Se manca la Bacchetta la colpa è dei Ladrinai.
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Rimandata la “rivincita” con l’Alta Guardia oggi puntiamo verso la Concarena, catena montuosa ben visibile dalla Valcamonica e all’apparenza inattaccabile, una zona che ho sempre ammirato e che oggi finalmente mi cimento nella sua esplorazione.
L’idea principale era quella di salire alla Cima Bacchetta, vetta con la massima elevazione della catena, poi sono tornato a più miti consigli visto il grado di difficoltà e la neve che spesso rimane sino ad estate inoltrata nel canalino. Meglio prima studiare la zona…poi vedremo.
Partiamo da Sommaprada e seguiamo il sentiero 81 che porta verso la Chiesa di S. Cristina, da qua, seguendo sempre l’evidente traccia risaliamo il primo ripido e instabile ghiaione. Il sentiero dopo questo strappo sembra prendere una piega più “umana”, ma non fatevi ingannare, la pendenza rimane sempre di una certa importanza. Si passa dalla Fonte e si prosegue sino alla deviazione per la Cima Bacchetta, qua uno sguardo verso la linea di salita ci fa dire che si, abbiamo fatto bene a non affrontare la su salita, la neve è ancora presente nel canalino e senza pikka, ramponi, corda ed esperienza da lì è difficile passare. Se poi sommiamo il tutto con la pendenza…
Impressa nella mente la prossima meta di questa Catena, il nostro cammino prosegue salendo una seconda balza, meno ghiaiosa della prima, ancora un po di strada ed eccoci arrivati al bel Bivacco Valbaione, poco più di 2h di cammino e quasi 1000 mt di dislivello.
Questa sembra una meta che psicologicamente innalza lo spirito, in fondo ci mancano solo 400 e tot metri di dislivello alla nostra vetta, ma il bello deve ancora arrivare. Dopo un breve pit stop rigenerante riprendiamo a salire seguendo la traccia che porta alla soprastante balza semi rocciosa, e dopo una piccola depressione si risale sino a trovare la palina dei Passi di Baione, come da indicazioni prendiamo il sentiero 158/Cima dei Ladrinai.
A differenza del sentiero fatto finora qua la traccia diventa stretta, a volte poco visibile, la bollatura è rada e sbiadita, se non fosse per gli “ometti” e per il senso di orientamento… detto questo, la direzione è abbastanza intuibile, basta lasciare la profonda conca sulla destra e senza sentiero obbligato puntare verso una selletta erbosa (Sella Ladrinai), da qua in poi la traccia non è malvagia.
Dalla Sella il panorama si apre verso la Catena dell’Adamello e la parete a Nord della Concarena incute un certo timore, visto i suoi ripidi ed infiniti canaloni “protetti” da enormi pinnacoli. Dopo una serie di scatti fotografici riprendiamo a salire in maniera ripida, lasciando sulla sinistra i dirupi; restando sempre sulla traccia abbastanza evidente si passa una breve cengetta, si sale ancora sino ad un'altra selletta rocciosa e poi via, da qua in poi si affronta il tratto più tecnico.
Il sentiero è molto “sporco” e scivoloso e il percorso prosegue in cresta a volte esposta, si fanno tanti passaggi di I° ed un paio di II° facilmente risolvibili anche con l’aiuto di un filo d’acciaio (meglio in libera), passando sempre ora su un lato ora sull’altro del crinale si sbuca ad un certo punto su una aerea cresta dove si nota già la Cima dei Ladrinai. Non fatevi ingannare dall’apparenza, prima di arrivarci bisogna fare due brevi saliscendi a volte esposti e un brevissimo traverso altrettanto esposto. Ancora pochi passi più in sicurezza ed eccoci sulla bella e panoramicissima, oltre che isolata, Cima dei Ladrinai… 4h circa da Sommaprada.
Si mangia al cospetto della dirimpettaia Cima Bacchetta. Ora si scende, e come al solito disarrampicare è sempre più difficile che arrampicare, noi ci prendiamo tutto il tempo necessario per evitare errori fatali e passati i due “inghippi” che preoccupavano di più il resto del cammino lo facciamo molto più in scioltezza.
Ritornati alla Sella seguiamo per un tratto il sentiero di salita, poi, per non farci mancare niente risaliamo una zona rocciosa che ci porta sotto il filo di cresta che ci dovrebbe portare al P.so Campelli, capita l’anda, e non avendo più voglia di aggiungere altro al giro siamo scesi al bivacco dove una bella sosta immersi nel bel mezzo del brulichio delle Marmotte ci ha dato un bel senso di rilassatezza.
Dopo un breve passaggio nuvoloso ora il sole ed il gran caldo sono ritornati, rimesso gli zaini i in spalla l’unico pensiero che ci preme è quello di mettere i piedi nella Fonte, cosa che puntualmente facciamo. La discesa del primo risalto ghiaioso è una vera rottura, più che un cammino qua si scia, ma una volta arrivati alla Chiesa di S. Cristina la sensazione di aver messo in saccoccia anche questo giro fa dimenticare la fatica appena affrontata. Il bel sentiero che ci porta alla macchina è di fatto un momento defaticante.
Nota 1): E’ la prima volta che salgo verso la Concarena, una zona sempre ammirata da altre cime e agognata da almeno 20 anni; come immaginavo questo giro ha soddisfatto le attese. Sino al Bivacco il giro è valutabile T2 (E), dal Bivacco alla Sella T2+ per mancanza (quasi) di segnali, dalla Sella alla Cima T4- (EE). Cima fattibile ma un po di prudenza non guasta.
Nota 2): Eric…in Vacanza.
VACANZA.
La frase che io scrivo è assai di circostanza,
per questo lascio il segno e mi comporto da maranza,
possibile che il cielo sia tutto in una stanza?
A’ la prochaine! Menek,Rosa
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