IL "GIRONE" DELLA VEDDASCA.
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Del “Girone” ne avevo sentito parlare negli anni ’80 al CAI Luino da Andorno e da Colla, quando io ero tutto preso dall’alpinismo, dallo scialpinismo e dalla roccia. In seguito sono passato al ciclismo e, dal 2006, mi dedico pressoché esclusivamente all’arrampicata in falesia.
Alla fine del mese di maggio scorso, però, una fastidiosa tendinite al gomito destro mi ha costretto a sospendere tale attività e quindi, per non restare inattivo e non potendo fare ciclismo in quanto mi dava fastidio al gomito, mi sono messo a camminare nei boschi: il San Martino ed il Colonna sono divenute le mie mete preferite. Le mie uscite non hanno comunque mai superato le quattro ore.
Poi, a metà agosto, con Franca e Monica siamo andati al Lago Barone in Valle Verzasca e, pochi giorni dopo, sono salito da solo al Pizzo Vogorno.
Non avendo fatto molta fatica, non so perché mi è tornato in mente il “Girone”. Franca mi ha incoraggiato e mi ha suggerito di proporre l’escursione anche a Marco, mio compagno in falesia nonché suo figlio, che è ancor meno allenato di me, ma ha dalla sua parte due fattori di non scarsa rilevanza: la forza e l’età!!!
Marco accetta di buon grado la proposta così, il sette settembre, alle 4 e 20 parcheggiamo l’auto a Maccagno ed alle 4 e 30 partiamo, con le lampade frontali, per la nostra avventura.
Saliamo di buon passo alle Cinque Vie e quindi, su sentiero e su strada, giungiamo a Pradeccolo ed alle 7 e 50 siamo sul Lema, il sole è appena sorto e lo spettacolo è grandioso, ti entra nell’anima. Ma, purtroppo, non ci si può attardare, il giro è appena all’inizio, cosi alle 8 ripartiamo alla volta del Gradiccioli, dove arriviamo alle 10 e quindi via verso il Tamaro: alle 11 siamo in cima, ci gustiamo un bel panino ed alle 11.15 iniziamo la discesa al Passo Neggia, dove arriviamo a mezzogiorno.
Saliamo al Gambarogno per il sentiero principale, che è un po’ più lungo di quello che sale nel prato ed alle 13.30 siamo in vetta: guardiamo l’altro versante della Veddasca e osserviamo il tragitto che ci siamo già lasciato alle spalle. Stiamo bene, ma Maccagno è ancora distante…
Scendiamo alla chiesetta di Sant’Anna e quindi un ripido sentiero in una faggeta ci porta velocemente sul Paglione e da lì sul Covreto: le salite importanti sono finite, iniziamo a scendere e passando dal Sirti arriviamo al Passo della Forcora. Da lì giù al Lago Delio, sbarramento nord, poi raggiungiamo Musignano: stiamo ancora bene e siamo contenti, consapevoli che ormai è quasi fatta. Si riparte e, passando per Pianca e Veddo, alle 18 in punto arriviamo al parcheggio di Maccagno, dove la nostra macchina ci sta aspettando da ormai 13 ore e mezzo…
Ci abbracciamo, felici di essere riusciti a realizzare questa impresa…lo sappiamo, oggi le imprese sono diverse, ma…lasciateci sognare!!!
Partecipanti: Luigi e Marco.
Alla fine del mese di maggio scorso, però, una fastidiosa tendinite al gomito destro mi ha costretto a sospendere tale attività e quindi, per non restare inattivo e non potendo fare ciclismo in quanto mi dava fastidio al gomito, mi sono messo a camminare nei boschi: il San Martino ed il Colonna sono divenute le mie mete preferite. Le mie uscite non hanno comunque mai superato le quattro ore.
Poi, a metà agosto, con Franca e Monica siamo andati al Lago Barone in Valle Verzasca e, pochi giorni dopo, sono salito da solo al Pizzo Vogorno.
Non avendo fatto molta fatica, non so perché mi è tornato in mente il “Girone”. Franca mi ha incoraggiato e mi ha suggerito di proporre l’escursione anche a Marco, mio compagno in falesia nonché suo figlio, che è ancor meno allenato di me, ma ha dalla sua parte due fattori di non scarsa rilevanza: la forza e l’età!!!
Marco accetta di buon grado la proposta così, il sette settembre, alle 4 e 20 parcheggiamo l’auto a Maccagno ed alle 4 e 30 partiamo, con le lampade frontali, per la nostra avventura.
Saliamo di buon passo alle Cinque Vie e quindi, su sentiero e su strada, giungiamo a Pradeccolo ed alle 7 e 50 siamo sul Lema, il sole è appena sorto e lo spettacolo è grandioso, ti entra nell’anima. Ma, purtroppo, non ci si può attardare, il giro è appena all’inizio, cosi alle 8 ripartiamo alla volta del Gradiccioli, dove arriviamo alle 10 e quindi via verso il Tamaro: alle 11 siamo in cima, ci gustiamo un bel panino ed alle 11.15 iniziamo la discesa al Passo Neggia, dove arriviamo a mezzogiorno.
Saliamo al Gambarogno per il sentiero principale, che è un po’ più lungo di quello che sale nel prato ed alle 13.30 siamo in vetta: guardiamo l’altro versante della Veddasca e osserviamo il tragitto che ci siamo già lasciato alle spalle. Stiamo bene, ma Maccagno è ancora distante…
Scendiamo alla chiesetta di Sant’Anna e quindi un ripido sentiero in una faggeta ci porta velocemente sul Paglione e da lì sul Covreto: le salite importanti sono finite, iniziamo a scendere e passando dal Sirti arriviamo al Passo della Forcora. Da lì giù al Lago Delio, sbarramento nord, poi raggiungiamo Musignano: stiamo ancora bene e siamo contenti, consapevoli che ormai è quasi fatta. Si riparte e, passando per Pianca e Veddo, alle 18 in punto arriviamo al parcheggio di Maccagno, dove la nostra macchina ci sta aspettando da ormai 13 ore e mezzo…
Ci abbracciamo, felici di essere riusciti a realizzare questa impresa…lo sappiamo, oggi le imprese sono diverse, ma…lasciateci sognare!!!
Partecipanti: Luigi e Marco.
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luigi52
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