato qualcosa e saliamo diritti in punta. Del resto il cartello metteva 40 minuti, se ce ne vogliono 20 è già tanto! Pensavamo che la cima vera e propria fosse più lontana. Seguendo la brevissima cresta torniamo alla Bocchetta e proseguiamo per il Formalone. Il paesaggio, nonostante il tempo, è molto bello, la cresta davanti a noi e gli alpeggi sottostanti sono un quadretto meraviglioso.
Raggiunto il Formalone proseguiamo per il Sassone. Per raggiungere la cima si deve abbandonare il sentiero ufficiale che passa sotto. Fare attenzione agli ultimi metri specialmente in caso di bagnato. Tutto semplice ma si passa tra placchette ed erba piuttosto scivolose.
In cima facciamo il punto della situazione su come proseguire e mentre ci pensiamo veniamo avvolti dalla nebbia. Cominciamo quindi a scendere, vaghiamo a muzzo in attesa che si alzi la nebbia e intanto decidiamo di proseguire per la Bocchetta della Cima poi da lì vedremo se scendere direttamente all’Alpe La Colla o proseguire fino all’Alpe La Colma.
Poco prima della Bocchetta della Cima si mette a piovere, ci affrettiamo sperando di trovare un riparo nella Cappella della Madonna del Rosario che si trova poco sotto la bocchetta sul versante opposto. La raggiungiamo mentre comincia a grandinare, per fortuna che le precipitazione dovevano iniziare nel pomeriggio…Al riparo della cappella ci copriamo, aspettiamo qualche minuto poi ritorniamo alla Bocchetta. Da questa parte piove soltanto, per cui visto che è una cosa contenuta e gli alpeggi sottostanti sono al sole, decidiamo di proseguire per La Colma. Presa la decisione smette di piovere e al bivio per il Monte Trubbio puntiamo anche a quello. Alla mal parata, dovesse riprendere a grandinare, scenderemo per prati ci diciamo!
Raggiungiamo il colletto sotto il Trubbio e riprendiamo a salire ripidamente lungo una traccia sotto l’impianto. Poco prima della vetta ricomincia a grandinare, chicchi piccoli ma dolorosi! Il riparo in cima?…Stendiamo un velo pietoso, solo in caso di tempesta, perché per come è combinato meglio bagnarsi, cosa che facciamo. Scendiamo velocemente e poco dopo essere tornati al colletto smette di nuovo tutto.
Scendiamo direttamente agli alpeggi per ripidi prati, fino a tornare sul sentiero poco prima dell’Alpe Colla. Non essendoci riparo, continuiamo verso l’Oratorio di San Rocco, dove, come speravamo, la chiesetta ha un porticato coperto dove possiamo fermarci a mangiare e intanto ricomincia a piovere….
Mangiucchiato qualcosa torniamo a prendere il sentiero che a breve si trasforma in una sterrata che comodamente scende a Craveggia dove ci aspetta un po’ di asfalto e una breve risalita.
Nonostante il tempo è stato un gran bel giro.
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