Cresta Signal-Monte Rosa (4554 m)
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Era da tempo che la cresta Signal faceva parte della wishlist, e non solo nella mia, ma anche in quella di Marta, che guarda questa cresta fin dai primi anni di vita.
Destino vuole che, all'immediata proposta di percorrerla questo week end, Marta e Marco accettano il nostro invito senza titubare.
Già affrontata più volte sia da Raffaele che da Marco, per noi donne sarà la prima e sarà speciale come poche altre.
Arrivati ad Alagna nel primo pomeriggio, continuiamo dritti sulla strada principale fino a raggiungere il grande parcheggio gratutito a circa 1.5 km dal centro di Alagna (località Wold). Da qui prendiamo al volo una navetta che ci porta al punto di partenza: Cascata dell'Acqua Bianca (2.50€ pp). Il transito per questa località è vietato.
GIORNO 1:
Dalla località Cascata dell'Acqua Bianca il sentiero escursionistico si fa strada fra giovani abeti passando dalla Caldaia del Sesia, dove scorre il torrente Sesia. Il sentiero sale dolcemente fino al pendio sotto il rifugio Ferrero, passando anche da un grazioso giardino botanico (segnalato). Saliamo dal pendio in direzione ovest fino a Q2180m dove il sentiero piega in direzione est fino il Rifugio Barba Ferrero (Q2246m). Qui ci rinfreschiamo con dell'acqua fresca della sorgente e scambiamo due chiacchiere a titolo informativo con il gentile rifugista. Ci comunica che oggi già 8 alpinisti sono saliti al Bivacco Resegotti da questo versante, ed altri sarebbero potuti salire da Macugnaga. Ci conforta comunicandoci che il bivacco dispone di ben 20 posti letto. Se pur il Rifugio risulta molto accogliente e pulito (bagni eccezionali!)... ed il cibo sfizioso... decidiamo saggiamente di proseguire come da piano iniziale.
Il sentiero continua ripido a stretti zig zag dietro il rifugio, senza nessun bollo ma evidente (presente anche un sentiero più a est da non seguire), fino a raggiungere un pianoro sassoso dove incontriamo un gruppo di stambecchi. Da qui proseguiamo seguendo i vari ometti a volte nascosti fra i grandi massi fino a calpestare la prima neve. Tracce di precedenti alpinisti facilitano la progressione anche senza ramponi.
Siamo a Q3000m circa e cominciamo a svoltare progressivamente verso ovest. Superiamo il breve tratto ripido di ghiacciaio prestando molta attenzione ai tratti ghiacciati, se pur pochi, ed ai 2 piccoli crepacci posti poco prima le roccette finali. Siamo così quasi giunti all'arrivo della giornata. Superiamo rapidamente lo sfasciume terminale, a tratti attrezzato, sotto gli occhi di una presunta guida alpina che ci sconforta prima ancora di mettere piede nel bivacco: posti letto al completo.
Fortunatamente riusciamo a farci spazio fra i già dormienti alpinisti. Passeremo una notte calda ed umida.
Il Bivacco Resegotti è posto in un punto panoramico pazzesco a Q3624m. E' composto da una piccola stanza uso cucina, fornita di gas, una stufa, un tavolo e 2 panche, ed una stanza più grande, il dormitorio: circa 20 posti letto STRETTI suddivisi in 2 piani, fornito di coperte e materassi.
Dati Tecnici:
Ora di partenza: 14.55
Ora di arrivo al Bivacco: 20.45
Dislivello positivo: 2074 m
Tempo escluse pause: 5.00 h circa
GIORNO 2:
La sveglia suona dopo che molti alpinisti avevano già lasciato il bivacco. Saremo noi a chiudere i battenti dell'alloggio partendo alle prime luci dell'alba, ore 5.30 circa. Il cielo sfuma di colori blu e rosa e la neve brilla ai primi raggi caldi del sole che la colpiscono. Un alba che ci dona la giusta carica per l'impegnativa salita che ci aspetta.
Il nostro percorso è ovvio e ben visibile, la cresta in direzione NW, la famosa Signal.
Tutto pronto: ramponi, imbrago, piccozza, 2 cordate e tanta voglia di far fatica.
Il primo tratto è un susseguirsi di passaggi fra cresta nevosa abbastanza esposta e passaggi su massi e sfasciumi, poco simpatici con i ramponi. La neve è in buone condizioni ed è presente solamente nel primo tratto fino il vero inizio della cresta, ed al termine di essa.
Superato il Passo Signal inizia il vero divertimento fatto di passaggi d'arrampicata da II a IV grado su roccia più o meno stabile, seguendo la linea che Raffaele ricorda e dai segni di vecchie e nuove ramponate su roccia. A questo punto toglieremo i ramponi per procedere più rapidamente. La cresta si fa più larga e la si percorre leggermente sulla sinistra puntando una risalto. Prima di giungere a questo risalto, sono presenti delle rocce bianche di granito che è meglio evitare, essendo piuttosto lisce, stando sempre sulla sinistra del filo di cresta su sfasciumi. Il gendarme lo si supera agevolmente sulla sua destra dove si trova un canale di III grado. Al suo termine si continua lungo la cresta con tratti di roccette/sfasciumi che si alternano a tratti di neve, stando sulla destra rispetto ai grossi gendarmi presenti in cresta. Si arriva così sotto una paretina dall’aspetto difficile. La si aggira salendo una grossa fessura che obliqua verso destra (II/IV-, fessure per friend medio). Su terreno misto si continua lasciando sulla propria sinistra i gendarmi fino alla base della larga parete verticale con una caratteristica venatura bianca a forma di “S” (da non salire direttamente). Per affrontare quest’ultimo tratto (Q4100 m circa) decidiamo di indossare i ramponi, per affrontare in sicurezza i tratti più ghiacciati che troviamo. Proseguiamo sempre in conserva, assicurandoci con protezioni veloci (friend) solo nei tratti più tecnici. Inoltre, il vento comincia a soffiare talmente forte che mi costringe a tratti ad abbassare il baricentro ed infilare le dita nella neve. Si continua sulla cresta ora nevosa fino ad un risalto di roccia di un paio di metri (IV-), che supero poco elegantemente con i ramponi ai piedi….nell’alpinismo tutto è concesso!
La salita è per me impegnativa, inizialmente tutto scorre via velocemente e con scioltezza, ovviamente prestando sempre molta attenzione, ma a 3/4 della cresta ho iniziato a sentire la stanchezza psico-fisica, ai miei occhi la Capanna Regina Margherita era ancora molto distante. Il mio compagno di cordata è tranquillo e sereno come fosse su una poltrona davanti a un camino a bersi del te caldo... raggruppo la forza di volontà e la determinazione e proseguo.
Si continua sulla cengia nevosa (discendere per alcuni metri sulla sinistra) che si segue per 25/30 metri sino a trovare la base di un diedro. Da qui si sale il diedro fra blocchi (IV, possibilità di proteggersi con un friend medio) e poi si continua a sinistra lungo una cengia fino al pendio di neve dal quale si torna a vedere la Capanna Margherita. Si prosegue ora su terreno misto rimanendo sulla destra per evitare le scariche di sassi, puntando al filo di cresta. Prima di mettere i piedi sul ghiacciaio sommitale, occorre superare dei risalti con dei passaggi d'arrampicata "atletici" (III/IV).
Ci congratuliamo con Marta e Marco, arrivati già da qualche minuto e ci concediamo una pausa e le dovute foto ricordo.
Dal terrazzo ammiro tutta la strada percorsa e non ci credo neanch'ora, da quel punto a qui, una sinuosa cresta, cavalcata con le sole mie gambe e tanta testa ed un compagno fantastico, sono FELICE. Un panorama osservato già due volte ma mai pensato che solamente dopo un anno o due sarei salita proprio da li... Grazie ;)
Ora è una passeggiata, classica discesa dalla via normale con tracce ben visibili per tutto il tratto. Passato il Col del Lys, una distesa di crepacci ci lascia a bocca aperta, una condizione tale qui non l'abbiamo mai vista. Un sapore amaro difficile da scordare. Il tratto fra il Rifugio Gnifetti ed il Mantova è quasi una grossa pozza d'acqua.
Scendiamo dal sentiero attrezzato con canaponi che parte dalle roccette in direzione Rif. Mantova. Da questo arriviamo al ghiacciaio che scende dalla Punta Giordani, anche questo in pessime condizioni: pozzanghere d'acqua cristallina con fondo ghiacciato.
Marta e Marco, giunti a Punta Indren, decidono di scendere a piedi, mentre io e Raffaele sceglieremo la soluzione più comoda, quella della funivia.
Dati Tecnici:
Ora di partenza: 5.30
Ora arrivo Capanna Regina Margherita: 12.30
Ora di arrivo a Indren: 15.45
Dislivello positivo: 1100 m
Tempo escluse pause: 9.00 h circa
"Non esistono proprie montagne, si sa, esistono però proprie esperienze. Sulle montagne possono salirci molti altri, ma nessuno potrà mai invadere le esperienze che sono e rimangono nostre." W. Bonatti
... e le emozioni provate...

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