Seefeldspitz 2717 mt...e non solo! Part two...
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Oggi ci siamo tutti, ma proprio tutti… io, Georg, Astrid, Nadia e Olmo, il quinto dei Fantastici Quattro; ma che si fa? Si sale al Seefeldsee dice Georg, è un bel lago dove ci rilasseremo alla grande! E come no…
Dopo aver fatto la seconda colazione della giornata, eccoci qua al parcheggio posto sopra Meransen, in Altfasstal, ci facciamo estorcere 4 € per il parcheggio, e con una certa calma ci prepariamo a partire in direzione Seefeldsee passando per una valle a me sconosciuta.
Per un lungo tratto si cammina su una comoda sterrata, in falsopiano e largamente frequentata dai malgari e dai gestori dei rifugi; viaggiamo abbastanza spediti e Georg detta il passo, ma la valle è lunga, talmente lunga che ci raccontiamo la storia delle nostre vite e quella dei nostri avi sino ad arrivare al Medio Evo del nostro albero genealogico.
Giunti finalmente alla Wieserhutte, il sentiero comincia a salire con una certa pendenza, mai troppa a dir la verità, e dopo meno di un’ora di cammino dal rifugio, eccoci arrivati al bellissimo lago Seefeldsee; come facilmente immaginabile, nessuno di noi ha voglia di fermare le gambe proprio ora , così i buoni propositi di una giornata rilassante se ne vanno affanculo abbastanza velocemente.
Costeggiato il lago sul lato sinistro, ora ci portiamo verso la zona a nord del Seefeldsee, risaliamo un breve canalino roccioso abbastanza sfasciumato, sbucando così in un pianoro con una malga all’apparenza disabitata e non più funzionale; qua il duo al femminile si ferma, mentre io, Georg e Olmo puntiamo belli spediti al Seefeldspitz.
Superata senza tanto impegno una prima balza erbosa, i due laghetti superiori sono proprio lì, in una conca naturale che molto assomiglia al Maracanà, giusto per restare in tema Olimpiadi, ma quando invece noto la croce di vetta posta sopra il sentiero bello ripido che la raggiunge, mi viene una sorta di mancamento psicofisico! :)))
Ma oramai ci siamo e i 200 mt di dislivello finale ce li beviamo tenendo un passo decisamente ardito, grazie ancora una volta a Panzer Georg che detta i tempi di salita. Seefeldspitz, ti ho messo nel sacco!
Dopo la sosta pranzo, ora è il tempo di ritornare dalle nostre signore che ci aspettano al Rif. Wieserhutte, raccolgo le mie cose, controllo che Olmo non abbia defecato sulla stuoia del vicino, e mentre sto per riprendere il sentiero fatto all’andata…puff… magia! Georg: Dome, facciamo il giro delle creste? Io: Boia, non vedevo l’ora che tu mi facessi questa proposta, sono contento come una bistecca di Antilope buttata in una gabbia di Leoni!
Georg: se non ti va le faccio io e ci troviamo al Seefeldsee…
Dopo un primo momento di smarrimento, mi metto il cuore in pace e seguo il Panzer, che intanto è andato in avanscoperta, passiamo così il roccioso Tschiffernaun e il verde Weisser Kragen, affrontiamo dei traversi un po’ esposti, e una volta giunti sul Seefeldscharte (Passo) finalmente Georg si ferma e cerca di capire se si possono affrontare le restanti 42 cime che ci separano dal parcheggio.
Dopo avergli assestato un bel calcio all’altezza del menisco, Georg ritorna a più miti consigli, e sicuro di dire la cosa giusta afferma: ok, credo sia venuto il momento di scendere dalle creste, il Seefeldsee è sotto di noi.
E già amico mio, credo sia venuto proprio il momento che dici tu! Incredibile come a volte muovere un piede risolva le situazioni più complicate…
Via allora in discesa, su un sentiero un poco instabile ed abbastanza ripido, ma siamo veloci… raggiunta una sorta di selletta, Georg non prende la più bella delle deviazioni, nooooo, lui si butta su una lieve traccia creata da Otzi e punta direttamente al lago, tra un salto e l’altro trova anche il tempo di arrampicarsi sulle rocce per fotografare un’invisibile fiore! Incredibile…
Ma siamo finalmente alla Wieserhutte, e le nostre signore sono placidamente svaccate su delle sdraio che hanno come schienale una pelliccia di Bufalo del Colorado, ‘na tamarrata così non l’ho mai vista manco al mercato di Porta Portese!
Essendo un po’ in ritardo con i tempi, Georg non mi fa bere neanche un goccio di radler, anzi, rilancia l’azione proponendo di tornare al parcheggio affrontando un sentiero alternativo per evitare la lunga carrareccia; le donne, che innegabilmente sono più furbe dei maschietti, rispediscono al mittente la proposta e partono come fulmini, mentre io che sono il solito pirla, mi metto alle calcagna di “Specknodel” e cerco di farmi del male ancora una volta.
Dopo aver passato la vicina ed incasinata Pranter Stadelhutte, il sentiero si inerpica per altri 150 mt, raggiunta la via dei cacciatori (16b jagersteig), il cammino si fa ora più piacevole ed assolutamente solitario.
Ma ecco l’incognita algebrica… delle nuvole minacciose stanno arrivando velocemente da sud, ed il rumore dei tuoni non preannuncia nulla di buono e così ora facciamo quello che ancora oggi non avevamo fatto… si corre! La pioggia intanto ci sta raggiungendo… e fanculo anche a Bolt!
Fiuuu, finalmente il parcheggio! Ma Nadia e Astrid? E’ già, sono in macchina, mica sono coglione come noi!
Alla prossima ragazzi, grazie per la bella giornata passata ass… hem, con Georg…
Nota 1): Questo è un giro che abbraccia diversi gusti, c’è la carrareccia, i laghi, il bosco, molteplici sentieri, e dulcis in fundo ci si può complicare la vita a piacimento… perché allora non farci un giro se siete in zona???
Nota 2): Cose a caso & chi se ne frega!
Chi se ne frega: Juve- Fiorentina 2 :1
Spinoza: Centinaia di civili uccisi ogni giorno dall’Isis e dai raid della coalizione. Continua l’avvincente testa a testa.
Spinoza: La chiesa svedese vuole lanciare delle bibbie sulla Siria. Costano meno delle bombe e fanno più danni.
A’ la prochaine! Menek, Nadia und Olmo
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