La Baita dei Premosei - Ossola
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Sui monti che circondano la Valgrande rimaneva da documentare la Baita dei Premosei, sapendo solo di doverla cercare sul dirupato versante Nord della Costa dei Pianezzoli, nel comune di Trontano. Il nome deriva dal fatto che la baita veniva utilizzata da boscaioli di Premosello.
Osservando la mappa in cerca di una zona in piano e al riparo dalle valanghe, ero arrivato alla conclusione che la baita si potesse trovare su un poggio a circa 1170 m di quota sul versante Nord del secondo risalto dei Pianezzoli (IGM 1451 m), noto localmente come Mot Selva Negar, come riportato anche sulla carta Geo4Map.
Contrariamente alle previsioni, su quel poggio non troveremo manufatti ma un centinaio di metri più in basso, sotto una parete, ci imbatteremo in un rudere azzerato di dimensioni molto piccole, senza resti di travatura. Solo al termine del giro verremo a sapere che quel misero resto era proprio la Baita dei Premosei che stavamo cercando.
La conferma arriverà da Gianpiero, incontrato fortunatamente a Pra La Varda, che ringrazio per le preziose informazioni e la generosa ospitalità.
Il percorso
Con Ferruccio parto da Porcelli, frazione di Trontano posta quasi di fronte a Domodossola. Sulla sinistra idrografica del Rio dei Porci un bel sentiero a pedui con tratti gradinati e tacche nella roccia risale il ripido Crot di Pörsc (Canale dei Porci, tanto per restare in tema...) per poi traversare a Sud, arrivando al grande nucleo di Cosasca. Il percorso è stato ripulito e sistemato nel 2017, con la posa di corde e cavetti nei passaggi più insidiosi.
Da Cosasca una buona mulattiera sale a La Selva e quindi a Pra La Varda.
Dalle baite superiori un sentiero traversa sul fianco Sud della dorsale e, con un ultima salita, arriva alle rovine dell'alpe La Colla (906 m).
Fino qui non ci sono difficoltà particolari.
Tempo impiegato: 1:30 soste incluse
Sopra gli ultimi ruderi de La Colla un sentiero poco evidente (tagli) traversa a Est, addentrandosi nel vallone del Rio Robano (IGM: R.Robana). Subito dopo una sorgente si presenta un bivio (non segnalato). La traccia più alta porta sul greto del Rio Robano in corrispondenza di un grande masso sulla destra idrografica a circa 1000 m di quota.
Sul versante opposto una labile traccia segnalata da qualche taglio attraversa in piano su terreno ripido e, a tratti, insidioso in direzione Ovest. Superato un canale laterale, la traccia giunge al rudere azzerato della Baita dei Premosei (circa 1080 m), su un terrazzo boscoso dove abbondano le piode.
Forse, senza questa abbondanza di materiale da costruzione, nessuno si sarebbe preso la briga di costruire un baitello su questo inospitale, ombroso versante...
Ritorno sul percorso dell'andata.
Osservando la mappa in cerca di una zona in piano e al riparo dalle valanghe, ero arrivato alla conclusione che la baita si potesse trovare su un poggio a circa 1170 m di quota sul versante Nord del secondo risalto dei Pianezzoli (IGM 1451 m), noto localmente come Mot Selva Negar, come riportato anche sulla carta Geo4Map.
Contrariamente alle previsioni, su quel poggio non troveremo manufatti ma un centinaio di metri più in basso, sotto una parete, ci imbatteremo in un rudere azzerato di dimensioni molto piccole, senza resti di travatura. Solo al termine del giro verremo a sapere che quel misero resto era proprio la Baita dei Premosei che stavamo cercando.
La conferma arriverà da Gianpiero, incontrato fortunatamente a Pra La Varda, che ringrazio per le preziose informazioni e la generosa ospitalità.
Il percorso
Con Ferruccio parto da Porcelli, frazione di Trontano posta quasi di fronte a Domodossola. Sulla sinistra idrografica del Rio dei Porci un bel sentiero a pedui con tratti gradinati e tacche nella roccia risale il ripido Crot di Pörsc (Canale dei Porci, tanto per restare in tema...) per poi traversare a Sud, arrivando al grande nucleo di Cosasca. Il percorso è stato ripulito e sistemato nel 2017, con la posa di corde e cavetti nei passaggi più insidiosi.
Da Cosasca una buona mulattiera sale a La Selva e quindi a Pra La Varda.
Dalle baite superiori un sentiero traversa sul fianco Sud della dorsale e, con un ultima salita, arriva alle rovine dell'alpe La Colla (906 m).
Fino qui non ci sono difficoltà particolari.
Tempo impiegato: 1:30 soste incluse
Sopra gli ultimi ruderi de La Colla un sentiero poco evidente (tagli) traversa a Est, addentrandosi nel vallone del Rio Robano (IGM: R.Robana). Subito dopo una sorgente si presenta un bivio (non segnalato). La traccia più alta porta sul greto del Rio Robano in corrispondenza di un grande masso sulla destra idrografica a circa 1000 m di quota.
Sul versante opposto una labile traccia segnalata da qualche taglio attraversa in piano su terreno ripido e, a tratti, insidioso in direzione Ovest. Superato un canale laterale, la traccia giunge al rudere azzerato della Baita dei Premosei (circa 1080 m), su un terrazzo boscoso dove abbondano le piode.
Forse, senza questa abbondanza di materiale da costruzione, nessuno si sarebbe preso la briga di costruire un baitello su questo inospitale, ombroso versante...
Ritorno sul percorso dell'andata.
Tourengänger:
atal

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