Tracce del passato in Val Cornera - Corni di Nibbio


Publiziert von atal , 25. November 2015 um 00:09.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:22 November 2015
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 9:30
Aufstieg: 1150 m
Abstieg: 1150 m

In compagnia di Ferruccio vado alla ricerca di testimonianze di vita passata in Val Cornera, valle dal difficile accesso che si immette con una bella e alta cascata nella più nota Valle di Nibbio. In questo luogo nascosto, difficilmente intuibile per chi percorre le strade della bassa Ossola, c'è un vecchio sentiero, non riportato sulle carte, che - nei tratti più esposti - presenta dei fori nella roccia, indicativi della passata esistenza di pontegge per il transito delle manzette, come riportato da Teresio Valsesia in "Val Grande Ultimo Paradiso". In questo caso però, diversamente dalle zone più remote della Valgrande, le fonti consultate non indicano i nomi degli ultimi alpigiani, né dicono quando i pascoli furono abbandonati. Rimangono solo i pochi toponimi che troviamo nel libro del Valsesia, i fori e i ruderi dell'Alpetto e dei Casali...

La risalita della Valle di Nibbio 
Inizialmente si seguono le indicazioni per la palestra di arrampicata "La Panoramica", come per la salita al Sasso Grande. Attraversato il Rio Nibbio, si abbandonano i segnavia bianchi e ci si inoltra nella valle percorrendone inizialmente la destra idrografica. Il percorso alterna facili arrampicate sui massi del greto a tratti nel bosco dove è ancora visibile qualche resto del vecchio sentiero. Dopo circa un'ora si arriva nell'unico punto in cui il Rio Nibbio emerge in superficie con una piccola cascata. Si sale quindi senza percorso obbligato sui massi della grande frana caduta nel 2005 e ben visibile anche da chi percorre la superstrada del Sempione. Il percorso è molto scomodo ed esposto a pericoli oggettivi. Giunti in una zona colonizzata da buddleie, che hanno formato una fitta boscaglia, la si attraversa puntando verso destra (E) in direzione di una coppia di grandi massi di roccia chiara, alle cui spalle inizia il sentiero per la Val Cornera (2:15 da Nibbio; circa 730 m).

Dalla frana all'Alpetto
Il sentiero inizia con una rampa in salita alla base delle rocce e arriva alla base di un piccolo salto, che si supera con l'aiuto di una cordina, per poi proseguire su una cengia costruita e arrivare ad una piodata con delle tacche scolpite. Si raggiunge la sommità di un poggio panoramico (forse è la Possa dell'Asino di cui parla il Valsesia, circa 800 m) sullo spartiacque tra Valle di Nibbio e Val Cornera, si sale ancora per qualche metro sulla dorsale alle spalle del poggio e la si scavalca, per puntare alla dorsale successiva risalendo verso la base delle rocce. Si giunge così ai due ruderi dell'Alpetto (984 m IGM, meno di 1 ora dall'inizio del sentiero; 3:10 da Nibbio).
 
Il percorso fino qui è indicato da alcuni tagli ma è comunque facilmente individuabile.

Dall'Alpetto ai Casali
Dall'Alpetto il sentiero prosegue alla base delle rocce (un'altra traccia scende invece verso il Rio Cornera...) inoltrandosi sempre più nella valle, traversando su ripidi pendii. Dopo avere superato alcuni canali poco marcati, si giunge su una dorsale che si affaccia su un canale dal fondo roccioso. Qui si sale per alcuni metri e quindi si attraversa il canale su una cengia dove sono ben visibili i fori delle pontegge. Usciti dal canale, si affronta un traverso esposto su roccia solida con buoni appigli e si arriva su un tornante sostenuto da muretti a secco. Si risale brevemente la dorsale soprastante (fino a circa 1100 m di quota), si traversa quindi in leggera discesa nel bosco, passando a destra di un masso con un'iscrizione, davvero sorprendente in un posto come questo. Scesi sul fondo del canale successivo, lo si attraversa e, di nuovo nel bosco, in leggera discesa si arriva ai primi due ruderi dei Casali (non indicati sulle carte e forse coincidenti con la quota 1080 m IGM; circa 1 ora dall'Alpetto, se non si fanno errori; tempo totale impiegato: 4:30 da Nibbio). Scendendo ancora per qualche metro tra le piante cadute si arriva ad un terzo rudere, l'unico posto in piano e in una posizione riparata dalle valanghe. A destra (E) di quest'ultimo rudere c'è l'imbocco del canale della Val Muzza o Valle Cieca. Il canale successivo è quello del Valètt, che scende dal Passo del Tita. 

Tutto il sentiero è segnalato da tagli e da qualche ometto.
 
Ritorno con variante: dalla frana al Sasso Grande
Al ritorno, giunti nuovamente nel Vallone di Nibbio, abbiamo attraversato la frana in leggera discesa raggiungendo la sponda opposta (destra idrografica) a circa 650 m di quota. Siamo quindi saliti poggiando a sinistra (SO), incontrando dopo pochi minuti un rudere isolato posto a circa 700 m di quota, non segnato sulle carte. Alle spalle del rudere, siamo risaliti sul ripido pendio fino ad attraversare un canale sulla sinistra (S), puntando ad un grande masso erratico. Siamo poi saliti al di sopra del masso sempre poggiando a sinistra, fino ad arrivare al confine tra bosco e prato nei pressi di un altro grande masso. Da qui in avanti una vaga traccia segnalata da qualche taglio porta a risalire fino ad incrociare il sentiero che collega il Sasso Grande con la zona del Balm d'la Vegia a circa 850 m di quota, a breve distanza dai ruderi del Sasso Grande (878 m; 1:20 dal termine del sentiero della Val Cornera). Da qui, lungo il sentiero percorso solo una settimana prima, siamo discesi a Nibbio (1:10 dal Sasso Grande; 2:30 dal termine del sentiero per la Val Cornera).

Segnalo che la variante seguita al ritorno non presenta difficoltà particolari ma non consente di risparmiare tempo: lo scomodo accesso lungo il fondo della Valle di Nibbio è comunque quello più rapido per chi è diretto in Val Cornera, senza considerare che, alla fine di un'escursione, non è una prospettiva allettante quella di dovere risalire un ripido pendio per 200 m...

Tourengänger: atal


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Kommentare (2)


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ABoehlen hat gesagt:
Gesendet am 25. November 2015 um 15:36
Grazie per il tuo rapporto. L'escursione è descritto molto interessante, ma penso questo percorso sarebbe un po' troppo difficile per me!
Gli immagini sono anche bellissimi!
Sono stato anche in Valle di Nibbio due settimane fa, come è descritto qui.

Saluti,
Adrian

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. November 2015 um 21:31
Grazie per l'apprezzamento Adrian. Avevo visto il tuo rapporto ma purtroppo non so il tedesco... Peccato che con i treni tu non abbia avuto più tempo a disposizione. Comunque vale la pena andare in Val Cornera: alla fine la parte più pericolosa è la frana nella Valle di Nibbio. Al confronto la Val Cornera è un posto idilliaco. Merita sicuramente più di una visita ma per andare oltre i Casali servono più ore di luce.
Buone gite,
Andrea


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