Grüblspitze (2395 m)
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Grüblspitze: ovvero come trasformare una giornata grigia, nata con la nebbia e la pioggia, in una piacevole e soddisfacente escursione fino ad una cima vera, nelle Alpi di Tux.
Inizio dell’escursione: ore 10:15
Fine dell’escursione: ore 15:00
Pressione atmosferica ore 9.00: 1017 hPa
Temperatura alla partenza: 18°C
Temperatura al rientro: 21°C
Isoterma di 0°C a 3800 m
Sorgere del sole: 5.29
Tramonto del sole: 21.06
Oggi il tempo non è clemente: mi invento un’escursione sulle malghe, avvalendomi dell’aiuto della cabinovia che da Tux-Lanersbach (1291 m) arriva fino ai 2000 m dell’Eggalm. Ammiro e fotografo il bel Gasthaus Eggalm, quindi, dopo aver regolato i gingilli tecnologici mi avvio sulle stradine sterrate in direzione della Grüblspitze, cima senza grandi pretese, che permette tuttavia di compiere un anello passante dalla Junstal, ai piedi della Kalkwand (2826 m).
È molto umido, tuttavia la nebbia tende piano piano a diradarsi, concedendomi qualche scorcio sul fondovalle e sulla cima che desidero raggiungere. Non sono l’unico a sfidare la meteo; altri gruppetti si mettono in cammino, chi verso gli alpeggi, chi verso qualche cima.
Dopo appena un’ora e mezzo di cammino arrivo già alla croce di vetta della Grüblspitze (2395 m), presieduta come spesso capita da escursionisti che si accampano proprio a contatto della croce, impedendo così agli altri alpinisti di poter scattare foto alla cima senza persone.
Formiamo un gruppo ben assortito, plurilingue: si parla tedesco, inglese, francese e italiano, aiutandoci molto con la mimica e i gesti. Tra i possibili itinerari, scelgo quello che passa dall’Almkäserei Stoankaser’n, pubblicizzato addirittura già dalla vetta. È il sentiero numero 35, che scende lungo la cresta occidentale della Grüblspitze fino ad un giogo detto Zilljöchl (2361 m), quindi svolta a sinistra su pendii erbosi, in buona parte ricoperti da cespugli di rododendri.
La coppia che mi precede si ferma frequentemente per indicarmi delle preziosità da fotografare. La chicca fotografica più interessante è una bella salamandra nera (Salamandra atra atra), anfibio che non si vede frequentemente. A differenza della salamandra pezzata, che partorisce delle larve, questa specie partorisce i piccoli già formati, due per volta.
Salamandra atra atra
Nel corpo materno l’embrione nello stato di sviluppo più avanzato spesso si nutre dei fratelli per portare a termine la propria crescita. È il fenomeno di adelfofagìa, presente anche nell’aquila.
È uno dei pochissimi salamandridi completamente indipendenti dell’elemento acquatico. Conduce vita terrestre, quasi esclusivamente notturna. A causa della rigidità del clima montano, questa salamandra trascorre gran parte dell’anno in ibernazione nel terreno. La durata del periodo di inattività è generalmente compresa tra 6 e 8 mesi, e viene condizionata dall’altitudine e dal microclima locale.
(Fonte: Anfibi della Fauna Italiana – Urodeli. Guide di Sistematica del Museo di Storia Naturale di Milano).
A mezzogiorno e trenta raggiungo la “Jausenstation Stoankaser’n” (1984 m): fermata d’obbligo sulla terrazza per una buona birra della valle e una zuppa con wurstel.
La lunga discesa fino a Lanersbach è una rilassante camminata su stradine e sentieri, passando vicino a malghe, pascoli e contadini intenti alla fienagione o al taglio della legna.
Ogni volta che osservo un alpeggio nel Tirolo nutro sempre una grande ammirazione per la cura con la quale gli alpigiani tengono le loro proprietà. Hanno fatto una scelta di vita che mette la libertà davanti alle considerazioni di carattere materiale. Non è mia intenzione romanzare una realtà che rimane dura, vincolata com'è alla forza della natura, spesso ostile. Il progresso ha portato nuove strade, nuove possibilità per guadagnarsi da vivere, senza dover seguire e curare il bestiame in situazioni talora proibitive. In Ticino mi capita sempre più spesso di vedere alpeggi abbandonati, con le baite diroccate; qui non ne ho visto nemmeno uno. Onore dunque alla caparbietà e alla resistenza di questi alpigiani, che oltretutto garantiscono l'integrità del paesaggio montano.
Bella gita nella Tuxertal malgrado le premesse negative legate alla meteo. Morale della favola: equipaggiarsi come si deve e partire comunque, in barba alle nuvole e alla nebbia!
Tempo di salita: 1 h 25 min
Tempo totale: 4 h 45 min
Dislivello in salita: 395 m
Dislivello in discesa: 1104 m
Sviluppo complessivo: 12,2 km
Difficoltà: T2
Copertura della rete cellulare: 2/5
Libro di vetta: sì
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