Via Nicola Balestra: dalla capanna Cognora alla Capanna Barone
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Nel report sul giro che ho fatto il giorno prima (http://www.hikr.org/tour/post112077.html) ho scritto che una volta giunto alla Cognora la sera di sabato, vi ho incontrato un gruppo di avventori locali molto simpatici e cordiali. Il punto di contatto è stato duplice: a) gli stavano simpatici quelli di bergamo (e un poco erano anche stupiti che qualche bergamasco solcasse la Valle); b) son rimasti positivamente impressionati dal fatto che fossi salito dalla pianura con lo scooter!
Velocemente quindi abbiamo fatto conoscenza e mi hanno proposto di aggregarmi con loro che all'indomani avrebbero raggiunto la Capanna Barone per la Via Balestra.
Io di sta via Balestra non sapevo più di tanto: avevo letto qualcosa e sapevo che era un pelo sopra i tratti più tecnici dell'Alta Via; ero poi molto pensiero per via del peso del mio sacco che era pieno zeppo di kili di cose.
La notte poi non ho dormito proprio benissimo, ma all'indomani mi son detto; vediamo.
Il gruppo si è così incamminato di buon passo, io son partito nelle retrovie ma dopotutto ce l'ho fatta a tenere il passo. Il primo risalto subito sopra al Passo di Piatto è attrezzato con delle corde fisse metalicche e quindi non ti mette in guardia a dovere sulla tipologia di percorso che dovrai poi affrontare. Ci pensano però i metri di percorso immediatamente successivi a quello; basta infatti camminare sulle cenge erbose quasi a picco sul laghetto per accorgersene. Con l'erba bagnata e le placche di granito ricoperte di licheni, la confidenza ti viene da non darla mai. Il gruppo procede alla grande però e chi lo guida infila tutti i passaggi chiave senza topparne uno. La scarsezza dei bolli e di ometti, è infatti quello che forse maggiormente differenzia questo percorso dai restanti dell'Alta Via. Arriviamo poi ad un camino non attrezzato (III) che superiamo in parte grazie all'ausilio di un cordino calato dall'alto dall'apri via! L'altro camino invece prima della "porta" è attrezzato con 3 maniglioni, superato quello raggiungiamo sta mitica porta e poi saliamo al Pizzo della Bedeia. Da qui, sempre sulle cenge erbose esposte, frastagliate qua e la da massi di rara bellezza, raggiungiamo l'omino di Piancoi e poi giù fino alla Capanna Barone.
Ecco il pezzo di tragitto che porta al rifugio, per me è il peggiore, perché è uno sfasciume tra massi grossi, prati scoscesi e perché il peso del sacco unitamente al calo delle forze tende a stremarti,
Poi li alla Barone mi son ripreso e ho buttato gli occhi ai pendii vari perché già ero stato sul Barone con gli sci, ma dal versante di Chironico, e sapendo della bellezza dell'itinerario della Val Vergoness sarebbe stato un delitto non immaginarsi tutti quelle pieghe dei prati e quei mammelloni coperti da un bello strato di super trasformato.
Velocemente quindi abbiamo fatto conoscenza e mi hanno proposto di aggregarmi con loro che all'indomani avrebbero raggiunto la Capanna Barone per la Via Balestra.
Io di sta via Balestra non sapevo più di tanto: avevo letto qualcosa e sapevo che era un pelo sopra i tratti più tecnici dell'Alta Via; ero poi molto pensiero per via del peso del mio sacco che era pieno zeppo di kili di cose.
La notte poi non ho dormito proprio benissimo, ma all'indomani mi son detto; vediamo.
Il gruppo si è così incamminato di buon passo, io son partito nelle retrovie ma dopotutto ce l'ho fatta a tenere il passo. Il primo risalto subito sopra al Passo di Piatto è attrezzato con delle corde fisse metalicche e quindi non ti mette in guardia a dovere sulla tipologia di percorso che dovrai poi affrontare. Ci pensano però i metri di percorso immediatamente successivi a quello; basta infatti camminare sulle cenge erbose quasi a picco sul laghetto per accorgersene. Con l'erba bagnata e le placche di granito ricoperte di licheni, la confidenza ti viene da non darla mai. Il gruppo procede alla grande però e chi lo guida infila tutti i passaggi chiave senza topparne uno. La scarsezza dei bolli e di ometti, è infatti quello che forse maggiormente differenzia questo percorso dai restanti dell'Alta Via. Arriviamo poi ad un camino non attrezzato (III) che superiamo in parte grazie all'ausilio di un cordino calato dall'alto dall'apri via! L'altro camino invece prima della "porta" è attrezzato con 3 maniglioni, superato quello raggiungiamo sta mitica porta e poi saliamo al Pizzo della Bedeia. Da qui, sempre sulle cenge erbose esposte, frastagliate qua e la da massi di rara bellezza, raggiungiamo l'omino di Piancoi e poi giù fino alla Capanna Barone.
Ecco il pezzo di tragitto che porta al rifugio, per me è il peggiore, perché è uno sfasciume tra massi grossi, prati scoscesi e perché il peso del sacco unitamente al calo delle forze tende a stremarti,
Poi li alla Barone mi son ripreso e ho buttato gli occhi ai pendii vari perché già ero stato sul Barone con gli sci, ma dal versante di Chironico, e sapendo della bellezza dell'itinerario della Val Vergoness sarebbe stato un delitto non immaginarsi tutti quelle pieghe dei prati e quei mammelloni coperti da un bello strato di super trasformato.
Tourengänger:
surlyswiss

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