Corona di Redòrta, anticima sud (2625 m), alias la Corona propriamente detta


Publiziert von tapio , 29. Juni 2011 um 08:56.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:27 Juni 2011
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Monte Zucchero   Gruppo Pizzo Barone 
Zeitbedarf: 10:30
Aufstieg: 1855 m
Abstieg: 1855 m
Strecke:17,5 km. In dettaglio: Sonogno - Froda - Fraced - Püscen Negro - Cortesell - Starlarisc - conca a q. 2269 - canale con sbocco a q. 2596 - Corona di Redorta, anticima sud (2625 m) - ritorno per la stessa via
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Si arriva a Sonogno salendo da Gordola e percorrendo tutta la Val Verzasca. Parcheggio a pagamento (5 CHF al giorno) a inizio paese. Le vie del paese sono consentite ai soli residenti (servizio a domicilio).
Kartennummer:CNS 266 T (Leventina) e 276 T (Val Verzasca), 1:50000

Già il buon Brenna, a proposito della via che porta all’attacco della Corona di Redòrta, parla di “sentiero non sempre evidente” e in un altro passaggio, di “sentierino appena visibile”. Ecco, le mie difficoltà odierne sono state, oltre ad una non perfetta forma fisica (dormito poco e male la notte precedente, con un leggerissimo stato influenzale, che mi ha portato ad essere consistentemente più lento del solito), ed oltre alle indubbie difficoltà tecniche, i punti critici, dicevo, sono stati - principalmente - il dover sempre essere costantemente alla ricerca della traccia, non farsela sfuggire, e ricercarla nel caso fosse comunque sfuggita.

Per cui, all’uscita sulla Corona, dopo sei ore e mezza di cammino, notando la vetta ancora lontana, ed un bell’ometto sul punto più alto del dorso compreso tra le quote 2507 e 2596, che per semplicità chiameremo anticima sud (circa 2625 m), mi ritenevo soddisfatto del risultato raggiunto e mi godevo l’incredibile panorama.

 

La giornata comincia molto presto in quel di Sonogno, nel grande parcheggio all’entrata del paese. Il costo per l’intera giornata è di 5 franchi, io ne ho 6 e la macchina non dà resto: non importa, non ho alternative. Parto attraversando il paese e seguo la strada asfaltata, transitabile con mezzi meccanici solo dagli autorizzati dal patriziato: pazienza, l’asfalto è duro ma per ora non disturba (sarà solo al ritorno, con tutta la gita nelle gambe, che i suoi effetti si faranno sentire). Fino a Püscen Negro niente di particolare: dopo l’asfalto, il sentiero sale regolare con bei tornanti ed in breve eccomi a questo monte, dove capre e mucche pascolano beate.

Dopo il ponticello abbandono il sentiero che porta al Passo di Redorta (e da lì a Prato-Sornico) e salgo su di un bel costone boschivo. Presto devo tornare sui miei passi perdendo una cinquantina (o forse più) di metri di dislivello, visto che mi trovo davanti ad un muro di roccia verticale e liscia. Scendo e finalmente scorgo quella che potrebbe essere la traccia giusta. Così è. La traccia sale verso nord (cioè sulla verticale rispetto a Püscen Negro) e poi, superato su erba il predetto muro di roccia, piega a destra e raggiunge Cortesell, nel cui spiazzo erboso si erge una cascina ormai diroccata. Qui  salgo verso sinistra in direzione NO su pendii molto ripidi e con traccia spesso evanescente che fa perdere molto tempo; in qualche modo raggiungo Starlarisc (1908 m), bell’alpe con ancora due costruzioni in piedi.

Seguo per quanto possibile la traccia, puntando al pianoro sito sopra la quota 2269. Evidentemente (col senno di poi) abbondo con un traverso pianeggiante e mi tocca quindi risalire un ripido canalino (il greto di un ruscello parzialmente attivo) per raggiungere la conca superiore. Qui il paesaggio è magnifico, ma sono costretto a dedicarvi solo pochi minuti, visto che sopra di me, sempre in direzione NO, troneggiano i canali, passaggi obbligati per la vetta e io devo scegliere in quale passare.

Opto per quello centrale, sembra il meno complicato ed inoltre, quando raggiungo l’entrata, noto un bollo rosso sbiadito (poi seguito da altri segni sempre rossi). Prima del canale, dimenticavo, devo superare un bel tratto di pietroni, non troppo stabili. Entrato nel canale mi accorgo che, oltre a me, anche l’acqua lo ha scelto per il suo percorso.

Salgo, il canale è quasi verticale, non direi pericoloso, visto che è molto stretto, comunque l’impegno che richiede è totale. In alcuni punti devo far uso della forza per salire. Poi, in prossimità di un grosso macigno non lontano dall’uscita del canale stesso, opto per stare a sinistra. Naturalmente la scelta è errata (trovo un piccolo tetto che mi rimanda indietro) e via, altro dislivello perso… Salgo quindi nel camino a destra e qui la cosa è fattibile. In breve sono sulla corona (è del Brenna questa definizione: “il facile pianoro detritico soprastante”, che in realtà proprio “pianoro” non è, è la famosa corona). Punto a sinistra e con qualche zig zag eccomi sulla cresta. Sono passate sei ore e mezza ed io sono esausto. L’ometto di vetta dell’anticima mi annuncia la fine (temporanea) delle fatiche. I duecento metri restanti, distribuiti però su un percorso ancora abbastanza articolato e lungo (anche se, secondo la letteratura, meno impegnativi del precedente corridoio) mi separano dalla vetta della Corona di Redòrta. Ma io sono felice lo stesso. Mangio una mela e del cioccolato, mantenendo il resto delle cibarie per il bel pianoro sottostante, dopo aver passato in discesa l’impegnativo canale.

Alla fine, quasi quasi il canale si è rivelato più difficile in salita che in discesa, stranamente. Passo la pietraia instabile e, sullo splendido pianoro a picco sulla Val Redòrta, completo il mio pasto, irrorando la gola con un’ottima birra. Il difficile è andato, ora si tratta solo di non perdere la traccia, e a questo scopo ripeto  il tragitto del mattino, pur conscio della possibile alternativa ad anello più diretta, verso l’Alpe della Redòrta. Più o meno mantengo la traccia (ma si sa che in discesa è più facile…) ed attraverso Starlarisc e Cortesell raggiungo Püscen Negro e successivamente Sonogno. Tempo totale (escluse pause): 10 ore e 30’ (sei e mezzo di andata e quattro di ritorno). Gita selvaggia in una zona selvaggia ma con paesaggi da favola e sensazioni “antiche”.


Tourengänger: tapio


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen

T5 L I
30 Sep 11
Corona di Redòrta (2804 m) · Jules
T5- L
29 Jun 23
Corona di Redorta · Califfo
T2
28 Mai 17
Püscen Negro · paoloski
T3+ L
14 Sep 12
Triangolino (2591msm) · Jules
T3+
18 Jun 17
Monte Zucchero · paoloski

Kommentare (4)


Kommentar hinzufügen

Massimo hat gesagt: Grande Fabio
Gesendet am 30. Juni 2011 um 13:06
Complimenti.........., che mi piace delle tue escursioni è la continua ricerca di zone selvagge lontane dal turismo di massa.

Ciao e buona montagna
Max

tapio hat gesagt: RE:Grande Fabio
Gesendet am 30. Juni 2011 um 15:00
Grazie Massimo,
in effetti è uno degli aspetti che anche a me piace maggiormente.
Di mete ne esistono un'infinità, e a me piace scoprire come mai alcune/molte di queste sono trascurate dai più.
Ciao e buona montagna anche e te,
Fabio

gbal hat gesagt: Complimenti
Gesendet am 30. Juni 2011 um 22:30
Purtroppo Fabio, a volte (forse più spesso di quanto ragionevolmente ci si apetti) la sfortuna si accanisce con noi e, per dirla con un vecchio detto, manca sempre un centesimo per fare una lira, cioè per la completa soddisfazione. Il malessere, il sentiero mal segnato, ecc. ce l'hanno messa tutta ma ti sei dimostrato più tenace di loro.
Bravo
Giulio

tapio hat gesagt: RE:Complimenti
Gesendet am 30. Juni 2011 um 22:53
Grazie Giulio, come sempre sei molto gentile.
Sono contento perchè ho fatto tutto quello che ho potuto, o così almeno mi è sembrato in quel momento. Quindi nessun rammarico. Però l'omino di vetta l'ho pur sempre visto solo in fotografia. Un motivo in più per ritornare un'altra volta, conscio di tutto quello che mi aspetta e pronto alla scoperta della cresta finale.
Ciao,
Fabio


Kommentar hinzufügen»