Pizzo Nero e Pizzo Bianco da Isella (Macugnaga) - Valle Anzasca
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Il Pizzo Bianco, noto soprattutto per essere un belvedere eccezionale sulla parete Est del Rosa, viene raggiunto normalmente dal frequentato versante del Rifugio Zamboni. In questa occasione lo abbiamo salito in combinazione con il Pizzo Nero, grande mole triangolare che, nonostante incomba su Macugnaga, riceve sicuramente molte meno visite del suo vicino.
Diciamo subito che la parte più interessante del percorso è stata proprio la salita al Pizzo Nero dalla cresta Est.
Al ritorno siamo scesi in Val Quarazza, passando dai Laghetti del Ligher, appartati e solitari, posti su un terrazzo sospeso che non sembra appartenere a questo mondo.
Note tecniche
La difficoltà maggiore consiste nel raggiungere la quota 2396 m CNS dove inizia la cresta Est del Pizzo Nero. Si tratta di scegliere i passaggi migliori per superare un ripido pendio esposto a N, dove occorre saggiare con attenzione ogni appiglio perché la qualità della roccia è mediocre. La cresta presenta poi dei risalti di buona roccia che possono essere aggirati sui prati del versante sud (tranne quello finale, comunque non difficile). Più impegnativa ma aggirabile in blocco la prosecuzione della cresta verso il Colletto del Pizzo Nero.
La salita al Pizzo Bianco dal Colletto del Pizzo Nero non presenta difficoltà, se non di orientamento in caso nebbia.
Da Isella al Pizzo Nero per la cresta Est
Con Ferruccio parto dal grande parcheggio di Isella, situato subito dopo il ponte sull'Anza. Raggiunto il Lago della Fate / loc. Quarazza, prendiamo il sentiero segnalato che porta sul pianoro panoramico dell'Alpe Bletz (CNS Bletza 1699 m).
La vista da qui con le prime luci del mattino è veramente splendida.
Proseguiamo verso l'Alpe Schiena dei Bletz (CNS Schena 1940 m), posto su un pianoro ancora più panoramico del precedente, dove terminano i segnavia.
Fino qui 1:45 da Isella.
Seguiamo una traccia che sale lungo il percorso del tubo dell'acqua. Giunti nei pressi della quota 2171 CNS, la traccia termina e il percorso diventa di libera interpretazione.
Ci portiamo alla base del ripido pendio di rocce ed erba sottostante la quota 2396 CNS e lo superiamo sfruttando un ripido canalino erboso che in alto si chiude su roccette umide e poco stabili (II). Ci spostiamo quindi a sinistra (E) su erba e superiamo un altro salto sfruttando un secondo canalino, con caratteristiche simili al precedente. Cercando i passaggi migliori raggiungiamo così il punto di inizio della cresta. Vista mozzafiato sulla Valle Anzasca.
Qualche risalto roccioso lo superiamo sul filo, con passaggi di facile arrampicata, poi la cresta diviene meno accidentata ma aumenta la pendenza. Senza incontrare difficoltà arriviamo su un anticima che cela i resti di una stazione meteo caduta. Con un'ultima risalita su rocce ben appigliate (I), arriviamo sulla cima principale del Pizzo Nero (2738 m), dove ad indicare la vetta troviamo solo un vecchio palo di legno.
Tempi: 4:40 lorde da Isella
Dal Pizzo Nero al Colletto del Pizzo Nero
Proseguiamo lungo la cresta ma appare presto evidente che, dopo un intaglio, c'è un risalto affilato con passaggi obbligatori su roccia, piuttosto esposti.
Ritorniamo quindi nei pressi della cima principale e ci caliamo per circa 80 m di dislivello su ripidi prati cosparsi di roccette in direzione Sud Ovest fino alla base della parete che scende dal tratto impegnativo della cresta. Traversiamo sotto le rocce verso Ovest e ci immettiamo sul sentiero segnalato che sale dai Laghetti del Ligher (e che percorreremo integralmente al ritorno).
Raggiungiamo così il Colletto del Pizzo Nero (circa 2720 m, non indicato sulle mappe consultate), valico che mette in comunicazione la Val Quarazza con la zona di Rosareccio.
Tempi: 30', al netto del tentativo iniziale di proseguire lungo la cresta
Dal Colletto del Pizzo Nero al Pizzo Bianco
Si percorre inizialmente il colmo di una dorsale su rocce piatte poi, guidati da una teoria di ometti, su pietraie e sfasciumi in un ambiente lunare a Sud della cresta, incontrando qualche nevaio e un piccolo relitto glaciale, fino alla madonnina posta sulla sommità del Pizzo Bianco (3215 m).
Guardando verso la Punta Grober e la parete Est del Monte Rosa, è tutto un susseguirsi drammatico di pendii tormentati e repulsivi, ambienti affascinanti e grandiosi la cui fisionomia è segnata dai crolli. E' una visione sublime ma al tempo stesso infernale, il regno dei cosiddetti "pericoli oggettivi".
Dall'altra parte, verso lo sbocco della Valle Anzasca, viene facile riconoscere montagne note, che viste dal basso ci erano sembrate imponenti, e constatare che da qui sono solo vertici minori sul profilo di creste che sfumano verso l'orizzonte. Si distingue chiaramente in lontananza, in virtù più dell'isolamento che della quota, il largo profilo del Monte Barone, sagoma scura sullo sfondo di foschie che oggi nascondono la dorsale appenninica.
Tempi: 1:30 dal colletto del Pizzo Nero; 7 ore (lorde) da Isella
Dal Pizzo Bianco a Isella passando dai Laghetti del Ligher
Ritorniamo nei pressi del Colletto del Pizzo Bianco e prendiamo il sentiero che scende sul versante Sud. Il percorso è segnalato da vernice b/r recente ma il calpestio a tratti è del tutto assente. Il terreno è prevalentemente erboso, mediamente ripido, e richiede costante attenzione perché è molto facile scivolare sulle rocce ricoperte di erba.
Arriviamo ai Laghetti del Ligher (circa 2560 m), due occhi che guardano il cielo, immersi nel silenzio.
Scendiamo ancora fino ai ruderi dell'Alpe Ligher (2142 m), attraversiamo un torrente portandoci sulla destra idrografica e, giunti nei pressi dell'Alpe Caspisana di Fuori (che non si raggiunge), i segni portano verso Ovest, a riattraversare un altra volta il torrente. Da qui in avanti il calpestio è evidente e il sentiero è stato ben ripulito di recente. Si incontrano dei tratti gradinati, si passa davanti ad una grande balma (Balma di Mezzo / Ender Balmu) e si arriva all'Alpe Balma di Sotto (quota 1544 m CNS). In breve ci si immette sul sentiero di fondovalle a monte del sito minerario abbandonato di Crocette e si ritorna al Lago delle Fate.
Dal lago imbocchiamo il sentiero segnalato per Motta e, con una bella mulattiera in un fitto bosco, ritorniamo a Isella, punto di partenza di questa lunga escursione.
Tempi: 4 ore
Diciamo subito che la parte più interessante del percorso è stata proprio la salita al Pizzo Nero dalla cresta Est.
Al ritorno siamo scesi in Val Quarazza, passando dai Laghetti del Ligher, appartati e solitari, posti su un terrazzo sospeso che non sembra appartenere a questo mondo.
Note tecniche
La difficoltà maggiore consiste nel raggiungere la quota 2396 m CNS dove inizia la cresta Est del Pizzo Nero. Si tratta di scegliere i passaggi migliori per superare un ripido pendio esposto a N, dove occorre saggiare con attenzione ogni appiglio perché la qualità della roccia è mediocre. La cresta presenta poi dei risalti di buona roccia che possono essere aggirati sui prati del versante sud (tranne quello finale, comunque non difficile). Più impegnativa ma aggirabile in blocco la prosecuzione della cresta verso il Colletto del Pizzo Nero.
La salita al Pizzo Bianco dal Colletto del Pizzo Nero non presenta difficoltà, se non di orientamento in caso nebbia.
Da Isella al Pizzo Nero per la cresta Est
Con Ferruccio parto dal grande parcheggio di Isella, situato subito dopo il ponte sull'Anza. Raggiunto il Lago della Fate / loc. Quarazza, prendiamo il sentiero segnalato che porta sul pianoro panoramico dell'Alpe Bletz (CNS Bletza 1699 m).
La vista da qui con le prime luci del mattino è veramente splendida.
Proseguiamo verso l'Alpe Schiena dei Bletz (CNS Schena 1940 m), posto su un pianoro ancora più panoramico del precedente, dove terminano i segnavia.
Fino qui 1:45 da Isella.
Seguiamo una traccia che sale lungo il percorso del tubo dell'acqua. Giunti nei pressi della quota 2171 CNS, la traccia termina e il percorso diventa di libera interpretazione.
Ci portiamo alla base del ripido pendio di rocce ed erba sottostante la quota 2396 CNS e lo superiamo sfruttando un ripido canalino erboso che in alto si chiude su roccette umide e poco stabili (II). Ci spostiamo quindi a sinistra (E) su erba e superiamo un altro salto sfruttando un secondo canalino, con caratteristiche simili al precedente. Cercando i passaggi migliori raggiungiamo così il punto di inizio della cresta. Vista mozzafiato sulla Valle Anzasca.
Qualche risalto roccioso lo superiamo sul filo, con passaggi di facile arrampicata, poi la cresta diviene meno accidentata ma aumenta la pendenza. Senza incontrare difficoltà arriviamo su un anticima che cela i resti di una stazione meteo caduta. Con un'ultima risalita su rocce ben appigliate (I), arriviamo sulla cima principale del Pizzo Nero (2738 m), dove ad indicare la vetta troviamo solo un vecchio palo di legno.
Tempi: 4:40 lorde da Isella
Dal Pizzo Nero al Colletto del Pizzo Nero
Proseguiamo lungo la cresta ma appare presto evidente che, dopo un intaglio, c'è un risalto affilato con passaggi obbligatori su roccia, piuttosto esposti.
Ritorniamo quindi nei pressi della cima principale e ci caliamo per circa 80 m di dislivello su ripidi prati cosparsi di roccette in direzione Sud Ovest fino alla base della parete che scende dal tratto impegnativo della cresta. Traversiamo sotto le rocce verso Ovest e ci immettiamo sul sentiero segnalato che sale dai Laghetti del Ligher (e che percorreremo integralmente al ritorno).
Raggiungiamo così il Colletto del Pizzo Nero (circa 2720 m, non indicato sulle mappe consultate), valico che mette in comunicazione la Val Quarazza con la zona di Rosareccio.
Tempi: 30', al netto del tentativo iniziale di proseguire lungo la cresta
Dal Colletto del Pizzo Nero al Pizzo Bianco
Si percorre inizialmente il colmo di una dorsale su rocce piatte poi, guidati da una teoria di ometti, su pietraie e sfasciumi in un ambiente lunare a Sud della cresta, incontrando qualche nevaio e un piccolo relitto glaciale, fino alla madonnina posta sulla sommità del Pizzo Bianco (3215 m).
Guardando verso la Punta Grober e la parete Est del Monte Rosa, è tutto un susseguirsi drammatico di pendii tormentati e repulsivi, ambienti affascinanti e grandiosi la cui fisionomia è segnata dai crolli. E' una visione sublime ma al tempo stesso infernale, il regno dei cosiddetti "pericoli oggettivi".
Dall'altra parte, verso lo sbocco della Valle Anzasca, viene facile riconoscere montagne note, che viste dal basso ci erano sembrate imponenti, e constatare che da qui sono solo vertici minori sul profilo di creste che sfumano verso l'orizzonte. Si distingue chiaramente in lontananza, in virtù più dell'isolamento che della quota, il largo profilo del Monte Barone, sagoma scura sullo sfondo di foschie che oggi nascondono la dorsale appenninica.
Tempi: 1:30 dal colletto del Pizzo Nero; 7 ore (lorde) da Isella
Dal Pizzo Bianco a Isella passando dai Laghetti del Ligher
Ritorniamo nei pressi del Colletto del Pizzo Bianco e prendiamo il sentiero che scende sul versante Sud. Il percorso è segnalato da vernice b/r recente ma il calpestio a tratti è del tutto assente. Il terreno è prevalentemente erboso, mediamente ripido, e richiede costante attenzione perché è molto facile scivolare sulle rocce ricoperte di erba.
Arriviamo ai Laghetti del Ligher (circa 2560 m), due occhi che guardano il cielo, immersi nel silenzio.
Scendiamo ancora fino ai ruderi dell'Alpe Ligher (2142 m), attraversiamo un torrente portandoci sulla destra idrografica e, giunti nei pressi dell'Alpe Caspisana di Fuori (che non si raggiunge), i segni portano verso Ovest, a riattraversare un altra volta il torrente. Da qui in avanti il calpestio è evidente e il sentiero è stato ben ripulito di recente. Si incontrano dei tratti gradinati, si passa davanti ad una grande balma (Balma di Mezzo / Ender Balmu) e si arriva all'Alpe Balma di Sotto (quota 1544 m CNS). In breve ci si immette sul sentiero di fondovalle a monte del sito minerario abbandonato di Crocette e si ritorna al Lago delle Fate.
Dal lago imbocchiamo il sentiero segnalato per Motta e, con una bella mulattiera in un fitto bosco, ritorniamo a Isella, punto di partenza di questa lunga escursione.
Tempi: 4 ore
Tourengänger:
atal

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