Passo del Turlo Val Quarazza
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A pochi giorni dalla precedente visita, torno oggi in Val Quarazza determinato ad esplorarla sino al suo naturale termine, il Colle del Turlo.
A mio avviso questa semplice ma lunga gita (sia per sviluppo che per dislivello) può essere raccontata scorporandola in quattro parti:
1) Da Isella alle Crocette - questa prima parte già relazionata nella mia precedente è una semplicissima passeggiata che si svolge su strade pastorali con pochissimo dislivello, transita dal Lago delle Fate e giunge alla "città morta", antico insediamento minerario meglio conosciuto come "le Crocette".
2) Dalle Crocette all'alpe la Piana - ci sono due possibilità che viaggiano parallele al torrente. In assenza di piene delle stesso, consiglio di procedere sulla via di destra, più agevole e più panoramica perchè consente fantastici sguardi sulle marmitte create dal torrente, spettacolo davvero strordinario. Anche in questo caso il sentiero (non più strada) è agevole e in una mezzora abbondane guadagna 150/200 m di dislivello adducendo all'alpe la Piana.
3) Dall'alpe la Piana al bivacco Lanti - L'alpe risiede nel fornale sotto la testata della valle, un posto incantevole, verdissimo, solcato da torrenti e cascate che scendono da ogni dove con le montagne, vicinissime, a fare da corona. Da qui la salita si fa più seria e risale il lato sinistro della montagna con continui tornanti spesso monotoni, sino ad uscire in alto su un pianoro dove si vede, in lontananza, il bivacco. Lasciata a sinistra la deviazione per il colle della Bottiglia, un lungo traverso in falso piano mena al piccolo ricovero sito in ambiente di rara bellezza. Camminare questo traverso è stato per me oltremodo piacevole perchè scortato da una piccola mandria di vitelli affettuosi e curiosi. Dal Bivacco è possibile una bella vista su tutta la Quarazza, sino all'ormai lontano lago dell Fate.
4) Dal bivacco Lanti al passo del Turlo - Comincia ora la parte più strepitosa della gita perchè si ha modo di camminare sulla mulattiera militare costruita neglia anni venti. Questa, in gran parte perfettamente conservata, rappresenta un'eccezionale opera di ingegneria. La via è tutta lastricata a livello, sorretta da chilometri di muretti a secco e, nell'attreversare le pietraie, addirittura rialzata per facilitare il passaggio. Gli occhi su questa meraviglioso manufatto mitigano la fatica della lunga salita che rimonta circa 600 metri di dislivello con pendenze costanti ma mai sostenute. Ciò giustifica il notevole sviluppo perchè la mulattiera serpeggia in continuazione nell'intento di mantenere gradienti accettabili ed eviattare le zone più difficili.
Ad un occhio superficiale, il passo ( che ho raggiunto in quattro ore dalle partenza, soste comprese) può risultare deludente. Incassato tra alte montagne, esso è un piccolo corridoio piuttosto freddo che non offre visione grandiose, ne sul versante della Quarazza, ne su quello Valsesiano. Bella comunque la vista sul pizzo Bianco, sulla punta Grober e sui vicinissimi Corni di Faller. Risulta pertanto un luogo celato, quasi intimo e probabilmente è qui che risiede la sua bellezza. Basterebbe poi fermarsi un attimo a pensare quanti secoli di viandanti sono passati di qui (Walser compresi) per comprenderne il grande fascino.
Per il ritorno medesima via di salita, tranne il transito sul lato opposto del fiume dall'alpe la Piana alle Crocette (sconsigliato, disagevole) compiuta in circa tre ore per giungere all'auto dopo otto ore abbondanti di marcia, comprensive di un'oretta totale di pause.
Sviluppo: 24 Km; SE: 39.5 km.
A mio avviso questa semplice ma lunga gita (sia per sviluppo che per dislivello) può essere raccontata scorporandola in quattro parti:
1) Da Isella alle Crocette - questa prima parte già relazionata nella mia precedente è una semplicissima passeggiata che si svolge su strade pastorali con pochissimo dislivello, transita dal Lago delle Fate e giunge alla "città morta", antico insediamento minerario meglio conosciuto come "le Crocette".
2) Dalle Crocette all'alpe la Piana - ci sono due possibilità che viaggiano parallele al torrente. In assenza di piene delle stesso, consiglio di procedere sulla via di destra, più agevole e più panoramica perchè consente fantastici sguardi sulle marmitte create dal torrente, spettacolo davvero strordinario. Anche in questo caso il sentiero (non più strada) è agevole e in una mezzora abbondane guadagna 150/200 m di dislivello adducendo all'alpe la Piana.
3) Dall'alpe la Piana al bivacco Lanti - L'alpe risiede nel fornale sotto la testata della valle, un posto incantevole, verdissimo, solcato da torrenti e cascate che scendono da ogni dove con le montagne, vicinissime, a fare da corona. Da qui la salita si fa più seria e risale il lato sinistro della montagna con continui tornanti spesso monotoni, sino ad uscire in alto su un pianoro dove si vede, in lontananza, il bivacco. Lasciata a sinistra la deviazione per il colle della Bottiglia, un lungo traverso in falso piano mena al piccolo ricovero sito in ambiente di rara bellezza. Camminare questo traverso è stato per me oltremodo piacevole perchè scortato da una piccola mandria di vitelli affettuosi e curiosi. Dal Bivacco è possibile una bella vista su tutta la Quarazza, sino all'ormai lontano lago dell Fate.
4) Dal bivacco Lanti al passo del Turlo - Comincia ora la parte più strepitosa della gita perchè si ha modo di camminare sulla mulattiera militare costruita neglia anni venti. Questa, in gran parte perfettamente conservata, rappresenta un'eccezionale opera di ingegneria. La via è tutta lastricata a livello, sorretta da chilometri di muretti a secco e, nell'attreversare le pietraie, addirittura rialzata per facilitare il passaggio. Gli occhi su questa meraviglioso manufatto mitigano la fatica della lunga salita che rimonta circa 600 metri di dislivello con pendenze costanti ma mai sostenute. Ciò giustifica il notevole sviluppo perchè la mulattiera serpeggia in continuazione nell'intento di mantenere gradienti accettabili ed eviattare le zone più difficili.
Ad un occhio superficiale, il passo ( che ho raggiunto in quattro ore dalle partenza, soste comprese) può risultare deludente. Incassato tra alte montagne, esso è un piccolo corridoio piuttosto freddo che non offre visione grandiose, ne sul versante della Quarazza, ne su quello Valsesiano. Bella comunque la vista sul pizzo Bianco, sulla punta Grober e sui vicinissimi Corni di Faller. Risulta pertanto un luogo celato, quasi intimo e probabilmente è qui che risiede la sua bellezza. Basterebbe poi fermarsi un attimo a pensare quanti secoli di viandanti sono passati di qui (Walser compresi) per comprenderne il grande fascino.
Per il ritorno medesima via di salita, tranne il transito sul lato opposto del fiume dall'alpe la Piana alle Crocette (sconsigliato, disagevole) compiuta in circa tre ore per giungere all'auto dopo otto ore abbondanti di marcia, comprensive di un'oretta totale di pause.
Sviluppo: 24 Km; SE: 39.5 km.
Tourengänger:
rochi

Communities: Hikr in italiano
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