Monte Pelmo - "El Caregón del Padreterno"
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Che gran cima il Pelmo!
Imponente, isolato e bello ... straordinariamente bello!
Parto con Manuela per questa bellissima avventura, approfittando di un weekend con meteo eccellente. Il primo giorno decidiamo di arrivare al Rifugio Venezia compiendo la prima parte del Giro del Monte Pelmo (escursione che già da sola vale la pena effettuare, faremo la seconda parte il giorno successivo per scendere dal Rifugio Venezia). Dal Passo Staulanza ci dirigiamo verso il Rifugio Fiume, evitando alcuni sentieri che si dirigono più direttamente verso la Forcella Val d'Arcia, vogliamo passare dal rifugio, poco sopra al campeggio dove facciamo base.
Pausa caffè e ripartiamo arrivando successivamente alla Forcella Forada e dopo una brevissima discesa ci si inoltra in un ripido canalone che conduce sul bordo del vallone di Val d'Arcia. Il colpo d'occhio su questo vallone è incredibile ... stupendo ... uno dei posti più belli che abbiamo mai visitato. Senza saperlo, arrivando dal lato del Rifugio Fiume, abbiamo avuto l'opportunità di ammirare il vallone da un'angolazione privilegiata, cosa che non avremmo potuto notare se fossimo saliti direttamente dal basso ... vivamente consigliato!
Sempre seguendo i bolli, ben evidenti, ci addentriamo nel vallone e con un'ultima salita giungiamo alla Forcella Val d'Arcia: di fronte l'Antelao e alle spalle la Marmolada ... e di fianco sempre il Pelmo che incombe con le sue possenti pareti. Iniziamo la discesa nel versante opposto lungo un primo tratto ripido dopodichè il sentiero traversa sotto le pareti quasi in piano, superando alcuni tratti esposti anche con l'ausilio di cavi metallici. Superata la Forca Rossa, non ci resta che scendere nel sottostante ghiaione e raggiungere il Rifugio, dove possiamo goderci un meritato pranzo e un tranquillo pomeriggio di relax.
Il giorno successivo, sveglia di buon'ora ... ma senza esagerare, dopo tutto non siamo su un 4000 e per la sera non abbiamo impegni ;) ... abbondante colazione e partiamo ... Manuela non nasconde un certo timore nel dover affrontare la famosa Cengia di Ball ... alcune foto fanno davvero paura ... ma siamo attrezzati e nel caso servisse ho una corda nello zaino ... e poi ... un passo alla volta ... vediamo fin dove arriviamo.
Il sentiero per l'attacco è corto ed in breve siamo già pronti a risalire le roccette che conducono all'avvio della Cengia (eh si ... con la C maiuscola). Davanti a noi troviamo due persone (Davide e Monica) che hanno più o meno il nostro stesso passo e con cui alla fine condivideremo tutta la salita (e la discesa con annesso brindisi al rifugio), scambiando molte piacevoli chiacchere, impressioni e foto ... un valore aggiunto a questa salita.
La Cengia inizia con un sentiero abbastanza comodo per poi affrontare via via tratti più impegnativi. Passaggi tecnicamente abbordabili ma costantemente molto esposti. Superiamo i primi due punti ostici, quelli dove la roccia incombe sulla cengia e costringe a "buttarsi fuori" per oltrepassare l'ostacolo, passaggi ormai unti e bisunti ma attrezzati con uno spezzone di corda. Arriviamo così al famigerato "Passo del Gatto", il passaggio chiave di tutta la Cengia. Anche questo lo troviamo attrezzato con una corda e quindi le difficoltà si "riducono" ad una notevole esposizione. In ogni caso, vista la roccia ormai lisa dai numerosi passaggi, consiglio di attrezzarlo nel caso non lo fosse già.
Superati accovacciati un altro tetto sporgente, giungiamo alla fine della Cengia di Ball e facciamo il nostro ingresso nel Vallon, lo straordinario anfiteatro del Monte Pelmo ... uno spettacolo unico. Con passo costante risaliamo il sovrastante ghiaione, ammirando le forme sinuose delle pareti che si innalzano al bordo del "Caregon del Padreterno". Una fascia rocciosa che si supera attraverso cengette ricoperte di detriti e qualche passo di arrampicata permette di metter piede nel catino superiore: il Van, dove una volta giaceva un nevaio.
Ora il terreno si fa meno ripido e con percorso non obbligato (presenti numerosi ometti) si attraversa diagonalmente tutto il Van, scoprendo strada facendo alcune piccole pozze d'acqua che sembrano sbucare all'improvviso ed enormi crepacci nella roccia, alcuni pieni di neve altri profondi anche decine di metri. Si raggiunge così il bordo della cresta sud-ovest, con un grandioso colpo d'occhio sul Pelmetto e la Fessura. Ora non resta che seguire la traccia di percorso che rimane sempre sotto cresta (anche perchè dall'altro versante le pareti precipitano verticali) per poi portarsi sul filo ed affrontare l'ultimo ostacolo che richiede attenzione: un muretto che si supera con un passaggio di arrampicata di II grado, affrontandolo direttamente lungo una fessurina o leggermente a destra su roccette forse più semplici ma più esposte.
Ormai la cima è davvero vicina e fatti gli ultimi metri su terreno praticamente pianeggiante tocchiamo la vetta del Monte Pelmo!!!
Che spettacolo! Che giornata!
Che gran cima il Pelmo!
Imponente, isolato e bello ... straordinariamente bello
Imponente, isolato e bello ... straordinariamente bello!
Parto con Manuela per questa bellissima avventura, approfittando di un weekend con meteo eccellente. Il primo giorno decidiamo di arrivare al Rifugio Venezia compiendo la prima parte del Giro del Monte Pelmo (escursione che già da sola vale la pena effettuare, faremo la seconda parte il giorno successivo per scendere dal Rifugio Venezia). Dal Passo Staulanza ci dirigiamo verso il Rifugio Fiume, evitando alcuni sentieri che si dirigono più direttamente verso la Forcella Val d'Arcia, vogliamo passare dal rifugio, poco sopra al campeggio dove facciamo base.
Pausa caffè e ripartiamo arrivando successivamente alla Forcella Forada e dopo una brevissima discesa ci si inoltra in un ripido canalone che conduce sul bordo del vallone di Val d'Arcia. Il colpo d'occhio su questo vallone è incredibile ... stupendo ... uno dei posti più belli che abbiamo mai visitato. Senza saperlo, arrivando dal lato del Rifugio Fiume, abbiamo avuto l'opportunità di ammirare il vallone da un'angolazione privilegiata, cosa che non avremmo potuto notare se fossimo saliti direttamente dal basso ... vivamente consigliato!
Sempre seguendo i bolli, ben evidenti, ci addentriamo nel vallone e con un'ultima salita giungiamo alla Forcella Val d'Arcia: di fronte l'Antelao e alle spalle la Marmolada ... e di fianco sempre il Pelmo che incombe con le sue possenti pareti. Iniziamo la discesa nel versante opposto lungo un primo tratto ripido dopodichè il sentiero traversa sotto le pareti quasi in piano, superando alcuni tratti esposti anche con l'ausilio di cavi metallici. Superata la Forca Rossa, non ci resta che scendere nel sottostante ghiaione e raggiungere il Rifugio, dove possiamo goderci un meritato pranzo e un tranquillo pomeriggio di relax.
Il giorno successivo, sveglia di buon'ora ... ma senza esagerare, dopo tutto non siamo su un 4000 e per la sera non abbiamo impegni ;) ... abbondante colazione e partiamo ... Manuela non nasconde un certo timore nel dover affrontare la famosa Cengia di Ball ... alcune foto fanno davvero paura ... ma siamo attrezzati e nel caso servisse ho una corda nello zaino ... e poi ... un passo alla volta ... vediamo fin dove arriviamo.
Il sentiero per l'attacco è corto ed in breve siamo già pronti a risalire le roccette che conducono all'avvio della Cengia (eh si ... con la C maiuscola). Davanti a noi troviamo due persone (Davide e Monica) che hanno più o meno il nostro stesso passo e con cui alla fine condivideremo tutta la salita (e la discesa con annesso brindisi al rifugio), scambiando molte piacevoli chiacchere, impressioni e foto ... un valore aggiunto a questa salita.
La Cengia inizia con un sentiero abbastanza comodo per poi affrontare via via tratti più impegnativi. Passaggi tecnicamente abbordabili ma costantemente molto esposti. Superiamo i primi due punti ostici, quelli dove la roccia incombe sulla cengia e costringe a "buttarsi fuori" per oltrepassare l'ostacolo, passaggi ormai unti e bisunti ma attrezzati con uno spezzone di corda. Arriviamo così al famigerato "Passo del Gatto", il passaggio chiave di tutta la Cengia. Anche questo lo troviamo attrezzato con una corda e quindi le difficoltà si "riducono" ad una notevole esposizione. In ogni caso, vista la roccia ormai lisa dai numerosi passaggi, consiglio di attrezzarlo nel caso non lo fosse già.
Superati accovacciati un altro tetto sporgente, giungiamo alla fine della Cengia di Ball e facciamo il nostro ingresso nel Vallon, lo straordinario anfiteatro del Monte Pelmo ... uno spettacolo unico. Con passo costante risaliamo il sovrastante ghiaione, ammirando le forme sinuose delle pareti che si innalzano al bordo del "Caregon del Padreterno". Una fascia rocciosa che si supera attraverso cengette ricoperte di detriti e qualche passo di arrampicata permette di metter piede nel catino superiore: il Van, dove una volta giaceva un nevaio.
Ora il terreno si fa meno ripido e con percorso non obbligato (presenti numerosi ometti) si attraversa diagonalmente tutto il Van, scoprendo strada facendo alcune piccole pozze d'acqua che sembrano sbucare all'improvviso ed enormi crepacci nella roccia, alcuni pieni di neve altri profondi anche decine di metri. Si raggiunge così il bordo della cresta sud-ovest, con un grandioso colpo d'occhio sul Pelmetto e la Fessura. Ora non resta che seguire la traccia di percorso che rimane sempre sotto cresta (anche perchè dall'altro versante le pareti precipitano verticali) per poi portarsi sul filo ed affrontare l'ultimo ostacolo che richiede attenzione: un muretto che si supera con un passaggio di arrampicata di II grado, affrontandolo direttamente lungo una fessurina o leggermente a destra su roccette forse più semplici ma più esposte.
Ormai la cima è davvero vicina e fatti gli ultimi metri su terreno praticamente pianeggiante tocchiamo la vetta del Monte Pelmo!!!
Che spettacolo! Che giornata!
Che gran cima il Pelmo!
Imponente, isolato e bello ... straordinariamente bello
Tourengänger:
Andrea!

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