Cima Saler (2020 m)
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Continuando a cercare giri con esposizione a sud, in attesa che se ne vada del tutto la neve, per questa domenica ho optato per la salita alla Cima Saler, sopra Premosello Chiovenda.
Lasciata la macchina a Colloro si sale rapidamente nel bosco e passando per I Curt e Curpic si arriva all'alpe La Colla (circa 1h30' da Colloro), il cui profilo è ben visibile sin da I Curt.
Fin qui tutto molto tranquillo e semplice, ora arriva la parte tecnicamente più difficile: prima si attraversa una cengia larga circa un metro che permette di attraversare una parete che, vista da lontano, sembra insuperabile a piedi; poi un tratto attrezzato con catene che aiutano a superare la scala di Curtet.
Dopo la scala si apre un ambiente spettacolare: di fronte appaiono i ruderi dell'Alpe Saler, fotografia perfetta delle difficoltà che costellavano la vita degli antichi abitanti di queste valli, proseguendo si trovano le baite dell'Alpe Curtet (2h15'), nel complesso abbandonate anche se utilizzate come riparo da un gregge di pecore.
Fino all'Alpe Curtet il percorso è ben segnato, dall'Alpe alla Bocchetta Saler il sentiero si perde frequentemente ma è impossibile sbagliare la direzione in quanto la Bocchetta Saler è evidente e raggiungibile su un ripido pratone.
Una ventina di metri sotto la Bocchetta si tiene la destra nei pressi di un masso segnalato con la vernice, si sale un canalino erboso, si ritrova la linea di cresta e con essa il sentiero (ben tracciato) fino alla Cima (2h45' da Colloro).
La Cima Saler era la mia idea principale a cui avevo affiancato due opzioni alternative: o raggiungere l'Alpe Saler o proseguire in cresta fino alla Punta della Rossola; l'Alpe Saler l'ho scartato perchè per raggiungerlo dall'Alpe Curtet avrei dovuto attraversare un ampio nevaio sotto il quale un torrente scavava il suo passaggio e mi è sembrato poco saggio rischiare quel passaggio, soprattutto essendo solo.
Il meteo trovato in vetta mi ha invece sconsigliato di proseguire verso la Rossola e la scelta si è rivelata saggia visto che in discesa è poi scesa qualche goccia di pioggia.
Altra annotazione che mi sento in dovere di fare riguarda il passaggio sulla cengia erbosa: fatto all'andata (leggera discesa) con erba zuppa e acqua che scorreva sulla roccia non mi ha lasciato molto tranquillo, devo essere onesto; completamente all'opposto il ritorno: leggera salita e ambiente asciutto rendono il passaggio davvero semplice e alla portata di tutti.
Lasciata la macchina a Colloro si sale rapidamente nel bosco e passando per I Curt e Curpic si arriva all'alpe La Colla (circa 1h30' da Colloro), il cui profilo è ben visibile sin da I Curt.
Fin qui tutto molto tranquillo e semplice, ora arriva la parte tecnicamente più difficile: prima si attraversa una cengia larga circa un metro che permette di attraversare una parete che, vista da lontano, sembra insuperabile a piedi; poi un tratto attrezzato con catene che aiutano a superare la scala di Curtet.
Dopo la scala si apre un ambiente spettacolare: di fronte appaiono i ruderi dell'Alpe Saler, fotografia perfetta delle difficoltà che costellavano la vita degli antichi abitanti di queste valli, proseguendo si trovano le baite dell'Alpe Curtet (2h15'), nel complesso abbandonate anche se utilizzate come riparo da un gregge di pecore.
Fino all'Alpe Curtet il percorso è ben segnato, dall'Alpe alla Bocchetta Saler il sentiero si perde frequentemente ma è impossibile sbagliare la direzione in quanto la Bocchetta Saler è evidente e raggiungibile su un ripido pratone.
Una ventina di metri sotto la Bocchetta si tiene la destra nei pressi di un masso segnalato con la vernice, si sale un canalino erboso, si ritrova la linea di cresta e con essa il sentiero (ben tracciato) fino alla Cima (2h45' da Colloro).
La Cima Saler era la mia idea principale a cui avevo affiancato due opzioni alternative: o raggiungere l'Alpe Saler o proseguire in cresta fino alla Punta della Rossola; l'Alpe Saler l'ho scartato perchè per raggiungerlo dall'Alpe Curtet avrei dovuto attraversare un ampio nevaio sotto il quale un torrente scavava il suo passaggio e mi è sembrato poco saggio rischiare quel passaggio, soprattutto essendo solo.
Il meteo trovato in vetta mi ha invece sconsigliato di proseguire verso la Rossola e la scelta si è rivelata saggia visto che in discesa è poi scesa qualche goccia di pioggia.
Altra annotazione che mi sento in dovere di fare riguarda il passaggio sulla cengia erbosa: fatto all'andata (leggera discesa) con erba zuppa e acqua che scorreva sulla roccia non mi ha lasciato molto tranquillo, devo essere onesto; completamente all'opposto il ritorno: leggera salita e ambiente asciutto rendono il passaggio davvero semplice e alla portata di tutti.
Tourengänger:
rupicapra

Communities: Hikr in italiano
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Kommentare (3)