In cresta tra Anzasca e Antrona con quattro cime


Publiziert von rochi , 10. April 2016 um 21:39.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:10 April 2016
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT2 - Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 9:00
Aufstieg: 1600 m
Abstieg: 1600 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Dopo Piedimulera, proseguire sulla strada della valle Anzasca verso Macugnaga, superare la galleria dei Gozzi e all'altezza dell'omonima località, voltare a destra e salire seguendo le indicazioni per "loc. Madonna". Qui qualche posto auto di fronte alla chiesa.
Kartennummer:Vedi foto allegata

Alle 6.40 a Madonna, frazione di Piedimulera, il cielo è terso, l'aria fresca e il sole fa capolino.
Con buon passo mi avvio sulla stradina asfaltata a destra, la risalgo sino ad una presa dell'acqua e attacco il sentiero vero e proprio che, dopo pochi minuti, presenta una biforcazione. Memore dei consigli letti su varie relazioni, prendo quello a sinistra poiché parrebbe più evidente. In effetti la traccia è inequivocabile e le segnalazioni abbondanti (lo saranno per l'intera gita), tuttavia la salita è subito durissima perché risale due inc linatissimi costoloni sino a giungere all'alpe Propiano dove è possibile tirare il fiato. I dolci prati dell'alpe dove qualche capra pascola placida durano però troppo poco e ben presto sono in vista della meta di giornata, il Pizzo Castello.
Appena possibile raggiungo la cresta con percorso libero, evitando il sentiero che traversa a mezza costa l'elevazione della Testa del Frate e vado a vedere la cima del monte, bel contrafforte del cugino più famoso.
Con buona sorpresa noto che dovrò scendere poco per raggiungere l'Alpe Castello e da qui comincio ad arrancare su un pendio faticosissimo che copre i trecento metri di dislivello restanti. A tratti devo aiutarmi con le mani, soprattutto nella prima parte, poi, nella seconda il sentiero si fa un po' meno duro, forse perché la croce di vetta ormai in vista mi procura un certo entusiasmo.
Sono le 9.00 quando, superate banali roccette, tocco la cima del Pizzo Castello. Ovunque mi giri è bellezza: verso ovest ci sono i giganti con la Est del Monte Rosa, il Pizzo d'Andolla e la Weissmies. A Nord il pofondo solco della Valle Antrona e quello non meno impressionante della Valle Anzasca sul lato opposto. Laggiù si vede un angolo del lago Maggiore, dove l'Ossola muore.
La salita da questo versante è completamente libera dalla neve.
Il minimo sindacale è raggiunto ed io ho ancora tanto tempo. Avvalendomi di uno stralcio di mappa, decido di continuare sulla bella cresta spartiacque tra le due valli che si estende davanti a me. Ho qualche idea sulla (nuova) meta finale ma me la celo. Vado, e poi si vedrà.
Scendo il bosco del Castello sul versante opposto a quello di salita, incontro il sentiero che proviene da Villadossola e camminando veloce su tracce pressoché pianeggianti raggiungo velocemente il Laghetto della Colma a cui fa seguito l'Alpe di Castiglione, e l'Alpe dei Prei, dove risiede il Rifugio oggi chiuso.
Uno sguardo al proseguo della cresta mi determina a proseguire ed ora mi svelo l'obiettivo finale: La Croce del Cavallo che farà seguito ad una cima intermedia, la Colma.
Il dolce camminare su pianeggianti tracce finisce qui perché comincia un continuo saliscendi di diverse elevazioni senza nome. Le stesse sono spesso aggirabili a mezza costa ma il mio intendimento odierno è stare su cresta, un po' per la bellezza, un po' per l'avversione che da sempre provo per le "mezze coste", un po' per non mancare il monte La Colma che so che calpesterò ma non esattamente dove perché non vi è nessuna segnalazione. A quota 1700 circa la presenza nevosa sul versante nord si fa consistente ma è quasi sempre evitabile stando un metro più in là a sud.
La Croce del Cavallo è ormai in vista ma sembra non arrivare mai. Caldo e stanchezza si fanno sentire, qualche crampo annuncia la sua venuta, l'innevamento si fa omogeneo e rallenta la progressione, specie in quei punti dove ricopre l'erba secca rendendo il tragitto estremamente scivoloso.
Un po' più su, di neve ce n'è un buon 30/50 cm è sfondosa e tutta da battere (ma non viene nessuno su queste belle montagne?), faccio una fatica cane e procedo lentissimo, pertanto opto per indossare le ciaspole, sin qui spalate. Le stesse mi danno una grossa mano e in breve, con enorme soddisfazione, sono in cima.
Mi fermo un quarto d'ora a riposare le gambe, riempire lo stomaco ed inondare di bellezza gli occhi, quindi, rimanendo ciaspolato, comincio a scendere su terreno sempre agevole. Terrò gli attrezzi sino al Rifugio, con qualche acrobazia per cercare la neve dove la stessa si fa desiderare.
Continuo sino al Laghetto e qui prendo la deviazione per Drocala, che vedo 600 metri sotto di me. Quella che immaginavo una discesa piacevole e svelta, si rivela presto assai ostica. Il sentiero è sempre esposto e ricoperto da scivolosissime foglie secche che mi procurano qualche brivido.
Mi ci vorrà un'ora per arrivare a Drocala dove troverò la prima fontana funzionate della gita (in alto sono ancora tutte chiuse). mi disseto e raggiungo questo bell'insediamento disabito, se non per qualche seconda casa. In una di queste , due signori mi indicano la strada più rapida per il ritorno a Madonna.
Prendo la "Via del Pane" e grazie alla segnalazioni punto un villaggio di cui purtroppo non ricordo il nome (al bivio nel bosco dopo Drocala occorre andare a sinistra e non verso Castiglione).
Qui comincia un altro tratto nel bosco assai impegnativo: la pendenza è notevole e le foglie secche non permettono di stare in piedi. Dove non ci sono foglie, ci sono rocce lisce e bagnate e in alcuni casi ci sono tutte e due le cose. Con grande difficoltà giungo infine al fiume, lo attraverso e risalgo al villaggio. Un signore mi fornisce indicazioni: scendo tre tornanti su strada asfaltata e punto una cappelletta su prati, la supero e finalmente su sentiero comodo procedo sino a Meggiana dove mi inoltro sull'antica mulattiera della Valle Anzasca. Ancora qualche saliscendi ed eccomi finalmente all'auto dopo nove ore in completa solitudine (incontrato un escursionista all'alpe Colma, poi nulla!)
Dislivello comprensivo dei numerosi saliscendi di cresta, tempi totali compresi circa 45 minuti di pause.
La difficoltà T3 si riferisce unicamente alla discesa nel bosco.
Sviluppo: circa 20 km; SE: circa 36 km.

Tourengänger: rochi
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (10)


Kommentar hinzufügen

jkuks hat gesagt:
Gesendet am 11. April 2016 um 06:30
Bellissima gita. un buon inizio di stagione alpina :)
ciao

rochi hat gesagt: RE:
Gesendet am 11. April 2016 um 08:45
Si, proprio bello, soprattutto per l'inaspettata estensione.
Ciao!!
R.

Menek hat gesagt:
Gesendet am 11. April 2016 um 13:28
Grande Rock...

rochi hat gesagt: RE:
Gesendet am 11. April 2016 um 20:02
Grazie Domenico!!!!

tignoelino hat gesagt:
Gesendet am 11. April 2016 um 17:57
Gran bel giro, Rocco, complimenti. Ciao

rochi hat gesagt: RE:
Gesendet am 11. April 2016 um 20:03
Grazie mille!!
Queste son sempre montagne di grande fascino!!
Ciao!
R.

Daniele66 hat gesagt:
Gesendet am 11. April 2016 um 20:54
Bella e "interminabile".....Complimenti Daniele66

rochi hat gesagt: RE:
Gesendet am 11. April 2016 um 21:11
Due aggettivi esattissimi Daniele...
Grazie!!!
Ciao!
R.

gbal hat gesagt:
Gesendet am 14. April 2016 um 18:06
Certo che a te basta darti qualche ora in più e ti lanci in cavalcate che pochi possono permettersi.
Bravo Rock!

rochi hat gesagt: RE:
Gesendet am 14. April 2016 um 20:47
L'allenamento accumulato durante l'inverno (gite brevi generalmente molto veloci) non ha certo giovato alla seconda parte della gita, quella (guarda a caso) in discesa.
Comunque su questo montagne è bello anche far fatica.
Ciao e grazie!!
R.


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