Rietzer Grieβkogel (2884 m) - Skitour - 500esimo rapporto in Hikr.org
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Nel giorno dell’equinozio di primavera scelgo una cima nell’alta Sellraintal, in Tirolo. La bellissima giornata mi ha spinto verso una montagna molto decantata dalle guide di scialpinismo: “Beliebtester unter den vielen beliebten Skigipfel des Sellraintales”. Per la verità, la meta di oggi doveva essere un’altra, ma la carenza di neve in fondo alla Sellraintal mi ha dirottato verso le alte quote. L’inizio dell’escursione è così slittato ad un orario poco alpinistico, forse inopportuno considerando il pericolo marcato di valanghe.
Inizio dell’escursione: ore 10:00
Fine dell’escursione: ore 14:25
Temperatura alla partenza: 6,5°C
Temperatura all’arrivo: 11°C
Pressione atmosferica ore 9.00: 1013 hPa
Isoterma di 0°C a 2800 m
Sorgere del sole: 6.19
Tramonto del sole: 18.28
Parcheggiata l’auto su uno slargo prima della galleria antivalanghe che da Kühtai scende verso Haggen, salgo sul tetto del tunnel, monto le pelli di foca e mi preparo per la gita vestendo una leggera maglietta. Dopo i primi 300 m di lieve discesa imbocco una stradina che sale a sinistra del Klammbach. A questa quota molti cespugli affiorano dalla neve e alcuni pendii appaiono già completamente spogli. Alle mie spalle contemplo il versante nord del Gaißkogel (2820 m), a tutt’oggi la discesa più difficile che abbia mai affrontato con gli sci. Dopo tre tornanti il percorso, finora molto dolce, entra in una valle nascosta rivolta a sud. Mi trovo alla base del Kleiner Mugkogel (2442 m), proprio dove, qualche anno fa, una valanga fece una vittima. Poco dopo una presa d’acqua, a circa 2180 m di quota, la traccia mi porta sull’altro lato del torrente, sull’Obere Zirmbachalm. La salita si fa vieppiù ripida; il sole intenso fa aumentare la temperatura a valori inconsueti per la quota. Là in alto vedo degli sciescursionisti che mi precedono di circa venti minuti. In località Zirmbacher Narrenböden scorgo anche un segnavia posto ad un bivio: a sinistra si sale verso il Kreuzjoch, a destra verso il Grieβkogel o la Peter Anich Hütte. Svolto ovviamente a destra, in un ambiente sempre più bello, immerso in una splendente luce quasi accecante. All’altezza dell’affioramento di rocce Bachwandlen incrocio un nutrito gruppo di sciatori, guidati da un maestro di sci, che sfodera un talentuoso scodinzolo accompagnato da urla di gioia, in perfetta sintonia con la Giornata Mondiale della Felicità. Stimolati dall’obbiettivo della mia macchina fotografica anche gli altri cercano di emularlo, con risultati assai più modesti.
Continuo in perfetta solitudine verso la testata della valle su un pendio che promette una piacevole discesa. Allo Skidepot, sul crinale, ho la sorpresa di incontrare un altro sciatore l’ultimo rimasto a parte il sottoscritto. Si sta preparando per la discesa. Scambio qualche parola e scopro con mia sorpresa, che si tratta di un arzillo anziano ottantatreenne. Dai suoi occhi traspare tutta la soddisfazione per aver raggiunto una cima da far invidia a molti giovani: grandissimo Wolfgang!!!
Abita ad Innsbruck e oltre allo scialpinismo si dedica ancora alle scalate su roccia. Con mio stupore apprendo che conosce anche la Val Bedretto: non è la prima volta che all’estero qualche escursionista cita la nostra bellissima valle ticinese.
Gli chiedo dei consigli per l’ultimo tratto su cresta che conduce alla meta prevista. Asserisce che è sdrucciolevole, ma fattibile anche senza ramponi e piccozza. Sembra un segno del destino: quando porto la piccozza non mi serve mai, quando invece la lascio nel baule dell’auto sarebbe utilissima. Il crocione di vetta dista circa 400 m lineari. Mi avvio con qualche esitazione dovuta anche al fatto che sono rimasto completamente solo, in un posto di selvaggia bellezza, “fuori dal mondo”. In effetti la cresta è decisamente scivolosa; malgrado le impronte lasciate dagli alpinisti che mi hanno preceduto, lo strato di ghiaccio che ricopre le rocce affioranti rende la camminata insidiosa. Mi concentro, senza distogliere lo sguardo dalla cavità dove devo appoggiare gli scarponi, passo dopo passo. La pendenza aumenta progressivamente. Raggiunta una selletta poco sotto la croce di vetta, constato che le rocce successive sono coperte da uno strato di ghiaccio. Continuare senza piccozza né ramponi sarebbe un po’ troppo rischioso, forse addirittura da irresponsabili. Mi accontento di fotografare la croce di vetta da qualche metro di distanza, questa volta senza l’abituale scaramantico tocco accompagnato dall’affermazione geschafft!

Rietzer Grieβkogel (2884 m)
La discesa con gli sci è molto piacevole, anche negli ultimi metri, dove la temperatura è superiore ai dieci gradi. Dopo quattro ore e mezza di sciata raggiungo, con i pantaloni inzaccherati, il posteggio sulla strada della Serraintal.
Nella Giornata Mondiale della Felicità, su una vetta tirolese tutt’altro che facile da raggiungere, ho avuto la fortuna di scambiare qualche parola con un rubizzo ottantatreenne salito con gli sci. Nei suoi occhi ho visto tutta la felicità che un anziano può ancora provare per una prestazione da far invidia a molti giovani. È stato uno sguardo luminoso e aperto, accompagnato da un sorriso che mi ha trasmesso gioia.
Tempo di salita: 3 h
Tempo totale: 4 h 25 min
Dislivello in salita: 958 m
Sviluppo complessivo: 13,7 km
Difficoltà: PD
Coordinate Rietzer Grieβkogel:
LWD (Lawinenwarndienst Tirol): 3 (marcato)
Copertura della rete cellulare: buona
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