Corno di Gesero 2227m - Cima delle cicogne 2206m
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Con Raffaele e Coach oggi saliamo sul Corno di Gesero con l'intenzione di esplorare la cresta di collegamento verso la Cima delle Cicogne. Ci ritroviamo non troppo presto e con grande rammarico scopriamo che il quartetto oggi non sarà al completo. Il nostro "capogita" preferito Stellino ha infatti dato forfait per non meglio precisati motivi :-) Sconsolati percorriamo quindi in auto la lunga e tortuosa strada che da Roveredo sale ai Monti di Laura. Lasciata la carrozza prima della galleria di Cadolcia, ci incamminiamo lungo il sentiero che a sinistra aggira la cima di Cadolcia e in breve ci porta all'alpe di Cadinello. Da lì risaliamo la bellissima conca erbosa in direzione del Corno di Gesero, che da Nord si presenta come un ardito spuntone roccioso. A destra un costone di rocce e arbusti dovrebbe rivelare prima o poi un sentierino di salita.
Orfani del nostro capogita ci sentiamo persi, fatichiamo a prendere le giuste decisioni... e sbagliamo strada!
Ci inerpichiamo infatti troppo presto sul costone roccioso, tra arbusti e roccette e giunti in cima siamo costretti a risalire con facile arrampicata la crestina fino a individuare, poche centinaia di metri più tardi, il comodo sentiero (tra l'altro ben segnato sulla cartina) che permette l'accesso alla cresta NW alla quota 2010. Da lì si risalgono senza difficoltà i pendii del Corno di Gesero fino alla cima, sulla quale sorge una poco estetica stazione per le telecomunicazioni.
Dopo una breve pausa proseguiamo il nostro cammino scendendo dalla cresta SE in direzione della Cima delle Cicogne. Scesi alla quota 2125m osserviamo la cresta di collegamento alla Cima delle Cicogne che presenta qualche difficoltà in più. Ci sono da superare alcuni risalti in arrampicata che sulla Guida alle Alpi mesolcinesi è valutata PD. La roccia sembra solida e bene appigliata, ma comunque esposta. Non abbiamo con noi materiale per assicurarci e oggi non è giornata... Decidiamo quindi di aggirare le difficoltà abbassandoci di quota nel versante destro. Individuiamo un sentierino delle capre che ci permette di attraversare il versante sud e di risalire in cresta appena sotto la Cima delle Cicogne.
Anche su questa cima è presente una stazione di telecomunicazioni che la ricopre interamente e non permette di essere aggirata! Nonostante i cartelli di divieto apriamo i cancelli e attraverso le scale esterne della stazione usciamo dall'altra parte, raggiungendo il punto più alto. Proprio sulla cima ci imbattiamo nel primo dei tre fortini che incontreremo nella discesa, sul sentierino della cresta SE. Come testimoniano le date incise sui materiali usati per la costruzione si tratta di manufatti della I e della II Guerra Mondiale. Difficile non pensare a chi a prestato servizio in questi luoghi, magari d'inverno...
Il citato sentierino della cresta SE è una traccia che col tempo è scomparsa sotto la vegetazione e che solo grazie a un recente lavoro di manutenzione e taglio rami risulta percorribile.
Continuiamo a scendere fino alla quota 2069, dove ci ricongiungiamo al sentiero Biscia-Passo San Jorio. Da qui sarebbe stato interessante continuare verso la Cima di Cugn e la Marmontana, ma il percorso è ancora molto lungo e visto che il cielo minaccia pioggia, decidiamo di rientrare passando per Biscia e facendo tappa alla Capanna Gesero per una birretta!
Per tornare all'auto risaliamo la strada verso Cadolcia. Un ultimo brivido è l'attraversamento della galleria: buia e con il fondo ricoperto di ghiaccio vivo.
Una bella giornata in una zona che non conoscevo ma che merita di essere scoperta.
Gli assenti hanno sempre torto ;-)
Orfani del nostro capogita ci sentiamo persi, fatichiamo a prendere le giuste decisioni... e sbagliamo strada!
Ci inerpichiamo infatti troppo presto sul costone roccioso, tra arbusti e roccette e giunti in cima siamo costretti a risalire con facile arrampicata la crestina fino a individuare, poche centinaia di metri più tardi, il comodo sentiero (tra l'altro ben segnato sulla cartina) che permette l'accesso alla cresta NW alla quota 2010. Da lì si risalgono senza difficoltà i pendii del Corno di Gesero fino alla cima, sulla quale sorge una poco estetica stazione per le telecomunicazioni.
Dopo una breve pausa proseguiamo il nostro cammino scendendo dalla cresta SE in direzione della Cima delle Cicogne. Scesi alla quota 2125m osserviamo la cresta di collegamento alla Cima delle Cicogne che presenta qualche difficoltà in più. Ci sono da superare alcuni risalti in arrampicata che sulla Guida alle Alpi mesolcinesi è valutata PD. La roccia sembra solida e bene appigliata, ma comunque esposta. Non abbiamo con noi materiale per assicurarci e oggi non è giornata... Decidiamo quindi di aggirare le difficoltà abbassandoci di quota nel versante destro. Individuiamo un sentierino delle capre che ci permette di attraversare il versante sud e di risalire in cresta appena sotto la Cima delle Cicogne.
Anche su questa cima è presente una stazione di telecomunicazioni che la ricopre interamente e non permette di essere aggirata! Nonostante i cartelli di divieto apriamo i cancelli e attraverso le scale esterne della stazione usciamo dall'altra parte, raggiungendo il punto più alto. Proprio sulla cima ci imbattiamo nel primo dei tre fortini che incontreremo nella discesa, sul sentierino della cresta SE. Come testimoniano le date incise sui materiali usati per la costruzione si tratta di manufatti della I e della II Guerra Mondiale. Difficile non pensare a chi a prestato servizio in questi luoghi, magari d'inverno...
Il citato sentierino della cresta SE è una traccia che col tempo è scomparsa sotto la vegetazione e che solo grazie a un recente lavoro di manutenzione e taglio rami risulta percorribile.
Continuiamo a scendere fino alla quota 2069, dove ci ricongiungiamo al sentiero Biscia-Passo San Jorio. Da qui sarebbe stato interessante continuare verso la Cima di Cugn e la Marmontana, ma il percorso è ancora molto lungo e visto che il cielo minaccia pioggia, decidiamo di rientrare passando per Biscia e facendo tappa alla Capanna Gesero per una birretta!
Per tornare all'auto risaliamo la strada verso Cadolcia. Un ultimo brivido è l'attraversamento della galleria: buia e con il fondo ricoperto di ghiaccio vivo.
Una bella giornata in una zona che non conoscevo ma che merita di essere scoperta.
Gli assenti hanno sempre torto ;-)
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Pippo76
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Kommentare (1)