Solo le gonne si accorciano, le gite in montagna mai
Storia di un giro nato piccino e poi cresciuto man mano fino a diventare adulto. Il giro è nato piccino perché le mie gambe mi comunicano che dopo la corsa su e giù dal Negrös giovedì riposerebbero volentieri. E' cresciuto perché la giornata era talmente bella che mi si stringeva il cuore a scendere.
Così senza troppa convinzione e senza un piano preciso mi avvio dal solito parcheggio di Progero verso i monti del Laghetto. Alla partenza sono tre gradi sotto zero, ma appena saliti un po' la temperatura diventa gradevole, giacchetto, guanti e cuffia resteranno tranquilli nello zaino tutta la giornata. La giornata è limpida e luminosa, un'oretta e sono ai monti del laghetto, in fondo non va troppo male. Qui si è in pieno sole e fa' un bel caldino, ormai però è tutto chiuso, chi avrebbe pensato a un tempo simile in dicembre.
Proseguo di buona lena sullo schienone che porta all'Alpe Orino; nonostante sia in ombra la temperatura è gradevolissima anche qui, niente neve né brina, condizioni perfette per camminare. Sono le nove e un quarto, cosa faccio? Scarto il sentiero basso per Mognone, anche quello dell'Alpe Morisciolo non mi entusiasma, l'ho già fatto tante volte e le mie gambe non sarebbero contente della discesa ripida su Mognone. Così prendo il bel sentiero nel bosco che mi porta al Corte di Mezzo dell'Alpe Ruscada, facendo un traverso esposto proprio sopra la Valle di Cugnasco. Superato il culmine accelero il passo e in meno di mezz'ora sono in Val Ruscada. Non sono ancora le dieci, perché scendere a valle, la giornata è così bella. Così anziché traversare verso i monti della Gana attacco la Val Ruscada.
Questo è uno dei posti dei monti ticinesi che preferisco, una valle incassata fra creste di roccia che sale a gradoni verso la Cima dell'Uomo; verso sud, si apre come un grande balcone sul piano di Magadino e la pianura lombarda. E' bello salire nel sole lungo i pascoli dorati mentre in alto le cime scintillano candide nel blu intenso del cielo. Nonostante la stagione invernale il torrente canta saltando da una balza all'altra. Passo l'incredibile corte di cima, con le sue cascine basse costruite in modo da resistere alle valanghe; altri tempi, oggi potrebbero esserci le vacche a pascolare e di neve non c'è traccia.
Un altro scalino e sono in vista del passo; un sottile manto candido riveste i prati appena sotto il valico. Al Passo Ruscada si apre una vista fantastica: appena sopra la Cima dell'Uomo e il Madone, più oltre il Vogorno si stagliano bianchi nel cielo. Più oltre la vista incredibilmente limpida delle Alpi Vallesane, giù sotto il lago maggiore riluce di un azzurro cupo e più oltre le infinite quinte delle prelapi lombarde e piemontesi. E là in fondo chiude il cerchio dell'orizzone la grande piramide del Monviso.E' uno splendido regalo, tanto più non previsto, oggi mi sono lasciato sorprendere e ispirare dalla giornata.
Ma è tempo di partire, in fondo avevo promesso di fare un giretto prima di pranzo...fino alla Borgna c'è un po' di neve che però tiene bene sotto le scarpette, poi allungo la corsa sul traverso che conduce alla Forcola. Un ultimo sforzo per risalire e poi ricompaio nel sole caldo e abbacinante. Corro leggero nel bosco, il cuore pieno degli scenari stupendi della montagna; poi saluto un paio di villeggianti ai monti della Gana e mi getto a valle sul sentiero per Cugnasco. Poiché non avevo pianificato nulla mi toccano tre chilometri di asfalto da Cugnasco a Progero, ma ne è valsa proprio la pena.
Peccato per le poche foto, anche queste non erano previste...
Così senza troppa convinzione e senza un piano preciso mi avvio dal solito parcheggio di Progero verso i monti del Laghetto. Alla partenza sono tre gradi sotto zero, ma appena saliti un po' la temperatura diventa gradevole, giacchetto, guanti e cuffia resteranno tranquilli nello zaino tutta la giornata. La giornata è limpida e luminosa, un'oretta e sono ai monti del laghetto, in fondo non va troppo male. Qui si è in pieno sole e fa' un bel caldino, ormai però è tutto chiuso, chi avrebbe pensato a un tempo simile in dicembre.
Proseguo di buona lena sullo schienone che porta all'Alpe Orino; nonostante sia in ombra la temperatura è gradevolissima anche qui, niente neve né brina, condizioni perfette per camminare. Sono le nove e un quarto, cosa faccio? Scarto il sentiero basso per Mognone, anche quello dell'Alpe Morisciolo non mi entusiasma, l'ho già fatto tante volte e le mie gambe non sarebbero contente della discesa ripida su Mognone. Così prendo il bel sentiero nel bosco che mi porta al Corte di Mezzo dell'Alpe Ruscada, facendo un traverso esposto proprio sopra la Valle di Cugnasco. Superato il culmine accelero il passo e in meno di mezz'ora sono in Val Ruscada. Non sono ancora le dieci, perché scendere a valle, la giornata è così bella. Così anziché traversare verso i monti della Gana attacco la Val Ruscada.
Questo è uno dei posti dei monti ticinesi che preferisco, una valle incassata fra creste di roccia che sale a gradoni verso la Cima dell'Uomo; verso sud, si apre come un grande balcone sul piano di Magadino e la pianura lombarda. E' bello salire nel sole lungo i pascoli dorati mentre in alto le cime scintillano candide nel blu intenso del cielo. Nonostante la stagione invernale il torrente canta saltando da una balza all'altra. Passo l'incredibile corte di cima, con le sue cascine basse costruite in modo da resistere alle valanghe; altri tempi, oggi potrebbero esserci le vacche a pascolare e di neve non c'è traccia.
Un altro scalino e sono in vista del passo; un sottile manto candido riveste i prati appena sotto il valico. Al Passo Ruscada si apre una vista fantastica: appena sopra la Cima dell'Uomo e il Madone, più oltre il Vogorno si stagliano bianchi nel cielo. Più oltre la vista incredibilmente limpida delle Alpi Vallesane, giù sotto il lago maggiore riluce di un azzurro cupo e più oltre le infinite quinte delle prelapi lombarde e piemontesi. E là in fondo chiude il cerchio dell'orizzone la grande piramide del Monviso.E' uno splendido regalo, tanto più non previsto, oggi mi sono lasciato sorprendere e ispirare dalla giornata.
Ma è tempo di partire, in fondo avevo promesso di fare un giretto prima di pranzo...fino alla Borgna c'è un po' di neve che però tiene bene sotto le scarpette, poi allungo la corsa sul traverso che conduce alla Forcola. Un ultimo sforzo per risalire e poi ricompaio nel sole caldo e abbacinante. Corro leggero nel bosco, il cuore pieno degli scenari stupendi della montagna; poi saluto un paio di villeggianti ai monti della Gana e mi getto a valle sul sentiero per Cugnasco. Poiché non avevo pianificato nulla mi toccano tre chilometri di asfalto da Cugnasco a Progero, ma ne è valsa proprio la pena.
Peccato per le poche foto, anche queste non erano previste...
Tourengänger:
blepori

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (4)