Autunno in Valcuvia tra boschi e monti...
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Voglia di uscire, di camminare, di respirare, di vivere... Dimenticare anche per poche ore i malesseri, le inquietudini e il grigiore quotidiano. Cosa c'è di meglio che una camminata in montagna per rigenerarsi? Immersi nella natura si riscopre la propria essenza e ci si riappropria dei ritmi naturali che la frenesia della vita moderna ci ha tolto.
Avendo a disposizione tempo limitato mi devo accontentare di una camminata vicino a casa. Visto il tempo fosco i panorami non saranno granché ma saranno compensati dai colori d'autunno. Avendo già da tempo esaurito la possibilità di trovare nuovi percorsi in zona cerco di trovare qualche elemento di novità. La novità, per me, è la pista ciclabile Cittiglio- Laveno. Non che ami particolarmente le piste ciclabili ma, in caso di mancanza di alternative, sono un buon sistema di collegamento fra i paesi della valle. Un altro fattore, un po' maniacale, che condiziona la scelta dei miei itinerari è l'estetica della traccia gps che andrò a registrare.
Lascio la macchina a Laveno e, attraversate le vie di paese, vado a prendere il percorso segnato che porta a Vararo. Prima su ripide stradine asfaltate e poi su acciottolato salgo alla frazione Casere (761) dove svolto a sinistra verso i Pizzoni. Prendo il sentiero boschivo che torna momentaneamente sulla strada verso il passo del Cuvignone per svoltare a sinistra e salire al passo Barbè (874). Proseguo sulla cresta che porta alla croce di vetta del 2° dei Pizzoni di Laveno, uno dei punti più panoramici sul centro Verbano, ma non oggi. Proseguo sul sentiero di cresta dei Pizzoni che, dopo alcuni saliscendi, mi porta alla boscata cima del Monte La Teggia (1106), punto più alto di giornata. Scendo sulla strada al vicino passo del Cuvignone (1046). Al primo tornante in direzione Vararo lascio la strada per deviare a sinistra sul sentiero della Val Buseggia che, seguendo una aperta dorsale scende all'abitato di Vararo (755). Per scendere a Cittiglio nella valle del torrente San Giulio non ci sono sentieri segnati alternativi alla strada. Seguendo un cartello indicante Cittiglio taglio tra i prati e scendo su un sentiero che torna sulla strada un paio di tornanti più in basso. Lungo la strada costeggio il corso del torrente San Giulio fino ad individuare la presa d'acqua. Qui prendo una via che avevo già testato la scorsa primavera, via che non è un sentiero ma un percorso non certo agevole ma che consente di evitare la strada. Dalla presa d'acqua parte un condotto pianeggiante che alimenta un bacino. Dalla località Mulini (567) cammino sopra il condotto su un percorso che offre anche viste panoramiche e passaggi scavati nella roccia. Non essendo un sentiero la via è spesso intralciata da rovi e da qualche albero caduto. Raggiunto il bacino inizio la discesa lungo la tubazione che scende a valle. Faccio tutto il percorso rivolto a monte e scendendo all'indietro usando il piccolo tubo legato al tubo principale come appiglio. Appiglio che facilita una discesa su terreno ripido e friabile. Trovo qualche difficoltà per attraversare i grovigli di rovi cresciuti lungo la tubazione. Arrivo ad uno spiazzo raggiunto da una pista forestale, la seguo in discesa e, superati altri rovi mi ritrovo sulla mulattiera che dal Sasso del Ferro scende a Cittiglio (254). Percorro le vie di paese e, attraversata la statale e la ferrovia, mi immetto sulla pista ciclo-pedonale che segue il corso del Boesio. Percorro il lungo tragitto pianeggiante, e un po' monotono, che mi riporta a Laveno chiudendo così l'anello.
Tempi di percorrenza: 1h15' al 2°Pizzone di Laveno, 2h20' Vararo, 3h20' Cittiglio, 4h13' Laveno
Lunghezza del percorso: 17,2km
Meteo: sereno, foschie.
Note: le difficoltà sul percorso sono molto variabili: T1 fino a Casere, T3 sul 2°dei Pizzoni di Laveno, T4 dai Mulini a Cittiglio, T1 da Cittiglio a Laveno, T2 tutto il resto.
Avendo a disposizione tempo limitato mi devo accontentare di una camminata vicino a casa. Visto il tempo fosco i panorami non saranno granché ma saranno compensati dai colori d'autunno. Avendo già da tempo esaurito la possibilità di trovare nuovi percorsi in zona cerco di trovare qualche elemento di novità. La novità, per me, è la pista ciclabile Cittiglio- Laveno. Non che ami particolarmente le piste ciclabili ma, in caso di mancanza di alternative, sono un buon sistema di collegamento fra i paesi della valle. Un altro fattore, un po' maniacale, che condiziona la scelta dei miei itinerari è l'estetica della traccia gps che andrò a registrare.
Lascio la macchina a Laveno e, attraversate le vie di paese, vado a prendere il percorso segnato che porta a Vararo. Prima su ripide stradine asfaltate e poi su acciottolato salgo alla frazione Casere (761) dove svolto a sinistra verso i Pizzoni. Prendo il sentiero boschivo che torna momentaneamente sulla strada verso il passo del Cuvignone per svoltare a sinistra e salire al passo Barbè (874). Proseguo sulla cresta che porta alla croce di vetta del 2° dei Pizzoni di Laveno, uno dei punti più panoramici sul centro Verbano, ma non oggi. Proseguo sul sentiero di cresta dei Pizzoni che, dopo alcuni saliscendi, mi porta alla boscata cima del Monte La Teggia (1106), punto più alto di giornata. Scendo sulla strada al vicino passo del Cuvignone (1046). Al primo tornante in direzione Vararo lascio la strada per deviare a sinistra sul sentiero della Val Buseggia che, seguendo una aperta dorsale scende all'abitato di Vararo (755). Per scendere a Cittiglio nella valle del torrente San Giulio non ci sono sentieri segnati alternativi alla strada. Seguendo un cartello indicante Cittiglio taglio tra i prati e scendo su un sentiero che torna sulla strada un paio di tornanti più in basso. Lungo la strada costeggio il corso del torrente San Giulio fino ad individuare la presa d'acqua. Qui prendo una via che avevo già testato la scorsa primavera, via che non è un sentiero ma un percorso non certo agevole ma che consente di evitare la strada. Dalla presa d'acqua parte un condotto pianeggiante che alimenta un bacino. Dalla località Mulini (567) cammino sopra il condotto su un percorso che offre anche viste panoramiche e passaggi scavati nella roccia. Non essendo un sentiero la via è spesso intralciata da rovi e da qualche albero caduto. Raggiunto il bacino inizio la discesa lungo la tubazione che scende a valle. Faccio tutto il percorso rivolto a monte e scendendo all'indietro usando il piccolo tubo legato al tubo principale come appiglio. Appiglio che facilita una discesa su terreno ripido e friabile. Trovo qualche difficoltà per attraversare i grovigli di rovi cresciuti lungo la tubazione. Arrivo ad uno spiazzo raggiunto da una pista forestale, la seguo in discesa e, superati altri rovi mi ritrovo sulla mulattiera che dal Sasso del Ferro scende a Cittiglio (254). Percorro le vie di paese e, attraversata la statale e la ferrovia, mi immetto sulla pista ciclo-pedonale che segue il corso del Boesio. Percorro il lungo tragitto pianeggiante, e un po' monotono, che mi riporta a Laveno chiudendo così l'anello.
Tempi di percorrenza: 1h15' al 2°Pizzone di Laveno, 2h20' Vararo, 3h20' Cittiglio, 4h13' Laveno
Lunghezza del percorso: 17,2km
Meteo: sereno, foschie.
Note: le difficoltà sul percorso sono molto variabili: T1 fino a Casere, T3 sul 2°dei Pizzoni di Laveno, T4 dai Mulini a Cittiglio, T1 da Cittiglio a Laveno, T2 tutto il resto.
Tourengänger:
morgan

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