Pizzo d’Era (2618 m) – Skitour
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Escursione con le pelli di foca al Pizzo d’Era, con partenza da Piano, lungo la strada del Passo del Lucomagno.
Il toponimo “Era” assegnato a questa cima suscita perplessità: secondo gli studiosi significherebbe aia, nel senso di spiazzo davanti alla casa o spiazzo per la trebbiatura. Tutti coloro che hanno raggiunto questo pizzo possono confermare che la cima non ha proprio nulla da spartire con un’aia.
Inizio dell’escursione: ore 7:15
Fine dell’escursione: ore 12:00
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1013 hPa
Temperatura alla partenza: 6°C
Temperatura al rientro:14°C
Raffiche di vento: 45 km/h
Sorgere del sole: 6:07
Tramonto del sole: 20:36
Lasciata l’auto ai bordi della strada del Passo del Lucomagno, mi avvio sulla stradina pianeggiante, in parte ancora innevata, verso Piano e l’Alpe Pian Segno (1668 m). Alle 7:30 la piana è già illuminata dal sole. Si prospetta una bella giornata, con qualche nuvola, ma con un vento che in alto sarà veramente fastidioso. Dopo il Ponte sul Ri di Lareccio (1689 m), a 1,5 km dalla partenza, posso calzare gli sci. Mi raggiungono due escursionisti di Tubinga, con i quali condivido la salita e parte della discesa. Dopo il ponte seguiamo la stradina che sale verso Stabbio Vecchio e Lareccio. La neve è ancora compatta e gelata, cosparsa di rametti, licheni, pigne, sassolini e resti vari. A 1750 m abbandoniamo la strada e svoltiamo a sud-ovest, verso una conca piuttosto ripida, che porta alla Bocchetta d’Era (2539 m). Aggiriamo, sul lato nord, il Torói di sotto (2187 m). La neve, ventata, presenta una crosta spesso cedevole, che rende la salita più faticosa del dovuto. Il paesaggio è comunque incantevole; con neve di buona qualità questa discesa dev’essere da sballo! Se non fosse per il gelido favonio che ci obbliga ad indossare la giacca a vento con il cappuccio, la salita sarebbe un relax. Notiamo alcune slavine cadute recentemente dai contrafforti del Pizzo Prédelp. Poco prima di raggiungere la sella, decidiamo di puntare alla cresta ovest del Pizzo d’Era (2618 m), che corrisponde alla via normale di salita. Qui la visibilità peggiora e le raffiche di vento rendono il paesaggio severo: sembrerebbe di essere ad una quota molto più elevata.
Dopo tre ore e dieci di cammino posso affermare: Pizzo d’Era (2618 m) geschafft!

Oggi niente carrellata fotografica: il freddo intenso ci obbliga ad una veloce preparazione alla discesa. La luce diffusa e la neve crostosa non ci permettono purtroppo di apprezzare completamente il canalone. Più in basso, con neve che nel frattempo si è rammollita, ci è possibile per contro compiere ampie curve, con piena soddisfazione anche per i compagni venuti da lontano.
Escursione con le pelli di foca alla scoperta di un itinerario che mi era sconosciuto. Dopo averlo visto di persona, posso confermare che il Pizzo d’Era è una meta meritevole, valida sia per gli sciatori sia per i racchettari. Con buone condizioni, i più esperti possono affrontare la discesa lungo il canalone di Brönich, sul versante SE del pizzo.
Tempo di salita: 3 h 10 min
Tempo totale: 4 h 45 min
Dislivello in salita: 975 m
Sviluppo complessivo: 12,4 km
Difficoltà: AD-
SLF: 2
Coordinate Pizzo d’Era: 705′390/152′865
Copertura della rete cellulare: scarsa
Libro di vetta: no
Partecipanti: due Tubinghesi e siso.

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