DREISPRECHENSPITZE E MESSNER MOUNTAIN MUSEUM DI SOLDA
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Un week end tra madre e figlio, una gita memorabile, giornate indimenticabili!
“Ale siamo a casa da soli io e te, cosa facciamo questo week end di tempo bellissimo?”
“Mamma andiamo in montagna, andiamo a vedere uno dei Musei di Messner, tu ne parli sempre di lui…”
Sono cose che non mi faccio ripetere due volte ma i Musei di Messner, disseminati in Alto Adige, non sono proprio dietro l’angolo e l’esperienza va arricchita: ci sono una infinità di posti magnifici che non abbiamo ancora visto e che meritano il nostro tempo.
Siamo già a Colico per un impegno che ci occupa la mattinata e quindi la scelta viene da se: “Ale, andiamo al Passo dello Stelvio, dormiamo lì e poi di buon mattino scendiamo a Solda facciamo una bella scarpinata su al Rifugio Madriccio, ottimo punto di osservazione per Gran Zebrù, Zebru’, Ortles, e allora ci saremo meritati un bel pranzo allo Yak&Yeti e una visita al Museo”.
Andare a visitare uno dei Musei del “mio MITO” Messner, non ci posso credere di come Ale abbia avuto tale pensata, io stesso non ci sarei arrivata!!
Ricky rimane basito quando gli racconto al telefono il nostro programma, ma d’altro canto è la giusta punizione per aver scelto un lungo weekend alla “Prosecchissima” di Treviso con Gio: “Pedalate voi, che noi scarpiniamo!!” rincara Ale, già pronto per l’avventura.
Percorrere in auto di sabato pomeriggio tutta la Valtellina si rivela tuttavia un’impresa: arriviamo al Passo dello Stelvio che è ormai quasi il tramonto.
Saliamo pimpanti fino al Rifugio Garibaldi ed alla Cima delle Tre Lingue: una scarpinata di un quarto d’ora su una “strada”; intorno un panorama favoloso sul Ghiacciaio dello Stelvio, sull’Ortles, sulla Svizzera con il Piz Cotschen, Piz Umbrail, Piz di Rims; tutta la piana dietro al Rifugio è stata teatro del conflitto bellico della prima guerra mondiale ed Ale è davvero interessato.
La serata è molto piacevole, nonostante l’altitudine non sentiamo freddo, la cena è ottima, la camera un po’ meno: prenotare all’ultimo minuto vuol dire accontentarsi della camera nel sottoscala, ma almeno abbiamo l’uscita diretta all’esterno così rimaniamo fuori fino a tardi a guardare la fantastica stellata e a chiacchierare.
Il mattino successivo di buon ora ci rimettiamo in auto alla volta di Solda; scendere dallo Stelvio è davvero una goduria, i 48 tornanti del versante altoatesino sono impegnativi e tortuosi ma non c’è traffico e ci fermiamo per fare qualche foto da mandare ai ciclisti: questa si che è una tappa tosta!!
Arriviamo a Solda, il cielo è magnifico ma il tempo è poco così decidiamo di salire il primo tratto in funivia fino al Rifugio Città di Milano a quota 2.580mt: incastrare tutto è davvero una impresa e Ale vuole poi godersi il Museo quindi, funivia sia!
Dalla stazione di arrivo seguiamo l’evidente sentiero che si dirige ad ovest verso il Rifugio Madriccio situato a 2.900mt. Il panorama è superlativo: abbiamo fatto bene a prendere la funivia, con calma ci godiamo la breve salita e lo spettacolo dell’Ortles, del Gran Zebrù, dello Zebrù e anche della Cima da Solda al gran completo.
Prima di raggiungere il Museo tappa mangereccia al Ristorante Yak&Yeti dove in un ambiente davvero particolare abbiamo ordinato i piatti più tipici a base di carne di Yak: una delizia, un po’ meno delizioso il conto!
Quindi eccoci finalmente pronti alla visita del Messner Mountain Museum di Solda che, realizzato sotto terra, richiama nella sua struttura architettonica i crepacci di un ghiacciaio. Tutto il museo infatti prende luce dall'alto, da una fascia vetrata che attraversa il soffitto come il crepaccio di un ghiacciaio.
L’allestimento è dedicato ai mondi di ghiaccio ed espone la più vasta collezione di vedute dell’Ortles. Qui, come recita la descrizione museale, incontriamo il terrore del ghiaccio e dell'oscurità, i miti dell'uomo delle nevi e del leone delle nevi, il white out e il terzo polo, in un viaggio attraverso due secoli di storia degli attrezzi da ghiaccio, dello sci, dell'arrampicata su ghiaccio e delle spedizioni ai poli.
Una visita davvero interessante e finalmente Ale, appagato da tutto cio’, si addormenta in macchina evitandosi quella che sarà la parte più difficile ed estenuante di tutto il weekend: il rientro a Milano!
Ma ne è valsa la pena: questa esperienza genitori/figli “one to one” facendo le cose che amiamo ha sicuramente lasciato il segno e ci ha ricaricato tutti quanti di energie.

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