Dopo un mese di settembre praticamente di inattività escursionistica si torna a fare una uscita con Danilo. La meta inizialmente programmata è il rifugio Ponti in val Masino, dislivello contenuto con possibilità di allungare l’escursione salendo un poco più in alto. Arrivati a Filorera, dopo aver già fatto un po’ di coda in auto a Morbegno, ci rechiamo presso il bar in prossimità dell’imbocco della strada per Predarossa. Qui facciamo l’amara scoperta che a causa di una frana dello scorso mese di agosto la strada è, seppur accessibile, interdetta al traffico per un’ordinanza comunale. Il barista che è anche il gestore del rifugio Ponti non può quindi vendere i pass di accesso e ci sconsiglia di proseguire a rischio di multe. Decidiamo così di ritornare al rifugio Omio, tra le alternative possibili nelle vicinanze forse quello che presenta il minore dislivello di ascesa.
Lasciata l’auto nei pressi del complesso delle terme dei Bagni di Masino ci incamminiamo quando sono già le 10. Seguiamo le indicazioni per il rifugio Omio e la valle dell’Oro e dopo qualche centinaio di metri iniziamo a salire decisamente nel bosco. Seppur in ottobre la temperatura è gradevole e dopo qualche minuto ci ritroviamo a camminare in maniche corte.
I faggi della prima parte del bosco sono progressivamente sostituiti dagli abeti sino a quando alle 10.55 raggiungiamo il pianoro erboso di Pian del Fango ad una altitudine di circa 1.550 metri. A dispetto del nome della località, complice il perdurare delle belle giornate di sole, il terreno è secco ed asciutto. Facciamo una sosta di qualche minuto ammirando in lontananza la splendida conca della val Porcellizzo dove svettano Badile e Cengalo.
Riprendiamo il cammino per salire ancora tra gli abeti. Lasciamo il bosco quando sono le 11.30, ad una altitudine di circa 1.750 metri, nei pressi di grossi massi di granito, residuo di una grossa frana di oltre 50 anni fa. Una piccola sosta per qualche particolare foto e finalmente, da questo punto in poi del cammino, è apprezzabile la vista sulla valle dell’Oro. In questo periodo il nome è quanto mai azzeccato per via della colorazione dorata che assume la vegetazione di basso fusto qui presente. Si sale ora a balze alternando tratti ripidi a brevi pianori. In lontananza si scorge nel frattempo la sagoma del rifugio che sembra non avvicinarsi mai. Dopo un ultimo tratto in salita, tra rocce levigate di granito e rododendri, lo raggiungiamo quando sono le 12.30. Siamo in cammino da 2h circa, con 30m di soste, e i chilometri percorsi risulterebbero solo 4,1. La breve distanza rilevata dal gps in effetti ci lascia molti dubbi; i chilometri percorsi dovrebbero essere più di 6.
Il rifugio ovviamente è chiuso e qualche persona ci ha già preceduto. Di lì a poco qualcun altro sopraggiunge e saremo circa una decina le persone qui presenti. Facciamo la nostra sosta pranzo e qualche foto da questa bella e panoramica meta. Il sole ci riscalda e qualcuno non disdegna la ricerca di un poco d’ombra. Le montagne circostanti scarseggiano di neve. L’unica concentrazione la si ammira in lontananza quasi di fronte a noi; ovviamente è il Disgrazia. Danilo, sempre alla ricerca di inquadrature fotografiche, si rimette in cammino dirigendosi verso una sella in direzione nord, ci diamo appuntamento per iniziare il rientro alle 14.
Con qualche minuto di anticipo rispetto a quanto concordato mi rimetto in cammino per scendere lentamente complici le molte soste per ammirare la conca della valle di fronte a me. Nel frattempo mi raggiunge Danilo, poco soddisfatto del panorama trovato oltre il punto di osservazione dove si è recato. Raggiungiamo la zona con i caratteristici massi alle 14.30 e facciamo ancora una sosta al sole di circa 15 minuti. Ora ci attende infatti il bosco e l’unica occasione per uscire allo scoperto è al Pian del Fango dove arriviamo alle 15.20. Anche qui una piccola sosta prima di proseguire in discesa nel bosco fino ad arrivare alle 16.15 nei pressi della caratteristica cascata che scende l’ultimo tratto della val Porcellizzo. Ultime foto al corso d’acqua e poi ancora una breve sosta a rinfrescarci nei pressi del piccolo parco giochi per poi arrivare all’auto alle 16.35.
All’arrivo i chilometri percorsi rilevati dal mio gps sono solo 8,5. Nell’altra occasione dove eravamo stati alla Omio, seguendo lo stesso percorso, di chilometri ne erano stati rilevati 12,8. Una bella differenza.
Sempre bello tornare da queste parti, peccato solo per non essere potuti andare alla scoperta di una nuova meta anche se il ripiego è stato comunque di soddisfazione.
Dati complessivi:
Km percorsi: 8,5;
Tempo marcia: 3hm;
Tempo sosta: 3h35m;
Ascesa: mt. 930 circa;
Velocità media in marcia: 2,8 km/h;
Velocità media totale: 1,3 km/h.
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