Nella Valle del Rio dei Porci - Ossola
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Con Ferruccio, Francesco e Stella vado ad approfondire la conoscenza di una una zona che avevo attraversato di ritorno dal recente, entusiasmante giro della Costa dei Pianezzoli (link).
Anche in questo caso gli ambienti visitati coniugano il fascino del selvaggio con quello della ricerca dei resti di un'antica civiltà che non finisce di sorprendermi.
Lo scotto da pagare sono i rovi, la fatica e un passaggio effettivamente azzardato (nelle condizioni attuali). Tutto questo a poca da distanza da Domodossola e dalla trafficata piana ossolana, come ci ricorda di tanto in tanto - mentre siamo immersi nella nostra avventura - il fischio di un treno.
Avvertenze
La vecchia mulattiera che sale all'alpe I Curt non appare su nessuna delle edizioni della CNS ma solo sulla vecchia tavoletta IGM di Trontano.
Il tracciato del cosiddetto Sentiero delle Spose non corrisponde a nessuno dei sentieri rappresentati sulle varie edizioni di IGM e CNS. Da tenere presente che, dove questo sentiero scende verso il guado sul Rio della Val di Là, è invaso dai rovi.
Delicato e - in questa stagione - decisamente infido e non consigliabile l'attraversamento di un canalino dal fondo roccioso posto tra I Curt e l'Alpe Arsa.
Nota sui tempi
Il tempo indicato di circa 10 ore appare sicuramente eccessivo se rapportato al dislivello e allo sviluppo ma tiene conto, oltre che delle soste, anche delle deviazioni dal percorso che si sono rese necessarie per reperire i sentieri, più il tempo per superare i rovi limitando i danni e quello richiesto per affrontare con la dovuta concentrazione le insidie del terreno gelato sui ripidi versanti esposti a Nord.
Il tracciato del cosiddetto Sentiero delle Spose non corrisponde a nessuno dei sentieri rappresentati sulle varie edizioni di IGM e CNS. Da tenere presente che, dove questo sentiero scende verso il guado sul Rio della Val di Là, è invaso dai rovi.
Delicato e - in questa stagione - decisamente infido e non consigliabile l'attraversamento di un canalino dal fondo roccioso posto tra I Curt e l'Alpe Arsa.
Nota sui tempi
Il tempo indicato di circa 10 ore appare sicuramente eccessivo se rapportato al dislivello e allo sviluppo ma tiene conto, oltre che delle soste, anche delle deviazioni dal percorso che si sono rese necessarie per reperire i sentieri, più il tempo per superare i rovi limitando i danni e quello richiesto per affrontare con la dovuta concentrazione le insidie del terreno gelato sui ripidi versanti esposti a Nord.
Da Porcelli a i Curt
Da Porcelli, frazione del comune di Trontano, si imbocca la strada, inizialmente asfaltata, che costeggia la sinistra idrografica del Rio dei Porci (Via Pizzo Menta). Dove questa piega a Sud, la si lascia per addentrarsi nella valle seguendo un sentierino e, ben presto, si sale sulla destra. Il percorso risale il fondo di un ripido canalino, con tacche nella roccia e gradini. Giunti alla testata del canale, si attraversa a destra (Sud) e si esce su un poggio panoramico. Da qui la salita prosegue su terreno più agevole mantenendosi in prossimità della dorsale. In vista dei terrazzamenti e dei primi ruderi che anticipano la frazione di Cosasca, abbandoniamo la traccia che traversa a Sud e saliamo con percorso libero fino all'Oratorio della Madonna delle Grucce.
Dopo una breve visita a Cosasca, imbocchiamo il sentiero che sale alle spalle dell'oratorio (segni fluo).
Lasciamo il sentiero principale intorno ai 600 m di quota e iniziamo a traversare su una buona traccia in direzione del Rio dei Porci (Est). Superati dei ruderi isolati indicati sulla CNS, il sentiero porta sul greto del torrente ma il dirupato versante opposto non sembra presentare alcuna possibilità ragionevole di salita e inoltre i tagli portano a costeggiare il torrente rimanendo sulla sinistra idrografica. Ad un certo punto i tagli si interrompono e noi risaliamo senza traccia il ripido bosco inframezzato da balze rocciose (faticoso, non consigliabile) fino ad incontrare, a circa 800 m di quota, un muro di sostegno di quella che era indubbiamente la vecchia mulattiera che stavamo cercando.
Facciamo pochi passi verso Ovest e troviamo una scalinata veramente notevole, il cui muro di sostegno poggia - cosa mai notata altrove - su una trave di legno. Oltre la scalinata il sentiero prosegue in piano verso Ovest, puntando nella direzione dell'alpe Pra La Varda, ovvero le baite poste sulla dorsale de La Colla a quote tra 760 e 780 m.
Riprendiamo il percorso verso Est, e incontriamo una ponteggia sospesa che permette l'aggiramento di uno sperone, un manufatto simile a quelli della bassa Valgrande, con la particolarità di essere realizzato praticamente in curva. Ancora un breve traverso e si giunge al guado sul Rio dei Porci (circa 790 m).
Il sentiero risale il versante opposto con numerose svolte, presentando inizialmente una pendenza regolare e qualche tratto gradinato, ad ulteriore conferma del fatto che si trattava di un percorso più importante rispetto al sentiero che transita da La Colla. Più in alto i resti della vecchia mulattiera scompaiono ma vengono in aiuto radi segni vernice rossa. Si perviene così ai ruderi dell'alpe I Curt (senza toccare l'Alpe Crischiovo, situata più in basso).
Da I Curt all'Alpe Arsa
Dopo una sosta, iniziamo a traversare in piano verso NE seguendo una traccia che traversa nel bosco. Il terreno, gelato e ripido, impone una grande cautela e - di conseguenza - a rallentare il passo. Superato senza problemi un primo canalino ingombro di foglie secche, si giunge ad un secondo canale, dal fondo roccioso. Qui ci sono delle tacche scavate nella roccia ma in parte sono ricoperte di ghiaccio e non ci sono appigli per le mani. Con grande concentrazione (e non poche titubanze) affrontiamo uno alla volta il delicato attraversamento (circa 1170 m).
Giunti sul versante opposto, di nuovo al sole e su terreno morbido, risaliamo il ripido bosco senza una traccia vera e propria. Giunti sotto una fascia rocciosa, traversiamo a sinistra (Nord) su cenge e, innalzandoci su facili balze rocciose, raggiungiamo una dorsale nel punto in cui si trova una pianta con dei tagli. Su terreno facile, saliamo ancora fino a trovare un evidente sentiero che traversa nel bosco verso Nord e in breve porta sull'ampio pascolo dell'Alpe Arsa (1282 m), il punto più alto raggiunto in quest'escursione.
Dall'Alpe Arsa a Porcelli
Seguendo dei segni rossi, scendiamo la facile dorsale passando dall'Alpe Cerisola e, poco più in basso, iniziamo a scendere nel bosco esposto a Nord. Nella parte alta il terreno è ripido e ghiacciato e richiede attenzione. La pendenza progressivamente diminuisce e arriviamo alle prime baite dell'Alpe Gambatorta (1015 m), un alpeggio sparso con diversi gruppi di edifici. Il sentiero, poco evidente e sepolto sotto un letto di foglie, traversa verso SO pochi metri sotto le baite. Si giunge sulla dorsale alla quota 904 m CNS e quindi si scende ai ruderi di Varione (835 m). Ci si abbassa nel bosco verso Nord, per poi cambiare direzione ad un bivio poco evidente (nei pressi di una cabina dell'acquedotto) e si giunge sul piano di Mozzio, dove si trovano i ripetitori ben visibili dal piano ossolano.
Si traversa verso Sud e in breve si giunge ad un gruppo di baite in buono stato, dove ha inizio il cosiddetto Sentiero delle Spose, un tempo un percorso importante per collegare le frazioni di Trontano alla sede comunale, come testimoniato anche dalla grande quantità di incisioni nella prima parte del sentiero.
Il sentiero presenta un bel traverso panoramico con tacche nella roccia ma la suggestione del luogo risulta diminuita dalla presenza di una grande quantità di protezioni di recente posa. Sorprendentemente, al termine del traverso su roccia, il sentiero ridiventa "selvatico": qualche segno di vernice, dei tagli (recenti e fatti con il seghetto, quindi sospetti...), poi più nulla. Dopo qualche tentativo infruttuoso di proseguire nella traversata rimanendo intorno ai 650 m di quota, troviamo una traccia, indicata inizialmente da vecchi tagli, che scende poggiando a sinistra (Sud). Più avanti si incontrano anche dei segni di vernice gialla quasi del tutto scrostati ma il fatto di essere sul vecchio sentiero è confermato dalla presenza di tratti costruiti, scalinate e qualche tacca.
Il sentiero presenta un bel traverso panoramico con tacche nella roccia ma la suggestione del luogo risulta diminuita dalla presenza di una grande quantità di protezioni di recente posa. Sorprendentemente, al termine del traverso su roccia, il sentiero ridiventa "selvatico": qualche segno di vernice, dei tagli (recenti e fatti con il seghetto, quindi sospetti...), poi più nulla. Dopo qualche tentativo infruttuoso di proseguire nella traversata rimanendo intorno ai 650 m di quota, troviamo una traccia, indicata inizialmente da vecchi tagli, che scende poggiando a sinistra (Sud). Più avanti si incontrano anche dei segni di vernice gialla quasi del tutto scrostati ma il fatto di essere sul vecchio sentiero è confermato dalla presenza di tratti costruiti, scalinate e qualche tacca.
Ci si affaccia sulla forra del Rio della Val di Là, principale tributario del Rio dei Porci, dove il sentiero, sempre evidente, perde quota nell'intrico dei rovi. Un passaggio scivoloso attrezzato con un cavetto malconcio permette di calare sul guado, in corrispondenza di una una bella pozza (500 m). Il sentiero prosegue in piano, aggira uno sperone e in leggera risalita si addentra nella valle del Rio dei Porci. Una ponteggia sospesa con un sottile cavetto come corrimano permette di raggiungere il guado (520 m). Sul versante opposto il sentiero traversa in salita nel bosco e in breve giunge all'Oratorio della Madonna delle Grucce dove si chiude l'anello.
Per la discesa a Porcelli abbiamo ripercorso in discesa il sentiero dell'andata.
Tourengänger:
atal
Communities: Hikr in italiano
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