Cavalcata Pontironese (dal Muncrech a Borsgen)
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Per l'ultima gita dell'anno ci facciamo ispirare da Froloccone e dalla sua bella gita a Borsgen. Così di prima mattina saliamo a Malvaglia e imbocchiamo la Val Pontorine (confermiamo che la sbarra è solo abbassata per ragioni assicurative, ma si può passare facilmente). Poiché per aperitivo di giornata vogliamo salire al Muncrech lasciamo la macchina poco prima di Pontirone, dove parte il sentiero per Solgone.
Albeggia appena quando imbocchiamo il bel sentiero che sale ripidamente nel bosco, lassù in alto le cascine di Solgone; intanto le montagne intorno rievono i primi raggi dorati del sole. Il sentiero è molto bello, in meno di un'ora siamo in alto dove ci godiamo lo spettacoloso panorama sulla Val di Blenio e la Riviera; la giornata è stupenda, calda, solare e limpidissima.
Da Solgone continuiamo sul dosso erboso e poi nel bosco, con panorami sempre più ampi nel bosco; il sentiero ancora tenuto facilita molto l'ascesa in un terreno non semplice. Al baitino di quota 1892 si apre una vista spettacolosa verso l'Adula; prendiamo il sentiero di sinistra che sale gradualmente verso il Muncrech, lo lasciamo in corrispondenza di un canalone per salire ripidamente in cresta (probabilmente c'è un sentiero più diretto che segue la costa). Di lì seguiamo il bel sentierino (con sbiaditi bolli blu) che attacca l'edificio sommitale superando alcuni salti di roccia e rapidamente ci conduce in vetta. La giornata è stupenda e la vista molto bella in tutte le direzioni, ma soprattutto verso la scura val Combra e i giganti di pietra sovrastano la Val Malvaglia, fino là in fondo all'Adula.
Sono le 10.30 del mattino e ci attende la cavalcata di cresta fino alla Bocchetta di Borsgen! Il percorso è bellissimo, a cavallo fra la Val Combra immersa nell'inverno e i solari pascoli della Val Pontirone. Fino alla Cima di Biasagn, il percorso è tutto sommato semplice (ci sono anche bolli blu); si superano alcuni salti di roccia grazie a dei passaggi ben scalinati, seguendo sempre il sentierino. In un'oretta siamo alla Cima di Biasagn, da cui il panorama è, se possibile, ancora più bello.
Ancora un facile tratto erboso fino all'anticima, poi la discesa alla prima sella e la risalita alla cima 2415. Qui l'ambiente cambia: la cresta si presenta con una serie di arcigne e pericolanti torri. Cerchiamo con attenzione il percorso, aggirando con cautela le torri senza perdere troppa quota (ci sono tracce di camosci) e tornando sul filo appena possibile. Tutto questo tratto è selvaggio e molto suggestivo. La bocchetta di Borsgen si avvicina: là sotto scorgiamo il monolite del Piz di Borsgen, davanti a noi la straordinaria vista delle torri della cresta sud del Piz di Strega. Raggiungiamo l'ultima gobba, sotto di noi un camoscio bruca ignaro della nostra presenza.
Borsgen è un mondo incantato, grande catino dominato da grandi pareti rocciose; seguiamo con attenzione la traccia (ometti) che scende evitando quando possibile le pietraie, dopo Stabiello la discesa si fa più semplice e veloce. Ecco un'utlima emozione: in una conca ombrosa sembra rivivere l'inverno che quest'anno non c'è, gli abeti vestiti di aghi ghiacciati. Straordinario contrasto, poco dopo siamo nel mondo solare di Mazzorino, dove sembra primavera. Il resto non ha storia: la rapida discesa su Fontana e poi la strada fino a Pontirone, che tagliamo nel bosco dove possibile (fortuna che la caccia al cinghiale è già chiusa!).
E' un percorso di classe, una grande cavalcata di cresta che riserva scenari suggestivi, fra le più belle del Ticino. La cresta è anche molto bella e variata, alternando dossi erbosi a tratti arcigni, i fianchi sono spesso esposti. Dal Muncrech alla cima di Biasagn c'è quasi sempre un sentierino e le difficoltà non superano il T4. Il tratto fino a Borsgen è più complesso e richiede intuito per scegliere il percorso, specie nella direzione in cui lo abbiamo fatto noi (salendo da Borsgen il percorso è senz'altro più evidente), difficoltà T4/T5-. Facendolo in senso inverso si riduce anche il dislivello pur di avere due auto (il percorso è parecchio lungo, le gobbe da superare sono una ventina. Si è quasi sempre sul versante sud, ma ci sono 2-.3 aggiramenti a Nord, qui da evitare in presenza di ghiaccio.
Albeggia appena quando imbocchiamo il bel sentiero che sale ripidamente nel bosco, lassù in alto le cascine di Solgone; intanto le montagne intorno rievono i primi raggi dorati del sole. Il sentiero è molto bello, in meno di un'ora siamo in alto dove ci godiamo lo spettacoloso panorama sulla Val di Blenio e la Riviera; la giornata è stupenda, calda, solare e limpidissima.
Da Solgone continuiamo sul dosso erboso e poi nel bosco, con panorami sempre più ampi nel bosco; il sentiero ancora tenuto facilita molto l'ascesa in un terreno non semplice. Al baitino di quota 1892 si apre una vista spettacolosa verso l'Adula; prendiamo il sentiero di sinistra che sale gradualmente verso il Muncrech, lo lasciamo in corrispondenza di un canalone per salire ripidamente in cresta (probabilmente c'è un sentiero più diretto che segue la costa). Di lì seguiamo il bel sentierino (con sbiaditi bolli blu) che attacca l'edificio sommitale superando alcuni salti di roccia e rapidamente ci conduce in vetta. La giornata è stupenda e la vista molto bella in tutte le direzioni, ma soprattutto verso la scura val Combra e i giganti di pietra sovrastano la Val Malvaglia, fino là in fondo all'Adula.
Sono le 10.30 del mattino e ci attende la cavalcata di cresta fino alla Bocchetta di Borsgen! Il percorso è bellissimo, a cavallo fra la Val Combra immersa nell'inverno e i solari pascoli della Val Pontirone. Fino alla Cima di Biasagn, il percorso è tutto sommato semplice (ci sono anche bolli blu); si superano alcuni salti di roccia grazie a dei passaggi ben scalinati, seguendo sempre il sentierino. In un'oretta siamo alla Cima di Biasagn, da cui il panorama è, se possibile, ancora più bello.
Ancora un facile tratto erboso fino all'anticima, poi la discesa alla prima sella e la risalita alla cima 2415. Qui l'ambiente cambia: la cresta si presenta con una serie di arcigne e pericolanti torri. Cerchiamo con attenzione il percorso, aggirando con cautela le torri senza perdere troppa quota (ci sono tracce di camosci) e tornando sul filo appena possibile. Tutto questo tratto è selvaggio e molto suggestivo. La bocchetta di Borsgen si avvicina: là sotto scorgiamo il monolite del Piz di Borsgen, davanti a noi la straordinaria vista delle torri della cresta sud del Piz di Strega. Raggiungiamo l'ultima gobba, sotto di noi un camoscio bruca ignaro della nostra presenza.
Borsgen è un mondo incantato, grande catino dominato da grandi pareti rocciose; seguiamo con attenzione la traccia (ometti) che scende evitando quando possibile le pietraie, dopo Stabiello la discesa si fa più semplice e veloce. Ecco un'utlima emozione: in una conca ombrosa sembra rivivere l'inverno che quest'anno non c'è, gli abeti vestiti di aghi ghiacciati. Straordinario contrasto, poco dopo siamo nel mondo solare di Mazzorino, dove sembra primavera. Il resto non ha storia: la rapida discesa su Fontana e poi la strada fino a Pontirone, che tagliamo nel bosco dove possibile (fortuna che la caccia al cinghiale è già chiusa!).
E' un percorso di classe, una grande cavalcata di cresta che riserva scenari suggestivi, fra le più belle del Ticino. La cresta è anche molto bella e variata, alternando dossi erbosi a tratti arcigni, i fianchi sono spesso esposti. Dal Muncrech alla cima di Biasagn c'è quasi sempre un sentierino e le difficoltà non superano il T4. Il tratto fino a Borsgen è più complesso e richiede intuito per scegliere il percorso, specie nella direzione in cui lo abbiamo fatto noi (salendo da Borsgen il percorso è senz'altro più evidente), difficoltà T4/T5-. Facendolo in senso inverso si riduce anche il dislivello pur di avere due auto (il percorso è parecchio lungo, le gobbe da superare sono una ventina. Si è quasi sempre sul versante sud, ma ci sono 2-.3 aggiramenti a Nord, qui da evitare in presenza di ghiaccio.
Tourengänger:
blepori

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