Rorspitzli

Oggi andiamo a fare "l'ascensore", così lo definiamo da qualche giorno questo itinerario, in cui il rapporto sviluppo e dislivello è ai minimi storici (o ai massimi, dipende dai punti di vista) anche se non basterà certamente premere un pulsante per andare sù.

Siamo sicuri di trovare un manto assestato ma non tanto sicuri di trovarlo in buone condizioni per una sciata decente. L'esposizione e la quota sembrerebbero dire di si ma il caldo e il vento dei giorni scorsi potrebbero dire altro.

Comunque la voglia di salire questa cima, già rimandata da qualche weekend, è più forte e quindi in quattro ci troviamo a Meien per seguire la buona traccia che sale nel vallone. Inaspettatamente davanti a noi vediamo un bel po' di persone, forse almeno una quindicina, cosa che non ci saremmo aspettati di trovare.

Nella prima parte il percorso si inoltra nella valle, poi si supera un ripido costone su buona traccia con numerosi zig-zag (forse il punto più complicato della salita se non lo si trova in buone condizioni), seguono un tratto con pendenze più tranquille, il pendio finale che porta al deposito sci e poi la parte alpinistica per la vetta.

Questo ultimo pezzo non presenta difficoltà particolari (forse un passaggio di II) ma piuttosto presenta per un buon tratto roccia friabile e bisogna muoversi con cautela per non fare danni ... non come hanno fatto quattro ragazzi che per un pelo non tirano un masso in testa a Giuseppe (consiglio di portare il casco).

Dalla vetta oggi il panorama è a dir poco spaziale e le temperature super. Se non fosse per la voglia di scendere prima dei quattro ragazzi, si potrebbe stare in vetta per lungo tempo. Tornati agli sci, ci aspetta una sciata non impossibile ma molto faticosa per la prima metà, per poi concedere un po' di grazia ai nostri quadricipiti e poter sciare su un manto più morbido nella seconda parte.