Föpia II la vendetta (via Valegg del Pian)


Publiziert von blepori , 20. Dezember 2015 um 21:36.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:20 Dezember 2015
Wandern Schwierigkeit: T6 - schwieriges Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS
Klettern Schwierigkeit: III (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Cima di Gagnone   Gruppo Cima di Gana Bianca 
Zeitbedarf: 9:00
Aufstieg: 1700 m
Abstieg: 1700 m
Strecke:Motta - Rozzera - Valegg del Pian - Poncione d'Alnasca - Föpia - Canale della Barozza - Valdell - Revöira - Motta
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Gordola - Lavertezzo - frazione di Mozza (circa 3 km a monte in direzione Brione Verzasca
Kartennummer:1292, 1293

"Potevi aspettare che venivo anch'io alla Föpia". A un amico non si dice mai di no; così per la seconda domenica di fila sono alla Föpia. E siccome agli amici si offre il meglio, il giro di oggi è speciale: salita dal canalone del Valegg del Pian e discesa dalla Barozza, chi potrebbe fare di meglio?

Il sole appena indora le cime della Verzasca che siamo a Motta, frazione di Lavertezzo, dove parte il sentiero. Un informatore segreto ci aveva confermato che non c'è ghiaccio nel canale finale che conduce alla bocchetta fra il Poncione d'Alnasca e la Föpia e quindi si puô salire anche se ormai è quasi Natale. Guardando su ci viene quasi il torcicollo tanto la parete è verticale.

La prima ora trascorre rapidamente (anzi, ripidamente) sul bel sentiero che porta al Monte di Rozzera, che prima avvolge le sue spire ripidamente sulla costa boscosa e poi si inerpica fra grandi placcate a picco sulla valle, onore agli alpigiani che hanno trovato questo percorso logico in un mondo così aspro. Superato il passaggio ci si presenta davanti il selvaggio vallone di Rozzera, dominato in alto dalla Cresta della Föpia. Un ultimo sforzo e siamo a Rozzera, patria del nostro informatore; le cascine tenute e il prato falciato testimoniano della sua cura nel mantenere questo posto immerso in un mondo verticale.

Da Rozzera il sentiero segue il vallone e poi sale una ripida costa fino al corte di cima; appena sopra sbuchiamo al sole su di un bel prato a picco sul fondovalle. A monte una curiosa sfilata di grandi massi, sotto cui l'incredibile rifugio degli scalatori, che utilizza un vecchio splui degli alpigiani. Ma la presenza dominante - quasi schiacciante - in questo posto è l'immensa lavagna della parete d'Alnasca, sovrastata dalla croce di cima.

Un breve pausa e comincia il bello: il sentiero sale fra le rocce con belle scalinate (fin qui salivano le capre) inerpicandosi sul costone che separa i due valloni del Pian e di Rozzera; segue una bella placca liscia, dove fortunatamente hanno messo una corda (senza corda III+) e un'esposta cengia che ci porta nello straordinario prato ai piedi della cresta della Föpia. L'ambiente è incredibile: camminiamo senza sforzo lungo questo prato in pendenza sovrastati e circondati ovunque da pareti verticali di roccia.

In breve siamo all'entrata del canale, che nel primo tratto non è difficile: si sale a destra su erba e placche (c'è anche una traccia di camosci), più in alto si tiene a destra dove una lunga corda fissa rende la salita più agevole. Di fronte a noi, ai piedi dell'Alnasca, un camoscio ci sfida correndo a grande velocità giù per le placche. In cima a questo tratto un facile prato porta ad attraversare il canale e a salire con facile arrampicata (corde fisse) sull'altro lato fino alla cengia che traversa la parete d'Alnasca. Posto spettacoloso, da big wall.

Entriamo nel canale e lo seguiamo per poco tempo per poi salire a destra per placche ed un canaletto, aiutati dalle corde fisse. In breve siamo al punto dove il canale si stringe in una tetra gola. Qui le corde fisse indicano di salire a destra, arrampicando un ripido risalto verticale per una ventina di metri; si sono passaggi esposti e atletici, che si superano con l'aiuto delle corde e delle catene.

Appena sopra, un'esposta traversa a sinistra (corda) ci conduce in bocchetta. Difficile immaginare un cambio di scena più radicale: usciti dal tetro e chiuso canale ci troviamo sui grandi pascoli aperti e solari dell'Alpe di Cremenzé, davanti al grande scenario della Val d'Agro. Ci guardiamo e decidiamo di salire in vetta all'Alnasca, la giornata è troppo bella per non farlo! Prendiamo la direttissima, salendo da un canale che, con alcuni passaggi di roccia, ci conduce in vetta.

Il panorama è spettacoloso in ogni direzione. E, finalmente si scopre la ragione del tintinnio che proveniva dal mio zaino. Finalmente esce l'indispensabile materiale tecnico per la gita: una bottiglia di Prosecco Brut, due bicchieri e una fetta di panettone! Stappiamo la bottiglia e il tappo...si lancia giù dalla parete, immaginiamo se qualche scalatore fosse colpito da un tappo di spumante piovuto dalla cima!

Fatto questo originale brindisi di Natale scendiamo con prudenza alla bocchetta di Cremenzé (non vorremmo spiegare alla Rega le ragioni di un incidente con una bottiglia vuota nello zaino...) e ci avviamo per la stupenda cavalcata sulla cresta della Föpia...è ancora lunga la strada di casa. A picco sotto di noi scorgiamo Rozzera e l'itinerario di salita, incredibile che siamo saliti di lì.

Un'oretta e siamo alla croce della Föpia dove inizia la complessa discesa della parete sud-ovest; fortunatamente ricordo bene il percorso dalla settimana scorsa. Di fronte a noi improvvisa spiega le sue ali una grande aquila, sale lentamente e volteggia proprio sopra di noi, come per salutarci. Seguiamo per un po' la cresta e poi seguiamo attentamente la traccia che porta alla cengia obbligata che conduce al grande larice. Il terreno è complesso e scosceso, fra ripidi pendii erbosi e saltini di roccia.

Superata la cengia ci si apre di fronte il Medee grande; per raggiungerlo scendiamo il canale superando una serie di salti di roccia; tutta questa parte è impegnativa in discesa per la continua esposizione. Finalmente siamo sotto, ma non è finita: con prudenza costeggiamo il Medee ed entriamo nel canale della Barozza, racchiusi fra pareti impressionanti. La discesa è faticosissima: il "paiòn" è alto e secco, si scivola moltissimo su questo terreno ripido. E' indispensabile conoscere bene il passaggio perché dall'alto non si vedono le fasce di roccia. Finalmente superiamo l'ultima parete, faticosamente cerchiamo la cengia che supera il vallone e atterriamo nel bosco sopra il monte di Valdell.

Qui, per non farci mancare nulla, ci attendeno rovi e drose che sbarrano il passaggio, ma alla fine siamo a valdell dove compare una cosa ormai dimenticata, cioé un buon sentiero. In breve siamo a Ravöira, da cui un bel sentiero marcato ci conduce a Motta. E' ormai fine pomeriggio, le ultime luci del sole indorano lassù la Föpia e la grande parete d'Alnasca.

Un commento conclusivo: la salita dal Valegg di Pian è semplicemente fantastica. Fino al bivacco degli scalatori è relativamente semplice, purché il terreno sia asciutto (terreni assolutamente da evitare con tempo umido o dopo che ha piovuto). Il canale richiede esperienza alpina; le code fisse facilitano molto il passaggio, ma l'ultimo risalto è molto ripido ed esposto. Serve assoluta sicurezza e buona capacità di arrampicare. Quanto alla discesa per la Barozza, lasciatela per i due matti che l'hanno fatta oggi e fate quell'itinerario solo in salita.


Tourengänger: blepori


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Kommentare (4)


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Zaza hat gesagt:
Gesendet am 21. Dezember 2015 um 08:41
Ciao,

incredibile da trovare questa via spettacolare senza neve ne ghiaccio in dicembre!

Un plauso anche per la tecnica ;-)

Ciao, zaza

danicomo hat gesagt:
Gesendet am 21. Dezember 2015 um 12:51
Fantastico, ribravo!
Vedo che hai aumentato le foto, bellissime
Daniele

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 21. Dezember 2015 um 13:34
Certo che vai alla Föpia con la stessa frequenza con cui io vado al Poncione di Ganna. :)))
Grandissimo anche stavolta, su un itinerario tostissimo.

Auguri di Buone Feste.

gbal hat gesagt:
Gesendet am 23. Dezember 2015 um 14:32
Assieme a quella della scorsa volta forma una doppietta che in pochi possono permettersi.
Complimenti


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