Monte Torriggia, Q. 1600 circa.
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Che fosse tutta colpa della strega della Val Cannobina, che mi odia e perseguita da anni in tutti i modi, l' ho pensato dopo.
Dopo che, ridiscesa dalla cresta che porta dal Torriggia all' alpe Pluni senza aver toccato la vetta, con la coda tra le gambe, si sia rimesso a piovere di brutto, con poco rassicuranti brontolii di temporali sbruffando da ogni dove!
Tutte le sfumature Pantone tra il grigio e l' ocra, il mio sentiero! Perché posto su un' estesa vena di porfido. Una gioia per gli occhi, passare da una sfumatura all' altra, quasi simili, mai esattamente uguali. E, al gioco dell' osservazione attenta e deliziata, si dilata il tempo a dismisura...
(E intanto, ma io non lo sapevo ancora, nell' ombra tramava la mia perdita la perfida strega...)
Gioia per gli occhi, ma invece, che afa!
Partita ad orari più tardivi di quelli celebri dell' amico GIBI, che afa, ragazzi! che afa, anche se dai Gridoni scendono fresche rade folate, che afa!
Gioia per i piedi. Si cammina calpestando i colori più belli.
L' argento, l' arancione, l' ocra, l' oro, il rosso scuro, il giallo, il paglia, il marroncino, l' azzurrognolo, il celeste: una paletta che sarebbe piaciuta a Van Gogh!
Si cammina calcando la paletta di Van Gogh, incredibile lusso! gioia per gli occhi!
E intanto si dilata il tempo a dismisura...
...Grigissimi sono i cieli della Zeda e delle sue compagne della Val Grande: se piogge ci saranno, da loro arriveranno, e se temporali si avvicineranno...
...Ma è ancora presto per i temporali (Meteosvizzera li ha previsti per la notte), e il Torriggia non sembra una meta cattiva...
(Cattiva, lo è solo la mia strega, anche se a lei io nemmeno ci penso.)
Arrivata all' alpe Pluni, ecco un gregge di pecore, poi ci sono i cani, una coppia e il loro bellissimo cucciolo dalla zampa nera e gli occhi dolci. Vuol giocare, festoso s' avvicina! Vogliono i tre condividere un pugno di frutta secca, s' avvicinano contenti, ma il pastore li sgrida e scaccia. S' avvicinano due asini a curiosare, affamati di sale mi leccano una mano, un braccio.
Un cartello indica il Torriggia dritto di fronte al rifugio.
Perché consultare la cartina?
Perché non aver letto relazioni su "hikr", stamattina?
Il cartello dice: dritto, si sale la diretta. Con tutti i crismi.
E difatti salgo dritta in direzione della cresta che mi porterà alla cima che rimane sulla destra. Devio rapidamente verso questa' ultima direzione, seguendo un immaginaria lunga diagonale che dall' alpe sale alla cima.
Ma proprio ora doveva iniziare a piovere? A brontolare, oh lontano, molto lontano! il temporale?
Siamo nel bosco. Solo tracce, niente chiaro sentiero, tante tracce. Fatico a trovare passaggi tra rami a terra, fitta vegetazione sferzante, innumerevoli radici, roccette da scalare, massi da contornare, ma è una ricerca divertente! Ogni tanto si tocca con occhi e piedi il vuoto sulla val Vigezzo, ogni tanto lo scosceso bosco a destra, sulla val Cannobina, seguendo tracce, ora più chiaramente sentiero.
Usciamo dal bosco.
Sbuco su un minuscolo prato, preludio alla cresta che porta in vetta.
Eh si, perché questa è una cresta con tutti crismi: a occhio un T4 - I ci sta proprio!
Pioviggina, giusto quel che ci vuole per render scivolose rocce, erba...
Tocco con gli occhi il vuoto a venire...
Tasto con i piedi il bagnato...
E con la coda tra le gambe ridiscendo a Pluni. Seguendo altre tracce di sentieri, un altra diagonale immaginaria, poi dritta giù per la faggeta, a raggiungere il sentiero che da Pluni scende a Corsolo, proprio quello che pensavo di seguire, a cima fatta, per in anello tornare a Finero.
Il pastore, che già sembrava molto dubbioso nei miei confronti:
"Beh, gli arriva una tipa in gonnellina e reggiseno, colorata come un arcobaleno, in pieno pomeriggio di una giornata uggiosa, posso anche capirlo!"
il pastore mi guarda dubbioso.
Piove ora a catinelle, e entro al riparo del rifugio. Il pastore è di poche parole e mi guarda con un lungo silenzio. E' chiaramente est europeo e non credo capisca tutto quel che dico. Mi offre però un caffè che accetto volentieri. La stufa a legna fa molta fatica a mettersi in moto, anzi, ne esce un denso fumo che mi fa tossire. Caffè che mi brucia labbra e gola, caffè al gusto di fumo, mai bevuto un caffè che così poco abbia il sapore di caffè!
Fumi, pastore? Ecco in scambio dei sigarillos, ecco il mio sacchetto di frutta secca!
Guardo l' orologio arancione Pantone (ma ne ignoro il numero), si sta facendo tardi, continua a piovere, ma mi devo pur decidere a ripartire, dopo essermi vestita con gli abiti di riserva belli asciutti, che fanno lo zaino pesante e gli amici dirmi: "Ma ci hai messo dentro sassi?!!!"
Dubbioso è il pastore: una scala permette di accedere a uno spazio letto, quando la stufa cesserà di far fumo, si chiuderanno porta e finestra, e il bel caldino fino al materasso salirà...
Ma vesto la mantellina della pioggia, saluto il pastore, magari solo timido, e parto.
Parto sotto l' acqua e ora! ora solo! mi viene in mente la strega! Brontolano temporali, lontani, lontani ancora per un poco, uno viene dalla Zeda, uno dai Gridoni, uno sale dalla val Vigezzo, un altro dalla val Cannobina.
Ora corri, ragazza, corri!
(Che la ragazza ha paura dei temporali, non dei pastori taciturni.)
Corri! corri! corri!
Dopo che, ridiscesa dalla cresta che porta dal Torriggia all' alpe Pluni senza aver toccato la vetta, con la coda tra le gambe, si sia rimesso a piovere di brutto, con poco rassicuranti brontolii di temporali sbruffando da ogni dove!
Tutte le sfumature Pantone tra il grigio e l' ocra, il mio sentiero! Perché posto su un' estesa vena di porfido. Una gioia per gli occhi, passare da una sfumatura all' altra, quasi simili, mai esattamente uguali. E, al gioco dell' osservazione attenta e deliziata, si dilata il tempo a dismisura...
(E intanto, ma io non lo sapevo ancora, nell' ombra tramava la mia perdita la perfida strega...)
Gioia per gli occhi, ma invece, che afa!
Partita ad orari più tardivi di quelli celebri dell' amico GIBI, che afa, ragazzi! che afa, anche se dai Gridoni scendono fresche rade folate, che afa!
Gioia per i piedi. Si cammina calpestando i colori più belli.
L' argento, l' arancione, l' ocra, l' oro, il rosso scuro, il giallo, il paglia, il marroncino, l' azzurrognolo, il celeste: una paletta che sarebbe piaciuta a Van Gogh!
Si cammina calcando la paletta di Van Gogh, incredibile lusso! gioia per gli occhi!
E intanto si dilata il tempo a dismisura...
...Grigissimi sono i cieli della Zeda e delle sue compagne della Val Grande: se piogge ci saranno, da loro arriveranno, e se temporali si avvicineranno...
...Ma è ancora presto per i temporali (Meteosvizzera li ha previsti per la notte), e il Torriggia non sembra una meta cattiva...
(Cattiva, lo è solo la mia strega, anche se a lei io nemmeno ci penso.)
Arrivata all' alpe Pluni, ecco un gregge di pecore, poi ci sono i cani, una coppia e il loro bellissimo cucciolo dalla zampa nera e gli occhi dolci. Vuol giocare, festoso s' avvicina! Vogliono i tre condividere un pugno di frutta secca, s' avvicinano contenti, ma il pastore li sgrida e scaccia. S' avvicinano due asini a curiosare, affamati di sale mi leccano una mano, un braccio.
Un cartello indica il Torriggia dritto di fronte al rifugio.
Perché consultare la cartina?
Perché non aver letto relazioni su "hikr", stamattina?
Il cartello dice: dritto, si sale la diretta. Con tutti i crismi.
E difatti salgo dritta in direzione della cresta che mi porterà alla cima che rimane sulla destra. Devio rapidamente verso questa' ultima direzione, seguendo un immaginaria lunga diagonale che dall' alpe sale alla cima.
Ma proprio ora doveva iniziare a piovere? A brontolare, oh lontano, molto lontano! il temporale?
Siamo nel bosco. Solo tracce, niente chiaro sentiero, tante tracce. Fatico a trovare passaggi tra rami a terra, fitta vegetazione sferzante, innumerevoli radici, roccette da scalare, massi da contornare, ma è una ricerca divertente! Ogni tanto si tocca con occhi e piedi il vuoto sulla val Vigezzo, ogni tanto lo scosceso bosco a destra, sulla val Cannobina, seguendo tracce, ora più chiaramente sentiero.
Usciamo dal bosco.
Sbuco su un minuscolo prato, preludio alla cresta che porta in vetta.
Eh si, perché questa è una cresta con tutti crismi: a occhio un T4 - I ci sta proprio!
Pioviggina, giusto quel che ci vuole per render scivolose rocce, erba...
Tocco con gli occhi il vuoto a venire...
Tasto con i piedi il bagnato...
E con la coda tra le gambe ridiscendo a Pluni. Seguendo altre tracce di sentieri, un altra diagonale immaginaria, poi dritta giù per la faggeta, a raggiungere il sentiero che da Pluni scende a Corsolo, proprio quello che pensavo di seguire, a cima fatta, per in anello tornare a Finero.
Il pastore, che già sembrava molto dubbioso nei miei confronti:
"Beh, gli arriva una tipa in gonnellina e reggiseno, colorata come un arcobaleno, in pieno pomeriggio di una giornata uggiosa, posso anche capirlo!"
il pastore mi guarda dubbioso.
Piove ora a catinelle, e entro al riparo del rifugio. Il pastore è di poche parole e mi guarda con un lungo silenzio. E' chiaramente est europeo e non credo capisca tutto quel che dico. Mi offre però un caffè che accetto volentieri. La stufa a legna fa molta fatica a mettersi in moto, anzi, ne esce un denso fumo che mi fa tossire. Caffè che mi brucia labbra e gola, caffè al gusto di fumo, mai bevuto un caffè che così poco abbia il sapore di caffè!
Fumi, pastore? Ecco in scambio dei sigarillos, ecco il mio sacchetto di frutta secca!
Guardo l' orologio arancione Pantone (ma ne ignoro il numero), si sta facendo tardi, continua a piovere, ma mi devo pur decidere a ripartire, dopo essermi vestita con gli abiti di riserva belli asciutti, che fanno lo zaino pesante e gli amici dirmi: "Ma ci hai messo dentro sassi?!!!"
Dubbioso è il pastore: una scala permette di accedere a uno spazio letto, quando la stufa cesserà di far fumo, si chiuderanno porta e finestra, e il bel caldino fino al materasso salirà...
Ma vesto la mantellina della pioggia, saluto il pastore, magari solo timido, e parto.
Parto sotto l' acqua e ora! ora solo! mi viene in mente la strega! Brontolano temporali, lontani, lontani ancora per un poco, uno viene dalla Zeda, uno dai Gridoni, uno sale dalla val Vigezzo, un altro dalla val Cannobina.
Ora corri, ragazza, corri!
(Che la ragazza ha paura dei temporali, non dei pastori taciturni.)
Corri! corri! corri!
Tourengänger:
micaela

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