Valganna in verticale
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Sfumata all'ultimo secondo un'altra escursione con Alessandro
GAQA e Gabriele
aski, causa impegno lavorativo al sabato che mi ha costretto alle "ore piccole", dopo una bella dormita decido di dedicare la domenica alla Valganna, visto che ultimamente avevo fatto poco... pulizia dei sentieri e poco altro (ma significativo, vedi il bell'incontro con Xania Bellinzani, figlia di Oliviero, la scorsa settimana) a parte. E anche l'itinerario di oggi è parzialmente "ispirato" da Oliviero, dato che ho in parte seguito il "sentiero dritto e tostissimo" di cui Xania parla sulla sua pagina Facebook in riferimento all'incontro di una settimana fa'.
Rimedio dunque questa mia "mancanza", programmando un anello basato sulle mie tre cime preferite, ma aggiungendo un po' di pepe, come poi vedremo... L'importante è camminare camminare camminare, ma meglio ancora direi salire salire salire... Impronto dunque la prima salita, quella al Monte Martica, sulla verticalità, partendo dal sentiero normale di Ganna, ma spostandomi poi sul versante E procedendo senza via obbligata sulle massime pendenze tra castagni, faggi e fogliame fino in cima, dove c'è un numeroso "ritrovo" di bikers, notoriamente attratti da questa montagna. Attraverso per cresta (qualche ravano) sino al punto panoramico con la crocetta in legno, in cui invece trovo due ragazzini (10-15 anni) saliti soli soletti dalla Rasa: bravi davvero. Discesa dal versante sud e risalita verso il bel Chiusarella, dove mi sposto sul roccioso versante nord per testare la qualità della roccia, francamente scarsa e marciotta, perchè da lontano non sembrava male: con una ripida rampa erbosa mi ritrovo quindi in cima. Tuttavia sotto l'aspetto fotografico qualche soddisfazione il versante nord lo regala comunque. ;)
Scendo verso sud, poi mi riporto a NE puntando alla Valvassera... ma anche qui decido di "verticalizzare" la discesa abbandonando la via principale e seguendo un pendio che, nonostante un po' di ravano, non offre particolari difficoltà portandomi nei pressi della miniera alta. Scendo quindi per la via normale in Valganna, fermandomi all'affollatissima Fattoria San Gemolo giusto per recuperare un po' d'acqua, prima di riprendere la salita sul lato opposto della valle.
Era da un bel po' che non salivo al Bivacco Broggini, raggiunto per il sentiero più ripido... mi ci fermo qualche minuto per addentare qualche scorta, poi decido (ecco il "pepe") di tentare la sorte col Canalone Ronchetti, seguendo così le orme di
Gbal e
Simone86.
E qui direi davvero che d'impegno ne serva parecchio, perchè tra pendenza ai limiti del camminabile, terreno instabile e franoso, risulta un'autentica e brutta gatta da pelare: non fosse per quell'arrugginito (attenzione!) ma fondamentale cavo metallico che assiste il quasi verticale imbuto terminale, risalirlo interamente sarebbe impresa quasi ai limiti data l'impossibilità di assicurarsi in un ambiente ove è già tanto rimanere in piedi. Ergo... più di forza che di tecnica se ne viene a capo con la consapevolezza che una volta intrapreso è meglio non abbandonarlo, perchè lo scendere sarebbe quasi un suicidio dato lo stillicidio di materiale rotolante rovinosamente a valle. L'uscita offre l'unico passaggio "carino", con un diedro incastrato al centro che permette di staccare per un attimo le mani dal cavo... Uscito quasi incredulo da questa situazione mi ritrovo nei pressi del sentiero bollato azzurro, proveniente sempre dal Bivacco. Invero sarei intenzionato a "coronare" il tutto salendo sul non semplice ma nemmeno impossibile torrione al culmine del canalone, ma decido di dare un freno all'adrenalina, puntando al sentiero "principale", anch'esso tutto all'insegna del ripido e ripidissimo. Vi arrivo un po' affaticato dalla tensione della salita precedente, ma giunto al culmine del pendio e alla bella crestina terminale mi si spalanca una delle visioni più selvagge della Valganna, col Poncione ormai in vista a spadroneggiare: punto dunque alla cresta di congiunzione tra esso e il Minisfreddo, raggiungendolo in un quarto d'ora circa e godendomi un panorama di autunnale bellezza, in cui le brume si frappongono alle cime e valli vicine e lontane...
Discesa rapida... un saluto alla "targa" di Oliviero, quindi al Passo del Tedesco e a Ganna, fino alla porta di casa.
Giro di "ripiego", rivelatosi di grande soddisfazione grazie al "pepe" del Canalone Ronchetti (e ad altre mini-varianti perlopiù ravanose): non prometto - come ha scritto
Gbal - di non rifarlo più, ma certamente non mi sento di consigliarlo ad alcuno data la serie di situazioni critiche descritte sopra.
E stavolta me lo dico solo... "Avanti così".
ma minga tropp' ;)
Ho messo T4 complessivamente, ma il giro va correttamente così ripartito:
Lago di Ghirla-Badia di Ganna T1 - Ganna-Monte Martica T3 - Monte Martica-Monte Chiusarella T2 - Monte Chiusarella-Miniera Valvassera T3 - Miniera-Fattoria T2/T1 - Fattoria-Bivacco Broggini T3+ - Bivacco Broggini-Canalone Ronchetti T5+/T3+ - Uscita Canalone-Poncione di Ganna T3 - Poncione di Ganna-Ganna T2


Rimedio dunque questa mia "mancanza", programmando un anello basato sulle mie tre cime preferite, ma aggiungendo un po' di pepe, come poi vedremo... L'importante è camminare camminare camminare, ma meglio ancora direi salire salire salire... Impronto dunque la prima salita, quella al Monte Martica, sulla verticalità, partendo dal sentiero normale di Ganna, ma spostandomi poi sul versante E procedendo senza via obbligata sulle massime pendenze tra castagni, faggi e fogliame fino in cima, dove c'è un numeroso "ritrovo" di bikers, notoriamente attratti da questa montagna. Attraverso per cresta (qualche ravano) sino al punto panoramico con la crocetta in legno, in cui invece trovo due ragazzini (10-15 anni) saliti soli soletti dalla Rasa: bravi davvero. Discesa dal versante sud e risalita verso il bel Chiusarella, dove mi sposto sul roccioso versante nord per testare la qualità della roccia, francamente scarsa e marciotta, perchè da lontano non sembrava male: con una ripida rampa erbosa mi ritrovo quindi in cima. Tuttavia sotto l'aspetto fotografico qualche soddisfazione il versante nord lo regala comunque. ;)
Scendo verso sud, poi mi riporto a NE puntando alla Valvassera... ma anche qui decido di "verticalizzare" la discesa abbandonando la via principale e seguendo un pendio che, nonostante un po' di ravano, non offre particolari difficoltà portandomi nei pressi della miniera alta. Scendo quindi per la via normale in Valganna, fermandomi all'affollatissima Fattoria San Gemolo giusto per recuperare un po' d'acqua, prima di riprendere la salita sul lato opposto della valle.
Era da un bel po' che non salivo al Bivacco Broggini, raggiunto per il sentiero più ripido... mi ci fermo qualche minuto per addentare qualche scorta, poi decido (ecco il "pepe") di tentare la sorte col Canalone Ronchetti, seguendo così le orme di


E qui direi davvero che d'impegno ne serva parecchio, perchè tra pendenza ai limiti del camminabile, terreno instabile e franoso, risulta un'autentica e brutta gatta da pelare: non fosse per quell'arrugginito (attenzione!) ma fondamentale cavo metallico che assiste il quasi verticale imbuto terminale, risalirlo interamente sarebbe impresa quasi ai limiti data l'impossibilità di assicurarsi in un ambiente ove è già tanto rimanere in piedi. Ergo... più di forza che di tecnica se ne viene a capo con la consapevolezza che una volta intrapreso è meglio non abbandonarlo, perchè lo scendere sarebbe quasi un suicidio dato lo stillicidio di materiale rotolante rovinosamente a valle. L'uscita offre l'unico passaggio "carino", con un diedro incastrato al centro che permette di staccare per un attimo le mani dal cavo... Uscito quasi incredulo da questa situazione mi ritrovo nei pressi del sentiero bollato azzurro, proveniente sempre dal Bivacco. Invero sarei intenzionato a "coronare" il tutto salendo sul non semplice ma nemmeno impossibile torrione al culmine del canalone, ma decido di dare un freno all'adrenalina, puntando al sentiero "principale", anch'esso tutto all'insegna del ripido e ripidissimo. Vi arrivo un po' affaticato dalla tensione della salita precedente, ma giunto al culmine del pendio e alla bella crestina terminale mi si spalanca una delle visioni più selvagge della Valganna, col Poncione ormai in vista a spadroneggiare: punto dunque alla cresta di congiunzione tra esso e il Minisfreddo, raggiungendolo in un quarto d'ora circa e godendomi un panorama di autunnale bellezza, in cui le brume si frappongono alle cime e valli vicine e lontane...
Discesa rapida... un saluto alla "targa" di Oliviero, quindi al Passo del Tedesco e a Ganna, fino alla porta di casa.
Giro di "ripiego", rivelatosi di grande soddisfazione grazie al "pepe" del Canalone Ronchetti (e ad altre mini-varianti perlopiù ravanose): non prometto - come ha scritto

E stavolta me lo dico solo... "Avanti così".
ma minga tropp' ;)
Ho messo T4 complessivamente, ma il giro va correttamente così ripartito:
Lago di Ghirla-Badia di Ganna T1 - Ganna-Monte Martica T3 - Monte Martica-Monte Chiusarella T2 - Monte Chiusarella-Miniera Valvassera T3 - Miniera-Fattoria T2/T1 - Fattoria-Bivacco Broggini T3+ - Bivacco Broggini-Canalone Ronchetti T5+/T3+ - Uscita Canalone-Poncione di Ganna T3 - Poncione di Ganna-Ganna T2
Tourengänger:
Poncione

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