Dalla Tete Noire 2820 m alla Pointe de la Pierre 2653 m
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Dopo aver pernottato a Sarre, ci svegliamo con la quasi certezza (meteo e locals tutti concordi) di avere una bella giornata, invece…una bella coltre nuvolosa copre l’intera valle, che giornata di M è quello che ci vien da dire!
Fatta colazione raggiungiamo Pila. Qualche sprazzo di azzurro c’è ma a prevalere sono le nubi.
Imbocchiamo il sentiero per il rifugio Arbolle, risalendo, fino all’Alpe Chamolè, le piste da sci. Qui finalmente inizia il sentiero che raggiunge prima il lago e in seguito il P.so Chamolè. Fino a qui tutto noto, ora arriva la parte nuova.
Dopo una breve sosta riprendiamo a salire alla Tete Noire. Il sentiero è ripido e piuttosto esposto e va percorso con attenzione specialmente se fatto in discesa.
Superati questi duecento metri circa, sbuchiamo a una sorta di colletto, con vista, se ci fosse, eccezionale sulla Grivola. Un piattone prativo che non ci aspettavamo e alla nostra dx la croce di vetta. Altra breve sosta e proseguiamo in direzione della Pointe Valletta, la cui croce è già ben visibile. Dopo un traverso si prende a salire tra massi, poi ancora sentiero e con questa alternanza raggiungiamo la cima.
La discesa sull’altro versante è un sentiero attrezzato. Su suggerimento del gestore del rifugio Arbolle ci siamo portati il kit da ferrata e non ce ne siamo pentiti. Il sentiero non ha difficoltà tecniche ma ci sono almeno un paio di punti piuttosto esposti, dove il fatto di essere assicurati non ha dato fastidio.
La cresta termina improvvisamente su una dorsale prativa, dove sotto si vede il Colle Tsa Setze. Tolto tutto, scendiamo velocemente al colle. Il tempo alle nostre spalle è sempre tendente al brutto, davanti a noi sembra un poco meglio e visto che lungo la cresta ci sono più punti di fuga, decidiamo di proseguire.
Ora il percorso torna a essere più tranquillo, si cammina solamente e con vari sali scendi passiamo la Pointe Tsa Setze, la Pointe de Monpers e la Piatta di Gravon. Subito dopo, la seconda via di discesa, ma noi continuiamo.
Saliamo alla Pointe de Couis dove il piccolo Bivacco Arno ci offre il riparo per la sosta panino.
Scendiamo quindi al Col du Drinc, altra via di fuga ma, ormai il tempo sembra in fase di miglioramento per cui saliamo al Pointe du Drinc, rovinata dalla presenza di tre pannelli. Un vero peccato perché la roccia chiara di cui è costituita la rende diversa da tutto il resto.
Scendiamo a un successivo colletto e con un ultimo sforzo saliamo alla Pointe de la Pierre, cresta terminata!
Torniamo all’ultimo colletto e cominciamo la discesa verso Pila.
Dopo un primo tratto su sentiero cominciamo a incrociare le varie strade e piste del comprensorio sciistico.
Dove possibile tagliamo le strade fino a raggiungere l’ultima che seguiremo fino alle prime case. Passiamo sotto il tunnel, che potrebbe essere usato per un film dell’orrore e usciamo direttamente al posteggio.
Bellissima cresta che consiglio vivamente. L’unica parte un poco tecnica è la discesa dalla Pointe Valletta. Purtroppo, nonostante abbiamo avuto sempre un’ottima visibilità, sia i ghiacciai sia le grandi cime della Valle d’Aosta ci sono mancati ma è stato bello lo stesso!
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