Punta d'Arbola / Ofenhorn dal Devero


Publiziert von atal , 12. August 2016 um 20:21.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:11 August 2016
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS-
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-VS   I 
Zeitbedarf: 10:00
Aufstieg: 1600 m
Abstieg: 1600 m

Questa salita era un sogno nel cassetto da molto tempo, da prima che il "Mal di Valgrande" (in senso lato...) mi contagiasse, all'apparenza in modo irrimediabile.
 
L'Arbola è una delle montagne simbolo delle Alpi Lepontine e per molti non ha bisogno di presentazioni. A beneficio di chi mi segue da lontano, dirò che è la cima più alta del comprensorio dell'Alpe Devero, frequentatissimo in ogni stagione. Anche qui, come in molte località turistiche, basta uscire dai comodi percorsi segnalati e alzarsi di quota, per non trovare nessuno, solo montagna e silenzi, affacciati su paesaggi idilliaci che non temono confronti.
 
Note
Itinerario vario e di grande soddisfazione. Ambiente di alta montagna e panorama molto aperto in tutte le direzioni.

In giornate fredde, come quella in questione, sono utili ramponi e piccozza. Neve ghiacciata a parte, c'è qualche passaggio su roccia molto semplice (per me max I) e un traverso esposto su terreno instabile. Passaggi simili si trovano anche sulla Via dei Tecch al Corno Cistella, tanto per fare un esempio non troppo lontano geograficamente, ma reputo quest'ultimo decisamente più pericoloso (e infatti lo sconsiglio in discesa, a differenza dalla via all'Arbola da Devero).

Rimane comunque un percorso di tipo alpinistico e non deve essere preso alla leggera. Per l'indicazione della difficoltà, mi attengo al PD- della classificazione ufficiale della Guida dei Monti d'Italia. 
 
Salita
Alle 5:30 sono al grande parcheggio  del Devero. (€ 5.00 al giorno, pagabili alla fine della giornata tra la prima e la seconda galleria, loc. Cologno). Il termometro della macchina segna +6 °C e c'è un vento fastidioso, condizione anomala per essere agli inizi di Agosto. Seguendo il percorso segnalato che, dopo Corte d'Ardui e Crampiolo, costeggia la sponda orientale del lago di Devero, raggiungo l'Alpe Forno Inf. in circa 2 ore. Lascio il sentiero e mi innalzo sulla dorsale poco accentuata alle spalle dell'alpe in direzione delle Punte del Forno (NE). Il terreno è ghiacciato e sulle foglie si è depositato un sottile strato di neve pallottolare.
 
Quando il pendio inizia a diventare più ripido, traverso a sinistra (NW) su una rampa erbosa (ometti), che termina su un pianoro ingombro di massi. Qui risalgo la giavina sulla destra e poi traverso, poco sotto la base delle rocce, verso sinistra (W) su terreno erboso, una scelta che si rivelerà infelice, visto che il terreno è gelato... Come scoprirò poi, un comoda traccia di sentiero sale in corrispondenza al margine sinistro del pianoro, evitando lo scomodo traverso. Giunto su un colletto erboso, ritrovo gli ometti e fanno la loro comparsa dei bolli gialli. Seguendoli, attraverso in piano una zona di grandi massi dove serpeggia un ruscello, fino ad arrivare alla base del pendio di sfasciumi che sale al Passo sup. del Forno. Risalgo su giavine, sempre più instabili mano a mano che la pendenza aumenta e, a tratti, ricoperte da uno straterello di verglass. Poco sotto la parete, i bolli gialli indicano il punto in cui attraversare la ripida lingua di neve alla mia sinistra.
 
Le punte poco affilate dei miei ramponi non offrono sufficiente presa nell'attraversare il nevaio gelato. Creo quindi qualche gradino con la piccozza e, con esasperante lentezza, supero l'ostacolo.
 
Traverso su sfasciumi e guadagno una spalla con ometto. Sono sul Passo Mariani (circa 2750 m), una specie di cengia che consente di accedere, traversando da destra a sinistra, all'anfiteatro terminale dell'Arbola, difeso alla base da una fascia rocciosa.
 
Il traverso prosegue attraversando un colatoio con un passaggio esposto su rocce ricoperte di detrito fine (delicato) e con una sottile cengia erbosa esce sulla spalla successiva. Questa viene risalita sul colmo per qualche metro (passaggi elementari ma moderatamente esposti) e quindi, con una seconda cengia si entra nel pianoro sopra il salto di rocce. Da qui i bolli e gli ometti portano a risalire le rocce sulla sinistra, con qualche passaggio su placche appoggiate, con pochi appigli per le mani. In discesa, per evitare di perdere tempo in questi passaggi, conviene saltare questa parte e calarsi su lingue di neve fino sul ciglio della parete. Poi si traversa a sinistra e si ritrova il percorso principale nei pressi del Passo Mariani. 

Si risale il ghiacciaio puntando al colle a N della piatta Cima Cust, denominato Ofenjoch, senza percorso obbligato. La possibilità più diretta consiste nel salire poggiando completamente a destra, alla base della parete della Cima Cust. Dall'Ofenjoch, si traversa in salita a sinistra (NW) la parte alta del ghiacciaio d'Arbola.
Giunti su sfasciumi nei pressi della cresta, a Ovest della quota 3191 m, degli ometti segnalano un cambio di direzione: puntando a destra (NE) si guadagna la cresta e, poggiando sul versante del Vannino, su neve si raggiunge in pochi minuti la cima.
 
Io invece, giunto sugli sfasciumi poco prima degli ometti, ho proseguito sempre nella medesima direzione, convinto che quella che si stagliava alla mia sinistra fosse la cima principale. Traverso su sfasciumi in direzione di una crestina di neve, ben visibile durante tutta la salita nell'anfiteatro, la supero e mi arrampico su blocchi di roccia (max II). Con mia sorpresa, in pochi minuti mi ritrovo su un'elevazione senza croce di vetta, né ometti. Mi guardo intorno e, alle  mie spalle, vedo la croce su quello che dal basso sembrava solo un cumulo di sfasciumi e che pensavo fosse un risalto secondario della cresta. Per il mio altimetro la cima secondaria ha quota 3222 m e non è indicata nemmeno sulla carta svizzera al 25:000. Ridiscendo e in breve sono sulla cima principale, che ho la fortuna di godermi in completa solitudine per qualche minuto, prima che inizino ad arrivare i primi gruppetti di persone, in salita dal lato del Vannino.
Il panorama è veramente superlativo e l'emozione è tanta.
 
Tempi: 6 ore, tutto compreso, cioè inclusa l'involontaria digressione sulla cima SW, errori vari, brevi soste e rallentamenti (soprattutto il lavoro di piccozza per gradinare il primo nevaio).
 
Discesa
Ritorno lungo la via di salita. Sfruttando il più possibile le lingue di neve e la conoscenza dei passaggi, la discesa si è rivelata sorprendentemente rapida. Alla fine, visto che non è tardi e la giornata è splendida, ripercorro una parte del sentiero del cosiddetto "grande Est di Devero" (Alpe Forno. Inf., Alpe la Satta, Alpe della Valle, e poi discesa verso il lago...), molto più piacevole della strada sterrata dell'Alpe Forno percorsa all'andata. Alla fine i tempi dei due percorsi sono quasi uguali.

Tempo per la discesa: poco più di 3 ore dalla cima al parcheggio.

Tourengänger: atal


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Kommentare (7)


Kommentar hinzufügen

jkuks hat gesagt:
Gesendet am 12. August 2016 um 20:30
Bellissima salita. Complimenti.

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. August 2016 um 10:22
Grazie Gianluca, è stata una gran bella soddisfazione, in un tipo di ambiente in cui non mettevo più piede da diversi anni...
Buone montagne,
Andrea

adrimiglio hat gesagt:
Gesendet am 13. August 2016 um 08:11
Ciao Atal, un itinerario che mi ha sempre affascinato ma che ho solo potuto ammirare dal basso, seguendo il tuo report e le stupende foto mi hai dato la sensazione di poterlo percorrere.
Grazie e complimenti

P.S. non hai fatto la traccia gps? Mi piacerebbe sapere lo sviluppo planimetrico

Adry

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 13. August 2016 um 10:31
Grazie Adry, mi auguro sempre di fare una cosa utile a qualcuno nel pubblicare relazione e foto e mi fa molto piacere ricevere un commento come il tuo. Il dislivello corrisponde grosso modo alla semplice differenza di quote perché i saliscendi sono pochissimi, limitati al lungo avvicinamento, che immagino tu conosca già (fino all'Alpe Forno). La traccia GPS c'è ma è un po' "disastrata", per via degli errori di cui parlo nella relazione...
Ciao,
Andrea

wildfrog hat gesagt: Sogni e cassetto
Gesendet am 13. August 2016 um 19:09
ciao
mi accorgo come molti identici sogni giacciono nei ns. rispettivi cassetti, con la differenza che tu riesci a tirarli fuori mentre i miei lì rimangono in quello che ormai è un baule dei sogni...

Sono davvero contento per te (e un po' frustrato per me)...

Io sono sempre alle prese con qualcos'altro e il tempo passa. Nessuno mi dica "le montagne son sempre lì" perchè mi incazzo :-) Lo so che è così ma quello non eterno sono io!!!!!!!!

Bravo!

A

PS:ti chiederò la traccia GPS, per il baule naturalmente!

adrimiglio hat gesagt: RE:Sogni e cassetto
Gesendet am 27. Oktober 2016 um 22:15
Ciao Wildfrog
Hai perfettamente ragione, anch'io avevo nel cassetto delle belle cime da raggiungere, ma vuoi per un motivo o per l'altro dicevo: ma si dai prima o poi la faccio, tanto le montagne sono sempre lì, ora nelle condizioni in cui mi trovo probabilmente non riuscirò più a farle, così l'ho presa nel...baule.

Adry

wildfrog hat gesagt: RE:Sogni e cassetto
Gesendet am 28. Oktober 2016 um 10:53
Tranquillo...
Mai dire mai. Poi il bello non è sempre così difficile da raggiungere in montagna. Già essere là è sufficiente, no?


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