Anello "Total Beauty" Stockalperveg con Seehorn
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L'idea per la gita di oggi era di salire al Seehorn da Gabi, più o meno come fanno tutti; arrivato a Gondo, appena prima della dogana, mi son fatto tentare da un bel parcheggio e mi è venuto in mente che da qui partono i due tracciati dello Stockalper, quello antico che transita in Zwischbergental e quello più recente che costeggia la statale del Sempione.
Allora mi son fermato, ho superato la dogana e i due benzinai per salire sulla galleria a destra in corrispondenza dei segnavia marroni e gialli.
E' bastato un attimo per capire di aver fatto la scelta giusta: se le gole di Gondo sono impressionanti passando in auto, transitare sullo Stockalper (di mattina presto) è quasi un'esperienza mistica. Sentieri, passerelle, ponti, tunnel dentro un forte rendono il percorso sempre vario, ad ogni passo si scopre qualcosa di nuovo, compresi avvistamenti di stambecchi e di un paio di volpacchiotti non più grandi di una spanna.
Cammina cammina, dopo un'ora e mezza giungo finalmente a Gabi, all'altezza del segnavia che indica Furggu e quindi la direzione da prendere. In sostanza la gita comincia qui ed io son già stanco, vuoi anche per i continui saliscendi del Veg.
Il primo tratto costeggia un torrente in piano, poi il sentiero si inoltra nel bosco e le pendenze son da subito importanti, da ginocchia in bocca. Per fortuna l'ambiente è talmente bello da far sentire meno la fatica: man mano che si sale il panorama si apre sulla valle del Sempione, più in alto appare il Trittico in tutta la sua meraviglia, mentre ad altezza d'uomo i bucolici pascoli ben caricati di bestiame distraggono il respiro che va via via mancando, vuoi per la fatica, vuoi per la bellezza.
Supero un'amena cappelletta e continuo sull'ottimo sentiero in un tratto più dolce. Poi di nuovo l'impennata sino ad uscire al Furrgu Pass. Qui attraverso la strada e noto, poco a sinistra, l'indicazione per la mia meta scritta sull'asfalto. Ricomincio a salire nel bosco, esco in un mare di rododendri (non ancora fioriti) e giungo al laghetto ove la cima, lassù con la sua antenna, è ben visibile.
Avanti alllora, su traccia serpeggiante nel boschetto che si fa sempre più raro e diviene modesta pietraia, oltrepassa una spalla della cima e traversa a sinistra sul pendio finale.
Quando esco sui prati sommitali, credo di essere arrivato ma la cima è ancora lontana, soprattutto per le mie forze mancanti. A passo del prete avanzo imprecando sino a toccare la sospirata vetta dopo quattro abbondanti ore dalla partenza.
Se le installazioni di vetta hanno un pregio, è quella di procurare un po' d'ombra e lì sotto m'insedio per la meritata pausa e la solita socializzazione con le amiche capre che copiose e invadenti occupano gli spazi.
Il panorama, complice la giornata spettacolare totalmente esente da nub,i è talmente bello da esser quasi doloroso. Io non ho la tecnica per poterlo descrivere e nemmeno sono un fotografo capace; chi volesse capire, ci vada!
Comincio ora la discesa che si rivela veloce sino al lago e quindi al Furggu, come per l'andata.
Al passo, un'idea! Scendere per la Zwiscbergen, sullo Stockalper antico (la via del Monscera) per compiere un circuito de luxe. I segnavia confortano la mia idea con tempistiche accettabili, quindi, dopo qualche docile prato, mi butto giù dai pendii inclinatissimi e verdissimi della Zwischbergen su traccia che meglio di così proprio non si può fare.
Dopo un'ora e mezza sono sul lago della valle, lo costeggio in alto su sentiero sino ad atterrare sull'asfalto. Qui abbandono lo Stockalper che credo si inerpichi verso il Monscera e la Val Bognanco e, un po' su sentiero, un po' su asfalto bruciasuola, copro i 4\5 km che mi separano da Gondo dove ritrovo l'auto arroventatissima dopo otto ore e un po' di total beuty che consiglio a chiunque voglia emularmi.
C'è solo bisogno di aver voglia di far fatica, pericoli e difficoltà, nessune.
I tempi comprendono una buona ora di pause totatali.
Sviluppo: circa 20 km; SE: circa 36 km.
Allora mi son fermato, ho superato la dogana e i due benzinai per salire sulla galleria a destra in corrispondenza dei segnavia marroni e gialli.
E' bastato un attimo per capire di aver fatto la scelta giusta: se le gole di Gondo sono impressionanti passando in auto, transitare sullo Stockalper (di mattina presto) è quasi un'esperienza mistica. Sentieri, passerelle, ponti, tunnel dentro un forte rendono il percorso sempre vario, ad ogni passo si scopre qualcosa di nuovo, compresi avvistamenti di stambecchi e di un paio di volpacchiotti non più grandi di una spanna.
Cammina cammina, dopo un'ora e mezza giungo finalmente a Gabi, all'altezza del segnavia che indica Furggu e quindi la direzione da prendere. In sostanza la gita comincia qui ed io son già stanco, vuoi anche per i continui saliscendi del Veg.
Il primo tratto costeggia un torrente in piano, poi il sentiero si inoltra nel bosco e le pendenze son da subito importanti, da ginocchia in bocca. Per fortuna l'ambiente è talmente bello da far sentire meno la fatica: man mano che si sale il panorama si apre sulla valle del Sempione, più in alto appare il Trittico in tutta la sua meraviglia, mentre ad altezza d'uomo i bucolici pascoli ben caricati di bestiame distraggono il respiro che va via via mancando, vuoi per la fatica, vuoi per la bellezza.
Supero un'amena cappelletta e continuo sull'ottimo sentiero in un tratto più dolce. Poi di nuovo l'impennata sino ad uscire al Furrgu Pass. Qui attraverso la strada e noto, poco a sinistra, l'indicazione per la mia meta scritta sull'asfalto. Ricomincio a salire nel bosco, esco in un mare di rododendri (non ancora fioriti) e giungo al laghetto ove la cima, lassù con la sua antenna, è ben visibile.
Avanti alllora, su traccia serpeggiante nel boschetto che si fa sempre più raro e diviene modesta pietraia, oltrepassa una spalla della cima e traversa a sinistra sul pendio finale.
Quando esco sui prati sommitali, credo di essere arrivato ma la cima è ancora lontana, soprattutto per le mie forze mancanti. A passo del prete avanzo imprecando sino a toccare la sospirata vetta dopo quattro abbondanti ore dalla partenza.
Se le installazioni di vetta hanno un pregio, è quella di procurare un po' d'ombra e lì sotto m'insedio per la meritata pausa e la solita socializzazione con le amiche capre che copiose e invadenti occupano gli spazi.
Il panorama, complice la giornata spettacolare totalmente esente da nub,i è talmente bello da esser quasi doloroso. Io non ho la tecnica per poterlo descrivere e nemmeno sono un fotografo capace; chi volesse capire, ci vada!
Comincio ora la discesa che si rivela veloce sino al lago e quindi al Furggu, come per l'andata.
Al passo, un'idea! Scendere per la Zwiscbergen, sullo Stockalper antico (la via del Monscera) per compiere un circuito de luxe. I segnavia confortano la mia idea con tempistiche accettabili, quindi, dopo qualche docile prato, mi butto giù dai pendii inclinatissimi e verdissimi della Zwischbergen su traccia che meglio di così proprio non si può fare.
Dopo un'ora e mezza sono sul lago della valle, lo costeggio in alto su sentiero sino ad atterrare sull'asfalto. Qui abbandono lo Stockalper che credo si inerpichi verso il Monscera e la Val Bognanco e, un po' su sentiero, un po' su asfalto bruciasuola, copro i 4\5 km che mi separano da Gondo dove ritrovo l'auto arroventatissima dopo otto ore e un po' di total beuty che consiglio a chiunque voglia emularmi.
C'è solo bisogno di aver voglia di far fatica, pericoli e difficoltà, nessune.
I tempi comprendono una buona ora di pause totatali.
Sviluppo: circa 20 km; SE: circa 36 km.
Tourengänger:
rochi

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