Pizzo Bianco (3215m) da Rosareccio - ATTENZIONE, CANE SOSPETTO


Publiziert von Serzo , 28. August 2017 um 22:16.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:27 August 2017
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Hochtouren Schwierigkeit: L
Klettern Schwierigkeit: I (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 3:15
Aufstieg: 1860 m
Abstieg: 2400 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:In caso di parcheggio gratuito completo, si può lasciare l'auto a quello a pagamento poco più a monte (4€ per l'intera giornata).

Anche stavolta mi dilungo. Oggi avrei voluto solo condividere la soddisfazione per aver salito per la prima volta il Pizzo Bianco, dopo l’accantonamento last-minute della cresta Ovest del Pizzo Nero grazie ai preziosissimi consigli di Atal e di Bruno (i-mei-muntagn), e invece mi è rimasto un po’ di amaro in bocca.
La prendo un po’ alla larga: anni fa in settembre, arrivando da Rosareccio (esposizione Nord) sotto il Colletto del Pizzo Nero, avevo rinunciato sulle lisce placche completamente ricoperte da verglas. Stavolta confido nel global warming e parto deciso da Pecetto alle 7:15, con l’intenzione di arrivare al Colletto, salire al Pizzo Bianco per la famigerata cresta di sfasciumi, tornare giù ai Piani Alti e da lì percorrere il sentiero Saglio fino alla Zamboni, dove ho appuntamento con moglie e figlie per pranzo.
Arrivato ai Burki, imbocco la salita per Rosareccio e subito noto il recente cartello che avvisa della presenza in zona di “cani da protezione” a tutela delle greggi di pecore, ed elenca una serie di regole di prudenza per evitare problemi. Passo oltre pensando che è tutto normale, ma anche che se c’è quel cartello forse significa che qualcosa di spiacevole in passato magari è successo davvero. Incontro il gregge vicino all’Alpe Rosareccio, ma i cani sono troppo impegnati nel loro lavoro per curarsi di me.
Il sentiero, un po’ scivoloso ma redditizio, in poco tempo porta ai Piani Alti e ai ruderi della funivia dismessa. Poco sopra, superato uno stambecco per nulla impaurito, raggiungo le placche (bagnate anche stavolta, ma non ghiacciate) che supero anche con l’aiuto di una corda fissa, che non ricordavo e che a mio avviso è molto utile. In realtà probabilmente il passaggio è aggirabile sulla destra salendo liberamente il vallone tenendosi in mezzo, ma bisogna iniziare a farlo molto più in basso, indicativamente dove il sentiero lambisce una piccola sorgente di acqua per poi piegare decisamente a sinistra.
La traccia è davvero molto ripida e in un attimo si raggiunge la cresta ovest del Pizzo Nero. Da qui il percorso è molto intuitivo: prima si aggirano sul lato Val Quarazza le ultime propaggini occidentali della cresta, poi si raggiunge il Colletto del Pizzo Nero vero e proprio (palina colorata) e da qui… basta stare sulla dorsale e salire. Gli ometti sono numerosi e con buona visibilità non ci sono dubbi, e comunque il crestone è davvero largo e si può scegliere il percorso a piacimento. Superata la zona delle due anticime, dove si intuisce a destra lo sbocco superiore del Canalone Chiovenda, appare la vera cima con la madonnina che si raggiunge per cresta o con facile arrampicata su blocchi (dipende da dove si arriva al tratto finale). Persone incontrate: zero.
Nota  a margine: nelle condizioni attuali, per salire da Rosareccio non servono né piccozza né ramponi. I pochi nevai sono ai minimi termini e tutti aggirabili. Ho rimpianto di non essere in assetto leggero. Magari è utile il caschetto per qualche punto se ci sono persone davanti, ma c’è spazio per tutti e quindi il rischio e minimo. Certo che se poi si vuole scendere dal Chiovenda o dalla Punta Battisti la musica cambia…
Sono molto soddisfatto, anche per il tempo impiegato (3h20min), e poi il Rosa visto da qui è indescrivibile. In cinque minuti sento almeno tre crolli dalla parete Est, segno che i ghiacciai sono davvero al limite.
Inizio la discesa e per me iniziano anche i problemi. Arrivato ai Piani Alti alle 12:15, imbocco l’evidente sentiero Saglio verso la Zamboni, e alla fine della prima salita incontro un cane. E’ una femmina, una specie di maremmano abruzzese incrociato. Rimane ferma a bordo sentiero, una decina di metri davanti a me, nel punto in cui il sentiero sembra scollinare, e ogni tanto si volta all’indietro. Penso quindi che stia aspettando i padroni, e allora attendo un po’ anche io. Non arriva nessuno e deduco che sia un cane pastore. Non si muove. Allora mi muovo io, e le arrivo a circa 3 metri. Inizia a ringhiarmi contro e non abbandona la posizione dominante. Senza voltarmi scendo qualche metro, poi riprovo a salire, e quando sono a tiro ricomincia a ringhiare. Ci provo ancora e la musica non cambia. Visto anche il cartello di cui sopra, non forzo il passaggio e, guardando il cane negli occhi, indietreggio parlandogli con calma. Poi mi volto a valle e mi incammino in discesa come per tornare ai Piani Alti, e il cane inizia a seguirmi. Continuo a parlare, con tono pacato, per tranquillizzarlo. Quando mi fermo, si ferma anche il cane sempre standomi alle spalle. Tornato in zona pianeggiante, dove lo spazio si apre e non c’è più il passaggio obbligato sul sentiero, provo a farmi da parte: magari infatti quando ci siamo incontrati il cane voleva solo scendere, e io gli stavo sbarrando il passaggio, quindi mi immagino che spostandomi a lato tutto sarebbe finito lì: il cane cioè passi, e io riprendo a salire. Invece non vuole scendere affatto, tanto che mi supera e poi si ferma senza perdermi di vista un attimo: ora sono io a starle qualche metro al di sopra. Mi giro a monte e inizio a salire di nuovo, ma mi segue. Non voglio portarmela fino al punto in cui mi ringhiava, e non capisco quali siano le sue intenzioni: essendo poi da solo e non volendo problemi, mi rassegno all’idea che, per arrivare alla Zamboni, mi toccherà scendere ai Burki e ricominciare a salire via Belvedere (altri quasi 500m di dislivello dopo averne fatti 1860+60…). D’accordo, ma ora il cane è fermo davanti a me sulla via della discesa, cosa fare? Provo ad affiancarlo e superarlo e qui me lo lascia fare, allora capisco che proprio non voleva che salissi verso la Zamboni, mentre nulla osta per la mia discesa a valle. Capisco che devo solamente levarmi di mezzo perché non sono gradito. Mi viene in mente però che nel percorso verso valle dovrò ripassare dall’Alpe Rosareccio e quindi dal gregge e dai suoi cani pastore, e nella paranoia inizio a pensare che il cane stia cercando di portarmi “a casa sua”, da altri cani. Ma non ho molta scelta. Il cane  mi segue e mi molla solamente ai ruderi della funivia, sempre però controllandomi dall’alto. Ogni tanto mi giro per vedere se mi segue ancora, ma non sarà così.
Arrivato all’Alpe Rosareccio trovo il pastore, che al mattino era in giro, e dopo aver saputo che il cane è suo gli faccio presente che è potenzialmente pericoloso. Mi risponde che non ha mai dato problemi, dicendomi che per risalire alla Zamboni posso ormai anche passare dall’Alpe Crosa evitando così di scendere al Burki: , ma il sentiero è “per escursionisti esperti” (aggiunta a penna sul cartello) e non ho voglia di incasinarmi, e poi chi mi assicura che non incontrerei ancora il cane?
Dai Burki raggiungo faticosamente il Belvedere, buttando di continuo un occhio alla seggiovia perché ormai sono quasi le 14 e non è detto (il cellulare non ha campo) che le donne non stiano già scendendo a valle visto che nel pomeriggio minaccia pioggia. Al Belvedere, dopo la solitudine quasi totale interrotta solo da cani e pastori, quasi mi fa piacere immettermi nella processione di gente che percorre la morena. Alla Zamboni oltre alle mie donne, un po’ preoccupate perché tardavo a raggiungerle, trovo un carabiniere a cui racconto l’accaduto: è giusto uno sfogo, anche se mi dice che “ho fatto bene a parlarne”. Scopro dal rifugista che il giorno prima quel cane, proprio percorrendo il sentiero Saglio, aveva raggiunto da solo la Zamboni. Nel riposarmi vedo almeno tre gruppetti di escursionisti che si incamminano dalla capanna verso il sentiero Saglio, e mi domando se quel cane riserverà loro lo stesso trattamento quando passano dalla zona in cui ha ringhiato a me… Non voglio credere che sia così, e quindi a maggior ragione mi chiedo che cosa in me lo abbia disturbato così tanto. Forse che ero solo? O che avevo in mano i bastoncini?
Dopo un ultimo sguardo al Pizzo Bianco, da qui davvero lontano, stacco il cervello e spengo i brutti pensieri, e la tensione si stempera in un sereno pomeriggio “in famiglia”. Mi restano però dentro qualche dubbio, un po’ di incazzatura e una domanda un po’ inquietante: se fossi passato con le mie bambine, cosa sarebbe successo?
 
 
 
 

Tourengänger: Serzo
Communities: Hikr in italiano


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen

T5 L
8 Aug 20
Pizzo Bianco · Alpingio
T4+ WS I
15 Jul 14
Pizzo Bianco · markus4563
T2
13 Aug 17
Lago delle Locce · Giaco

Kommentare (18)


Kommentar hinzufügen

wontolla hat gesagt:
Gesendet am 29. August 2017 um 10:00
Purtroppo temo che per noi frequentatori della montagna questo dei cani diventerà sempre più un problema. Del resto il proliferare incontrollato dei lupi non può che portare i pastori ad attrezzarsi a difesa delle greggi, con tutte le conseguenze del caso.

Serzo hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. August 2017 um 10:46
Hai ragione. Personalmente mi era già capitato qualche incontro un po' teso, ma comunque col pastore nei paraggi o con il cane che voleva solo passare ed era infastidito da qualcuno sul sentiero. Qui é stato diverso. Il cartello avvisa ma non può ovviamente vietarti il passaggio (non credo nemmeno che si possa), certo che chissà quanti lo vedono e rinunciano a passare. Se poi succede qualcosa, come si fa a dimostrare che non li hai provocati? E perché non lo hanno affisso anche dall altro lato della valle? Forse se fossi un pastore però la penserei diversamente.

grandemago hat gesagt:
Gesendet am 29. August 2017 um 14:06
Sono anni ormai che in alcune zone delle Alpi le greggi vengono protette da Maremmani, un cane da pastore esclusivamente da difesa delle greggi, a differenza per esempio del Bergamasco e simili, cani da pastore conduttori e guardiani, sicuramente più intelligenti, che sanno valutare meglio quando c'è una minaccia per le greggi e ti aggrediscono solo quando sei "addosso" al gregge.
Cartelli di avviso ne ho visti tanti in Svizzera e Sud-Tirolo, ma pur rimanendo a notevole distanza dalle greggi, sono stato pedinato e inseguito diverse volte dai Maremmani, nella totale indifferenza dei pastori, che da lontano assistevano la scena.
Per quanto riguarda le nostre montagne, penso che lupi ed orsi nel complesso mangino moooolto meno dei nostri politici ... quindi, basterebbe abolire i loro vitalizi e si potrebbero risarcire tutti i danni per secoli a venire.

Aldo

Poncione hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. August 2017 um 14:19
Dubito che Rosy Bindi e compagnia brutta rinuncino a una sola briciola pur sapendo che qualche escursionista abbia passato guai per questi motivi...

grandemago hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. August 2017 um 18:27
La storia insegna ... prima o poi qualcuno s'incazzerà e li darà in pasto agli orsi e ai lupi!

Passo e chiudo ... non vorrei rovinare la bella relazione di Serzo...

Serzo hat gesagt: RE:
Gesendet am 1. November 2017 um 13:47
Questi pastori sono stati multati!

http://www.montagna.tv/cms/115147/cani-da-guardiania-dal-cai-7-norme-di-comportamento-per-gli-escursionisti-responsabili/

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 29. August 2017 um 14:21
Bel giro, Sergio, nonostante il problema col cane...

Serzo hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. August 2017 um 17:00
Grazie. Conoscevo in Anzasca la Miniera dei Cani, ma con la C maiuscola... Non so se tornerò in quella zona. Ciao

Menek hat gesagt:
Gesendet am 30. August 2017 um 22:12
alla fine hai fatto il giro del Piemonte...

Serzo hat gesagt: RE:
Gesendet am 30. August 2017 um 23:28
:-)))) Dovevi vedere le facce di chi saliva in seggiovia da Burki al Belvedere e guardando giù vedeva uno con la faccia inc....ta e con la piccozza che sbucava dallo zaino!!! Alla fine comunque è stata una gita diversa dalle altre.

Nevermind hat gesagt:
Gesendet am 1. September 2017 um 07:26
Ciao, volevo qualche info sulla gita, che ho messo in programma per l'anno prossimo. Innanzitutto se il percorso è segnato e se ci sono particolari difficoltà di orientamento in caso di nebbia, che mi dicono frequente da quelle parti. Il tratto con le corde (che ti confermo sono di recente posa) è problematico o si va via lisci? Grazie in anticipo, Ciao Giuliano. PS: come tempistica 3h 20' da Pecetto mi sembra veramente ottima, complimenti, io ho sempre sentito parlare di almeno 5 h....

Serzo hat gesagt: RE:
Gesendet am 1. September 2017 um 08:52
Il percorso è segnalato con vernice (e ometti) lungo il sentiero fino al colletto del Pizzo Nero. Dal colletto, solo ometti ma percorso intuitivo: inutile salire verso le due anticime, stai in mezzo alla pietraia e a un certo punto appare anche la vetta vera. Ti confermo che in caso di nebbia va evitata, se si finisce sul lato Battisti-Chiovenda potrebbe essere molto pericoloso ma anche il lato quarazzino non è semplicissimo con scarsa visibilità.

Questione tempi: intanto grazie dei complimenti. Se per tutto ci vogliono 5h, è i cartelli danno 3h30' per il colletto del Pizzo Nero, sarebbe 1h30' dal colletto al Pizzo Bianco. Credo sia troppo, sarà anche senza sentiero e su pietraia, ma sono meno di 500m... Io ci ho messo 1h05'.la differenza la fanno i 1400m da Pecetto al Colletto: se ti piacciono le salite che 'rendono', credo che in meno di 3h sei su. Insomma, 4h totali sono più credibili secondo me.

Questione catena: si va via lisci ma lisce sono anche le placche, e sempre bagnate. É utilissima. Personalmente avrei preferito che proseguisse in su per altri 5 metri, per aiutare la discesa (faccia a valle, un minimo di attenzione ci vuole per arrivare ad afferrare la corda). Dato che capisco che passeresti da lì anche in discesa, valuta magari di evitarla quando dalla vetta stai per arrivare al colletto: come scrivevo, secondo me scendendo liberamente si riesce (non esposto, sembra solo un po' avventuroso ma resti chiuso da due costoloni e non ti puoi perdere).

Nevermind hat gesagt: RE:
Gesendet am 1. September 2017 um 13:07
Grazie! Un'ultima info. Passare dallo Zamboni di quanto allunga il percorso?

Serzo hat gesagt: RE:
Gesendet am 1. September 2017 um 13:38
Non lo so perché alla Zamboni sono arrivato dopo essere disceso ai Burki (proprio a causa del cane). Ma puoi stimarlo. Da Pecetto alla Zamboni quasi due ore ce le metti, dalla Zamboni ai Piani Alti di Rosareccio almeno un'ora (in senso inverso il cartello ai Piani dice 1h20' e il sentiero è quasi in piano. Direi quindi 3h solo fino ai Piani Alti. Non credo convenga, e poi passeresti proprio da dove ho beccato il cagnaccio. La seggiovia aiuta ma devi aspettare le 8:30.La diretta Pecetto-Piani Alti in max 1h45 la fai. Non c è gara.

Serzo hat gesagt: RE:
Gesendet am 1. September 2017 um 13:41
Dalla Zamboni ti conviene ormai salire dal Canalone Chiovenda tenendoti il lato Rosareccio per il ritorno. Ciao

Nevermind hat gesagt: RE:
Gesendet am 1. September 2017 um 15:25
Grazie, gentilissimo e molto chiaro. Non conoscendo la zona, ho fatto bene a chiedere info. Escludo di salire dal Canalone Chiovenda per cui farò il tuo percorso di salita A/R. Ciao Giuliano

Nevermind hat gesagt:
Gesendet am 1. September 2017 um 07:47
Qualche annotazione sulla vicenda del cane. Ero stato in zona a metà luglio (salita al Bivacco Belloni) e non avevo visto nessun cartello riguardante la vicenda. Che io sappia un sindaco può interdire la percorrenza di un sentiero, come è già successo in passato a causa di frane, rottura di tratti attrezzati, esistenza di pericoli oggettivi ecc.. Non sono un esperto di diritto ma mi sembra che mettere dei cartelli come quelli da te citati sia una misura insufficiente e che nello sventurato caso di attacchi subiti da escursionisti non metterebbero al riparo l'amministrazione da un'eventuale richiesta di danni. I maremmani sono dei cani problematici, di non facile gestione, il cui utilizzo in zone con alta frequentazione di escursionisti andrebbe attentamente monitorata, cosa che non avviene mai, purtroppo. Ciao Giuliano

Serzo hat gesagt: RE:
Gesendet am 1. September 2017 um 08:17
La zona incriminata é quella racchiusa tra il torrente Anza, il Pizzo Nero e la crestina che dalle anticime del Pizzo Bianco scende verso la Zamboni. Praticamente il Rosareccio. Il Belloni resta dall'altra parte. Il cartello purtroppo non l ho fotografato, al ritorno mi è sfuggito, ma non vieta il passaggio (forse perché, come dici tu, non potrebbe farlo). Vero che il Comune potrebbe avere problemi, ma anche per noi non credo darebbe facile dimostrare che non abbiamo fatto nulla per provocare... Ciao, Sergio


Kommentar hinzufügen»