Corno Birone una volta e un pò, poi monte Rai e Cornizzolo
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Il Carnevale Romano mi concede un giorno di festa ed io ne approfitto per una visita approfondita ai monti di Civate che in passato avevo solo sfiorato con un veloce blitz al Cornizzolo.
L'idea intanto è quella di salire al Corno Birone, una bella montagna che, nonostante la quota modesta, dal parcheggio di Civate si mostra impressionante.
Raggiungo la località Pozzo, l'attraverso e cammino sulla bella selciata pianeggiante sino a intercettare, a sinistra, la via per San Pietro al Monte che dopo pochi metri devo abbandonare per girare a destra come indica un pannello segnavia con l'iscrizione del Corno Birone.
Scendo in una valletta e guado il torrente che costeggio sulla sua sinistra orografica per qualche decina di metri prima di riguadarlo di nuovo. Qui la via si restringe assai e si fa erta: mi basta uno sguardo verso l'alto per convincermi che i prossimi 6\700 di dislivello saranno a "lacrime e sangue". E così effettivamente è, prima in un rado bosco, poi su ripidi e magri prati, il tracciato si inerpica con stretti tornanti e senza respiro. L'esposizione a sud rende la via particolarmente soliva e di conseguenza caldissima. Non oso immaginare cosa sia un'ascensione a luglio da queste parti.
Quando intercetto il sentiero Luisin, mi fermo a prender fiato e a fotografare l'affascinante basilica di San Pietro qualche metro più in basso nell vallone, quindi, seguendo i segnavia continuo sull'inesorabile salita che ad un certo punto intercetta l'attacco del sentiero "50 SEC" (che probabilmente traversa sotto il monte Rai per collegarsi con il rifugio Consiglieri). Qui mi rendo conto di aver lasciato la fotocamera all'ultima sosta e, dopo rapido personalisissimo consulto, realizzo che l'unica soluzione è tornare giù a prenderla.
"Chi non ha testa abbia gambe", mai detto fu più azzeccato, questo svarione mi costa 150 metri di dislivello e una mezzora di tempo, associati alle solite, inevitabili, parolacce.
Torrnato al punto precedentemente lasciato, continuo la faticosa salita (evitando il "50 SEC"), supero una tettoia bivacco e finalmente esco ad una bocchetta con notevole vista su Lecco. Un breve tratto di cresta mi separa ora dalla cima, la percorro ed in breve sono sul Corno Birone dove alloggia una grande croce.
Foschie diffuse mi impediscono una vista estesa, tuttavia l'ambiente resta di eccezionale bellezza.
Riscendo ora la cresta e continuo in direzione del Monte Rai. C'è da salire 150\200 metri di dislivello per sbucare sula seconda vetta di giornata, un bel pianoro erboso non lontano dal Sasso Malascarpa e dai sempre impressionanti Corni di Canzo.
Su prati scendo ora al rifugio Marisa Consiglieri che ho giudicato chiuso. Qui incontro i primi, rari, escursionisti. Senza tergiversare affronto l'erta che mi conduce sulla cima del Cornizzolo, già visitata qualche anno fa quando un vento spaventoso rischiò di portarmi via.
Oggi Eolo è stato clemente ed ho potuto concedermi una buona sosta sulla bella cima.
Scendo per la stessa via, percorro la strada asfaltata chiusa al traffico sino alla prima curva dove un pannello indica la discesa per Suello e successivamente quella per Civate. Il percorso si svolge dapprima su dolci praterie, quindi scende veloce nel bosco intercettando la deviazione per San Pietro che evito a causa dei soliti problemi di tempo.
In breve rientro dunque a Pozzo e quindi all'auto che mi attende, assolatissima e stranita, da cinque ore.
I tempi comprendono circa trenta minuti di pause e i dislivelli i numerosi sali scendi in cresta dal Birone al Cornizzolo. Tempi e dislivelli contemplano inoltre la ripetaizione parziale della salita al Cornizzolo per il recupero della fotocamera.
Sviluppo: 11 km; SE: 23.5 km.
L'idea intanto è quella di salire al Corno Birone, una bella montagna che, nonostante la quota modesta, dal parcheggio di Civate si mostra impressionante.
Raggiungo la località Pozzo, l'attraverso e cammino sulla bella selciata pianeggiante sino a intercettare, a sinistra, la via per San Pietro al Monte che dopo pochi metri devo abbandonare per girare a destra come indica un pannello segnavia con l'iscrizione del Corno Birone.
Scendo in una valletta e guado il torrente che costeggio sulla sua sinistra orografica per qualche decina di metri prima di riguadarlo di nuovo. Qui la via si restringe assai e si fa erta: mi basta uno sguardo verso l'alto per convincermi che i prossimi 6\700 di dislivello saranno a "lacrime e sangue". E così effettivamente è, prima in un rado bosco, poi su ripidi e magri prati, il tracciato si inerpica con stretti tornanti e senza respiro. L'esposizione a sud rende la via particolarmente soliva e di conseguenza caldissima. Non oso immaginare cosa sia un'ascensione a luglio da queste parti.
Quando intercetto il sentiero Luisin, mi fermo a prender fiato e a fotografare l'affascinante basilica di San Pietro qualche metro più in basso nell vallone, quindi, seguendo i segnavia continuo sull'inesorabile salita che ad un certo punto intercetta l'attacco del sentiero "50 SEC" (che probabilmente traversa sotto il monte Rai per collegarsi con il rifugio Consiglieri). Qui mi rendo conto di aver lasciato la fotocamera all'ultima sosta e, dopo rapido personalisissimo consulto, realizzo che l'unica soluzione è tornare giù a prenderla.
"Chi non ha testa abbia gambe", mai detto fu più azzeccato, questo svarione mi costa 150 metri di dislivello e una mezzora di tempo, associati alle solite, inevitabili, parolacce.
Torrnato al punto precedentemente lasciato, continuo la faticosa salita (evitando il "50 SEC"), supero una tettoia bivacco e finalmente esco ad una bocchetta con notevole vista su Lecco. Un breve tratto di cresta mi separa ora dalla cima, la percorro ed in breve sono sul Corno Birone dove alloggia una grande croce.
Foschie diffuse mi impediscono una vista estesa, tuttavia l'ambiente resta di eccezionale bellezza.
Riscendo ora la cresta e continuo in direzione del Monte Rai. C'è da salire 150\200 metri di dislivello per sbucare sula seconda vetta di giornata, un bel pianoro erboso non lontano dal Sasso Malascarpa e dai sempre impressionanti Corni di Canzo.
Su prati scendo ora al rifugio Marisa Consiglieri che ho giudicato chiuso. Qui incontro i primi, rari, escursionisti. Senza tergiversare affronto l'erta che mi conduce sulla cima del Cornizzolo, già visitata qualche anno fa quando un vento spaventoso rischiò di portarmi via.
Oggi Eolo è stato clemente ed ho potuto concedermi una buona sosta sulla bella cima.
Scendo per la stessa via, percorro la strada asfaltata chiusa al traffico sino alla prima curva dove un pannello indica la discesa per Suello e successivamente quella per Civate. Il percorso si svolge dapprima su dolci praterie, quindi scende veloce nel bosco intercettando la deviazione per San Pietro che evito a causa dei soliti problemi di tempo.
In breve rientro dunque a Pozzo e quindi all'auto che mi attende, assolatissima e stranita, da cinque ore.
I tempi comprendono circa trenta minuti di pause e i dislivelli i numerosi sali scendi in cresta dal Birone al Cornizzolo. Tempi e dislivelli contemplano inoltre la ripetaizione parziale della salita al Cornizzolo per il recupero della fotocamera.
Sviluppo: 11 km; SE: 23.5 km.
Tourengänger:
rochi

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