Al Rifugio Barba-Ferrero (m 2247)
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Un altra puntata esplorativa su questo versante del Monte Rosa a me un po' sconosciuto. Una facile escursione adatta a tutti coloro che hanno un minimo di gamba e che amano gli ambienti alpini.
DIFFICOLTÀ. Percorso escursionistico ben segnalato.
QUOTA MASSIMA: m 2277 poco prima di raggiungere il rifugio.
QUOTA MINIMA: m 1500 all'Acqua Bianca.
DISTANZA: km 8,6
TEMPO DI SALITA: 2h 15'
TEMPO DI DISCESA: 1h 35'
NOTE SUL PERCORSO. Non c'è molto da dire in più a quanto già indicato nell'apposita sezione. Si tratta di un'escursione semplice adatta a tutti su sentieri sempre ben segnalati.
Gli ambienti attraversati sono quelli tipici dell'alta montagna; grandiose le viste sul gruppo del Monte Rosa (si è proprio sotto la Capanna Margherita); purtroppo non era la giornata giusta.
METEO. Inizialmente soleggiato, poi le nubi sono aumentate addensandosi lungo le creste. Nel pomeriggio anche un po' di pioggia.
CURIOSITA'.- Forse non è molto noto, ma il Monte Rosa, oltre ad essere ricco di ghiacci, si magnifiche cime, di ambienti affascinanti, è anche ricco d'oro. Ricco è un termine sicuramente esagerato, ma è uno dei pochissimi luoghi italiani in cui si trova il nobile metallo; è talmente abbondante che non è neppure economico estrarlo!
Dal sito del Comune di Alagna si apprende che:
"I giacimenti auriferi del Monte Rosa sono, senza dubbio, i più importanti delle Alpi occidentali: la loro coltivazione si perde nella memoria storica.
A partire dal 1500 le attività minerarie ebbero un notevole sviluppo dapprima con la nobile famiglia d’Adda e successivamente, nel 1700, con la gestione diretta dello stato sabaudo.
Fu nel 1752 che i giacimenti auriferi di Alagna vennero inclusi in un piano di coltivazione delle Regie finanze dei Savoia dal cavaliere Nicolis de Robilant di ritorno dalla Germania dove, nelle miniere e fonderie della Savoia e della Boemia, aveva acquistato l’esperienza necessaria. Si trattava di gestione diretta da parte dello Stato e questo durò fino al 1771, anno nel quale "...le tre miniere aurifere di Alagna dette di S. Maria di Stofful, Cava Vecchia e Borso..." furono concesse via via a vari privati, i quali proseguirono le attività sino al 1890, quando fece la sua apparizione la società inglese “Monte Rosa Gold Mining Company Limited”.
Ma anche questa, sia per i mezzi usati sia per mancanza di capitali, dovette cessare la sua attività pochi anni dopo e decise nel 1905 di cedere i diritti di sfruttamento ad un’altra società, “THE NEW MONTE ROSA GOLD MINING COMPANY LIMITED ”, che riprese i lavori all’inizio del 1906 sotto la direzione dell’ingegnere Pietro Catzigera.
La sua compagnia nello sfruttare le miniere, adottò nuovi sistemi di trattamento del minerale, anzitutto applicando metallurgicamente il principio della galvanoplastica. La direzione dell' ing. Catzigera ebbe grande importanza sociale ed economica. Infatti il giovane direttore aveva stabilito che ogni operaio prima di essere assunto venisse sottoposto, a spese della società, ad una accurata visita medica successivamente ripetuta ogni mese.
Nel 1938 la miniera passò sotto l' AMMI - Azienda Minerali Metallici Italiani, ma non fu eseguito nessun lavoro. Negli anni del dopoguerra trovarono lavoro solo 5-6 operai; nel 1956 la nuova società "Gold Mining Monte Rosa" presentò faraonici progetti, ma nel '58 dichiarò fallimento e la miniera d'oro chiuse definitivamente."
DIFFICOLTÀ. Percorso escursionistico ben segnalato.
QUOTA MASSIMA: m 2277 poco prima di raggiungere il rifugio.
QUOTA MINIMA: m 1500 all'Acqua Bianca.
DISTANZA: km 8,6
TEMPO DI SALITA: 2h 15'
TEMPO DI DISCESA: 1h 35'
NOTE SUL PERCORSO. Non c'è molto da dire in più a quanto già indicato nell'apposita sezione. Si tratta di un'escursione semplice adatta a tutti su sentieri sempre ben segnalati.
Gli ambienti attraversati sono quelli tipici dell'alta montagna; grandiose le viste sul gruppo del Monte Rosa (si è proprio sotto la Capanna Margherita); purtroppo non era la giornata giusta.
METEO. Inizialmente soleggiato, poi le nubi sono aumentate addensandosi lungo le creste. Nel pomeriggio anche un po' di pioggia.
CURIOSITA'.- Forse non è molto noto, ma il Monte Rosa, oltre ad essere ricco di ghiacci, si magnifiche cime, di ambienti affascinanti, è anche ricco d'oro. Ricco è un termine sicuramente esagerato, ma è uno dei pochissimi luoghi italiani in cui si trova il nobile metallo; è talmente abbondante che non è neppure economico estrarlo!
Dal sito del Comune di Alagna si apprende che:
"I giacimenti auriferi del Monte Rosa sono, senza dubbio, i più importanti delle Alpi occidentali: la loro coltivazione si perde nella memoria storica.
A partire dal 1500 le attività minerarie ebbero un notevole sviluppo dapprima con la nobile famiglia d’Adda e successivamente, nel 1700, con la gestione diretta dello stato sabaudo.
Fu nel 1752 che i giacimenti auriferi di Alagna vennero inclusi in un piano di coltivazione delle Regie finanze dei Savoia dal cavaliere Nicolis de Robilant di ritorno dalla Germania dove, nelle miniere e fonderie della Savoia e della Boemia, aveva acquistato l’esperienza necessaria. Si trattava di gestione diretta da parte dello Stato e questo durò fino al 1771, anno nel quale "...le tre miniere aurifere di Alagna dette di S. Maria di Stofful, Cava Vecchia e Borso..." furono concesse via via a vari privati, i quali proseguirono le attività sino al 1890, quando fece la sua apparizione la società inglese “Monte Rosa Gold Mining Company Limited”.
Ma anche questa, sia per i mezzi usati sia per mancanza di capitali, dovette cessare la sua attività pochi anni dopo e decise nel 1905 di cedere i diritti di sfruttamento ad un’altra società, “THE NEW MONTE ROSA GOLD MINING COMPANY LIMITED ”, che riprese i lavori all’inizio del 1906 sotto la direzione dell’ingegnere Pietro Catzigera.
La sua compagnia nello sfruttare le miniere, adottò nuovi sistemi di trattamento del minerale, anzitutto applicando metallurgicamente il principio della galvanoplastica. La direzione dell' ing. Catzigera ebbe grande importanza sociale ed economica. Infatti il giovane direttore aveva stabilito che ogni operaio prima di essere assunto venisse sottoposto, a spese della società, ad una accurata visita medica successivamente ripetuta ogni mese.
Nel 1938 la miniera passò sotto l' AMMI - Azienda Minerali Metallici Italiani, ma non fu eseguito nessun lavoro. Negli anni del dopoguerra trovarono lavoro solo 5-6 operai; nel 1956 la nuova società "Gold Mining Monte Rosa" presentò faraonici progetti, ma nel '58 dichiarò fallimento e la miniera d'oro chiuse definitivamente."
Tourengänger:
Alberto C.

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