Passo delle Colombe (2381 m)
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Racchettata dal Passo del Lucomagno al Passo delle Colombe sfidando il freddo pungente e il forte vento di tramontana.
Inizio dell’escursione: ore 8:30
Fine dell’escursione: ore 13:30
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1034 hPa
Velocità media del vento: 25 km/h
Temperatura alla partenza: -10°C
Temperatura al rientro: -4°C
Sorgere del sole: 8.08
Tramonto del sole: 16.54
Alcuni conoscenti si stupiscono della mia grande passione per la montagna, per le levatacce, per i lunghi spostamenti in auto, per le numerose ore di marcia con uno zaino assai pesante, spesso al freddo e esposto a gelide raffiche di vento. Evidentemente non a tutti interessano i segreti della natura. Forse non li sentono, o non hanno tempo di cercarli. Vedono le montagne come blocchi turriti, pilastri di roccia scabri e senza valore. Ammassi di pietre inutili, sorti qua e là per capriccio del tempo, coperti per più giorni all’anno dal ghiaccio e dalla neve.
Eppure la montagna da sempre è frequentata da alpigiani, boscaioli, alpinisti, cercatori di cristalli, soldati, viandanti, cacciatori, bracconieri, contrabbandieri. Io ci vado per il gusto di camminare, sciare, vedere, scrutare, fotografare, annusare l’aria fina, toccare le rocce, e per il gusto di sedermi sulla cima e stupirmi. Frequentare la montagna in inverno è un privilegio da concedersi a tutti i costi. La bellezza che ci regala l’ambiente montano innevato è così emozionante da valere il freddo e lo sforzo che c’è da compiere in questa stagione.
Arrivo alle 8:15 all’Ospizio del Passo del Lucomagno. Come da copione, appena uscito dall’auto sono investito da raffiche di vento gelido, che mi fanno barcollare: il primo impatto con l’atmosfera siberiana è traumatico! Il freddo associato al vento è scoraggiante. Proprio per il noto vento teso che spesso spira da queste parti, ho messo in cantiere questa gita dopo due rinvii in una sola settimana.
Oggi sono l’unico a parcheggiare al Passo del Lucomagno e ad iniziare un’escursione dal colle. Non ci sono nemmeno i soliti pensionati, appassionati di caccia, che arrivano di buon’ora per scrutare con il binocolo i fianchi dello Scopi alla ricerca degli stambecchi. Sulla strada militare che mi conduce all’imbocco della Val Termine ci sono cumuli di neve soffiata e distese di ghiaccio vivo, che non mi impediscono di camminare senza le racchette. Le calzo solo all’estremità del lago, appena rientrato in territorio ticinese. Il versante settentrionale del Pizzo dell’Uomo è quasi brullo: impossibile salirlo con gli sci. La Val Termine è all’ombra e ancora battuta dal vento; le raffiche si attenuano per poche centinaia di metri solo in prossimità del Passo dell’Uomo (2218 m).
Mi riparo nella stalla per sorseggiare un bicchiere di tè, poi scendo in Val Piora fino a Segna (2198 m). Da questo crocevia svolto ad angolo retto in direzione del Piano dei Porci. Finalmente arrivo al sole; il paesaggio è stupendo: il vento in questo pascolo è una ricchezza che impreziosisce le foto con mulinelli, vortici elicoidali e “anguille di neve” striscianti che risalgono il pendio. Sullo sfondo si stagliano le guglie dolomitiche del Pizzo Colombe, una delle montagne più fotografate della Valle del Lucomagno. Sembrerebbe sempre la stessa, immutabile, ma non è così! I monti cambiano pelle anno dopo anno, come le bisce. Affidano al vento la polvere della loro consunzione, giorno dopo giorno, fino a smagrire ed estinguersi nei secoli.
La presenza della lepre variabile è tradita soltanto dai suoi escrementi, isolati e rilasciati lungo una linea retta. È difficilissimo vederla; mi sarà capitato solo due o tre volte finora.
L’alta Val Piora è di una bellezza toccante. Qui la natura è ammutolita, come se una mano possente le avesse chiuso la bocca.
Risalgo il pendio alla sinistra della Murinascia Grande, anch’essa silenziosa. Il suo toponimo è probabilmente una derivazione della voce “mulino”.
Verso il Passo delle Colombe
Alle 11:10, dopo 2 ore e 40 minuti di cammino, raggiungo la piana che ospita il Lago dei Campanitt, a due passi dal Passo delle Colombe (2381 m): geschafft!
Stranamente qui il vento non si sente: la temperatura è più dolce, è un altro mondo!
Sono accolto da Roberto e Pietro, due escursionisti saliti da Casaccia, giunti al valico poco prima di me. Ci complimentiamo vicendevolmente e ci scambiamo, come d’abitudine, alcune impressioni su gite fattibili nella regione. Continueranno la loro gita in direzione del Passo del Sole, per chiudere l’anello classico attorno al Pizzo Campanitt.
Nei pressi del Passo delle Colombe c’era una miniera di piombo e argento con tracce aurifere (galena). Probabilmente appartiene agli stessi filoni, già conosciuti dal 1700, ubicati sull’altopiano del Corandoni tra la Val Piora e la Valle Cadlimo, a 2550 m. Il minerale forniva circa 280 g di argento per tonnellata. La società di New York “Gothard Mining & Engineering” intraprese dei lavori di esplorazione, che furono presto abbandonati per via della posizione molto discosta del giacimento.
Riprendo il cammino verso valle poco prima di mezzogiorno e come previsto da MeteoSwiss, il cielo si rannuvola, liberando anche qualche fiocco di neve.
Racchettata nelle Valli Termine e Piora in una giornata molto fredda. La bellezza dell’alta Val Piora mi ha ampiamento gratificato per il disagio creato dalle condizioni meteorologiche.
Tempo totale: 5 h
Tempo di salita: 2 h 40 min
Tempi parziali
Passo del Lucomagno (1915 m) – Passo dell’Uomo ( 2218 m): 1 h 37 min
Passo dell’Uomo ( 2218 m) – Passo delle Colombe (2381 m): 1 h 03 min
Dislivello in salita: 581 m
Sviluppo complessivo: 13,7 km
Difficoltà: T1/WT2
SLF: 2 (moderato)
Coordinate Passo delle Colombe: 702'543 / 155'068
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
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