Jothuneimen - giorno 2
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Freddo. Anche questa notte un freddo cane.
E anche questa mattina uscire dal sacco a pelo e dalla tenda ha richiesto coraggio. Ma noi... sì vabbè!!!
Colazione tra fiamminghi e norvegesi, poi smontiamo la tendina, riempiamo gli zaini con tutto il necessario per i prossimi quattro giorni e partiamo per la cima del Glittertind, la seconda montagna per altezza della Scandinavia.
Questa salita è più impegnativa di quella di ieri e in più abbiamo gli zaini carichi. Tutto misurato ma alla fine viveri, tenda, sacco a pelo e tutto l'indispensabile per il nostro trekking ci pesa sulle spalle come un macigno.
Il sentiero si impenna. Non finisce mai. E poi i nevai. Salita più impegnativa e meno gettonata. Passiamo ore a camminare tra pietre, muschi e licheni senza incontrare anima viva. E anche senza proferire parola tra noi. La desolazione meravigliosa che cercavamo eccocela servita a dovere. E sempre sotto un sole e un cielo terso come nella più improbabile previsione meteo norvegese.
Salire al Glittertind è davvero una fatica ma anche qui nessuna difficoltà tecnica. La cima è coperta da uno strato di neve che poggia su un ghiacciaio privo di crepacci. Unica cautela stare a distanza dalle cornici della cresta sommitale.
Salirci è una fatica ma scendere a Glitterheim, il rifugio dove piazzeremo la nostra tendina, non è meno impegnativo. Una discesa infinita. Meravigliosa e solitaria.
Unica cosa che non abbiamo messo negli zaini, per risparmiarci un po' di peso, il fornello e le piccole bombole del gas, pensando che, come a Spiterstulen, anche a Glitterheim ci sia un posto dove poter cucinare qualcosa di caldo da mangiare al caldo. E invece dopo una doccia appena tiepida ci mangiamo una scatoletta di tonno con una po' di pane al riparo dal vento gelido nella nostra tendina. Gelida. Scatoletta di tonno, come oggi a pranzo.
Ma siamo felici come due bimbi che giocano agli esploratori nel giardino di casa.

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