MTB-L'Anello di Santa Caterina e altro
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La nostalgia di un tour in MTB mi fa studiare per bene uno dei programmi archiviati nel libretto “Should be done”. Un aspetto secondario ma interessante del giro era quello di portarsi al luogo di partenza in treno che dall’infanzia ha esercitato un grande fascino su di me. Cosa non meno importante: la prima parte del percorso, da me aggiunta al pluridescritto Anello di Santa Caterina, serviva come test di un futuro percorso da fare con un amico. Per fare misura colma mi proponevo anche la possibilità di fare una variante di ritorno con salita al Picuz e al Monte San Clemente. Per la fattibilità di questa ultima cosa avevo molti dubbi: avevo trovato solo una relazione di morgan che faceva al caso mio ma la sua era una escursione mentre sul web si vedevano clip di discese pazze in MTB tipo downhill ultimamente rese impossibili da alberi caduti ecc. La “consulenza” di
morgan arriva mentre sto salendo sul treno ed è poco incoraggiante; così sbarco a Laveno con tanti pensieri in testa ma mi dico: andiamo per gradi, strada facendo si vedrà. Così inizio una salita bella impegnata (9%) verso il Monte Brianza che costeggio e arrivato a Chiso mi perdo nella ricerca del percorso rifuggendo, come sempre, dall’imboccare quella salita impossibile (8%) dicendomi “non sarà mica questa la via vero?”. Dopo qualche tentativo capisco che invece la via è proprio quella “hard”, almeno per me. Mi rassegno e salgo; arrivato al culmine l’asfalto muta in sentiero e l’avventura inizia. Divertimento e concentrazione assicurati, poi la discesa, sempre sconnessa mi porta a Cerro di Laveno posto che ben conosco per la sua bella spiaggia sul Lago Maggiore. Qui inizia il vero e proprio Anello ben descritto sia su Vie Verdi dei Laghi sia da GPS Varese. Proseguo verso Ceresolo dove ammiro per la prima volta la bella chiesa romanica di San Defendente e dopo un brevissimo tratto sulla SP69 costiera la abbandono per salire (8,5%) nella fitta vegetazione acquitrinosa in zona Roncaccio per scendere nuovamente sulla SP69 a Reno, noto anch’esso per la bella spiaggia e per la Nuotata dell’Eremo che attraversa il Lago Maggiore. Da lì imbocco una stradina in salita asfaltata ma terribile (12%) che, indovinate un po’, si chiama Via Santa Caterina alla fine della quale arrivo all’Eremo, sito affascinante che consiglio di visitare ma che ben conosco e quindi salto. Da lì mi dirigo verso il paesino di Cellina dove faccio conoscenza con un bel cagnolino e poi per vie campestri raggiungo Arolo con la sua spiaggia e faccio una puntatina al Sasso Moro. Poi, dopo un breve traverso verso Est (8%), si torna a salire verso Nord seguendo una porzione della Dorsale del Verbano che arriva a Leggiuno alternando asfalto a vie interpoderali molto suggestive anche se spesso bisogna fare i conti con una vegetazione esuberante. Alla Torbiera avrei dovuto abbandonare la Dorsale per dirigermi verso il Monte San Clemente ma le considerazioni iniziali e la fatica mi fanno desistere (10%) e proseguire per Laveno. Qui giunto però decido di seguire la Ciclabile che affianca il Torrente Boeso e collega Laveno con Cittiglio, giusto per fare qualche altro chilometro senza problemi. A Cittiglio mi reco in stazione e mentre attendo il treno mi cambio e gusto il meritato panino lanciando sguardi indagatori al Monte San Clemente cui oggi ho rinunciato. Ma ecco l’annuncio: “È in arrivo sul primo binario il treno delle 13:46 per Milano Cadorna; non attraversare i binari”. Salgo, lego la bici, siedo e mi godo il fresco ed il breve viaggio di ritorno.
Bello, ma la stanchezza mi dice che il bollino rosso di GPS Varese questo giro se l’è proprio meritato!
Pillole….della pedalata:
Salita 491m
Discesa 456m
Lunghezza totale 26,6 km
Tempo lordo 4h00’ (foto e soste 1h’)

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