Rifugio Omio


Publiziert von Angelo63 , 29. Juni 2015 um 23:13.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:27 Juni 2015
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:45
Aufstieg: 930 m
Strecke:Terme Bagni di Masino - Pian del Fango - Rifugio Omio - ritorno stessa via
Zufahrt zum Ausgangspunkt:SS 36 da Lecco in direzione Colico, seguire poi le indicazioni per Sondrio. Dopo Morbegno, superato un ponte sul fiume Adda, svoltare a sinistra in direzione della Val Masino. Arrivati a San Martino si seguono le indicazioni per Bagni di Masino e si può trovare posteggio, al termine della strada, appena superate le Terme dei Bagni di Masino.

Ritorniamo dopo quasi 2 anni nella bella Val Masino. Assieme a Danilo e Maria Teresa decidiamo di raggiungere il rifugio Omio, balcone posizionato al centro della valle dell’Oro che è contornato da cime e passi che quotano tra i 2500 e i 3000 metri.
Il primo caldo estivo si fa sentire sin dalle prime ore del mattino e nonostante l’altitudine raggiunta il senso di afa non ci lascerà per tutto il resto della giornata.
 
Trovato uno degli ultimi posti disponibili per lasciare l’auto in uno slargo tra gli abeti che si trovano poco oltre il complesso in disuso delle terme dei Bagni di Masino, ci incamminiamo quando sono da poco passate le 9.
Dopo qualche metro dalla partenza, al primo bivio, proseguiamo sulla sinistra in direzione della valle dell’Oro, lasciando il sentiero che a destra conduce al rifugio Gianetti. Ancora un breve tratto quasi in piano ed è d’obbligo effettuare una breve deviazione sulla destra per raggiungere una bella cascata formata dal corso d’acqua che scende dalla val Porcellizzo.
Si entra quindi nel bosco, in prevalenza faggi, e inizia la ripida salita con alcuni gradini naturali e numerosi secchi tornanti che ci consentono di prendere rapidamente quota. In alcuni tratti delle staccionate di legno sono state poste a protezione anche se, lungo tutto il percorso, non si ha mai la sensazione di correre pericoli; il sentiero è sempre facilmente individuabile con i segnavia rosso-bianco-rosso ben posizionati.
Alla monotonia del percorso in questo tratto, dovuta alla scarsa visuale all’esterno del bosco ed alla continua salita, si associa una grande sensazione di afa.
Dopo circa un’ora dalla partenza, ad una altitudine di quasi 1.600 metri, usciamo dal bosco per arrivare ad una radura erbosa in località Pian del Fango. La visuale migliora decisamente in quanto alla nostra sinistra possiamo ora ammirare le cime poste sul lato meridionale della Valle dell’Oro (riconosciamo le punte Medaccio e Fiorelli) mentre a destra la vista sulla val Porcellizzo ci consente di apprezzare i versanti meridionali del Pizzo Badile e del Pizzo Cengalo.
La soddisfazione per il bel paesaggio però non dura molto; si deve infatti rientrare nel bosco, adesso predominano gli abeti, per salire di nuovo ripidamente. Il tratto nel bosco finisce abbastanza velocemente ed alle 10.35 usciamo nei pressi di grossi massi, uno dei quali funge anche da ricovero nel caso di improvvise avversità meteo.
Questo è il tratto che si percorre in prevalenza su massi di granito che sono caduti a seguito di una frana nel 1963. Davanti a noi è ora possibile ammirare la corona che cinge tutta la valle dell’Oro mentre alle nostre spalle è ben visibile il solco della vallata dalla quale siamo partiti.
Raggiungiamo un ruscelletto che scorre tra le rocce, uno dei pochi punti dove poter facilmente fare approvvigionamento di acqua nonostante le numerose cascate che si osservano da ogni angolazione.
Riprendiamo quindi a salire passando tra sassi, ciuffi d’erba e rododendri. L’ascesa è sempre abbastanza ripida e in alcuni tratti è già visibile, in lontananza, la costruzione del rifugio.
Superiamo un tratto recintato dove sono presenti mucche al pascolo e passiamo nei pressi di una costruzione adibita ad alpeggio. Il rifugio appare e scompare in continuazione; saliamo sempre seguendo un filo di traccia che passa su ampi massi di granito interrati, alternando il passaggio a tratti erbosi e piccoli rivoli d’acqua.
In una delle frequenti soste che effettuiamo per riprendere fiato, oggi la fatica si è fatta sentire, abbiamo anche la fortuna di osservare in lontananza, verso il fondo della valle, il volo concentrico di quelle che verosimilmente sono due aquile. Purtroppo siamo troppo lontani ma è sempre affascinante la velocità con la quale questi rapaci risalgono di quota e in poco tempo si allontanano all’orizzonte.
Finalmente, dopo una gran sudata, alle 11.35 raggiungiamo il rifugio Omio; abbiamo impiegato 2h30m da quando siamo partiti. Al rifugio sono già presenti diversi escursionisti; sono un gruppo che pernotterà qui stanotte e nel frattempo qualcuno è pronto a partire in direzione della punta Milano per una ascensione pomeridiana.
Ci riprendiamo dalla fatica ammirando le tante cime attornoi; proprio di fronte a noi spuntano Disgrazia e Corni Bruciati. Dopo qualche foto nei pressi del rifugio e dell’adiacente locale invernale (bivacco Saglio), decidiamo di entrare per un buon piatto di pasta che ovviamente richiama anche un seguito di misto formaggi.
Dopo il pranzo ritorniamo all’aperto per qualche foto ancora alle cime circostanti. Dal versante settentrionale però sembra avanzare una densa coltre di nubi che preannuncia possibilità di rovesci.
Decidiamo quindi di rimetterci in cammino per il rientro quanto sono le 13.40 e dovendo poi tornare presto a casa ripercorriamo il percorso seguito all’andata senza troppe varianti; sarebbe stato bello, ad esempio, raggiungere il rifugio Gianetti, superando il passo Barbacan, per compiere un giro ad anello con rientro ai Bagni di Masino dalla val Porcellizzo.
Transitiamo alle 14.20 sotto il grosso masso che, in caso di necessità, può anche rappresentare un riparo; il cielo si sta sempre più annuvolando.
Scendiamo nel bosco e raggiungiamo il pian del Fango alle 14.50 e qui sostiamo qualche minuto per ammirare ancora una volta entrambe le vallate, con una sicura preferenza per quella con il Badile e il Cengalo, ora quasi immersi nelle nuvole.
Non ci resta che scendere l’ultimo ripido tratto nel bosco; la sensazione di grande afa aumenta ancora anche se la pioggia non è così imminente. All’uscita dal bosco, quando sono le 15.35, ci fermiamo ad ammirare ancora l’impetuoso corso d’acqua che scende dalla val Porcellizzo e forma una cascata che ci regala anche una gradevole ventilazione. Dopo questa breve sosta raggiungiamo alle 15.50 la nostra auto al parcheggio.
 
Quando un paio d’anni fa eravamo stati alla Gianetti, ci eravamo ripromessi di tornare da queste parti per poter ammirare nuovamente queste splendide vallate, un anfiteatro naturale di cime rese ancora più imponenti dalle lisce pareti di granito. Oggi abbiamo avuto la conferma che la soddisfazione, allora provata, meritava proprio un ritorno; restano però, qui in zona, ancora alcune mete da raggiungere, magari prossimamente.
 
Dati complessivi:
Km percorsi: 12,8;
Tempo marcia: 3h30m;
Tempo sosta: 3h15m di cui 2h sosta rifugio;
Ascesa: mt. 930 circa;
Velocità media in marcia: 3,6 km/h;
Velocità media totale: 1,9 km/h.
 

Tourengänger: Angelo63, Danilo54
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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Barbacan hat gesagt:
Gesendet am 5. Juli 2015 um 09:57
Il comprensorio della Valmasino non delude mai! Sono tornato anche io in Omio la scorsa estate, è sempre una bella esperienza

Angelo63 hat gesagt: RE:
Gesendet am 5. Juli 2015 um 19:37
Hai perfettamente ragione, sempre bello tornare da quelle parti.....tu poi, visto il nickname che hai scelto, direi che puoi considerarti di casa :))
buone montagne,
angelo


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