Mont Avic 3006mt.
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Dopo tante volte che ero passato di lì, forse perchè avevo letto tempo prima un articolo su una rivista del CAI , forse solo semplicemente perchè mi venne da guardare più attentamente in quella direzione, quel giorno, appena dopo Verrès sulla sinistra il mio sguardo fu catturato da un picco di una montagna dalla forma inconfondibile e molto suggestiva: il Mont Avic.
Ebbene da quel giorno esso fu come un "tarlo" nella mia mente per come e quando salirvi.
Dopo due tentativi andati male, anzi preferisco dire non a buon fine, uno per troppa neve (dalla voglia di andare avevo tentato la stessa stagione ma troppo presto, addirittura era ancora Maggio e dopo un infortunio al ginocchio) un altro per aver perso troppo tempo nella ricerca della via giusta e per essermi ritrovato poi su una cima penso senza nome appena ad ovest, avevo come accantonato l'idea anche se avevo poi fatto altre escursioni in zona tra cui la salita, facile, al Barbeston.
Ad Ottobre 2009 dopo anni torna il sogno Mont Avic e così esattamente l'11, alle 7 del mattino sono già a Champdepraz loc. La Volla ad allacciarmi gli scarponi, ancora completamente al buio ma sotto un cielo stellato, in completa solitudine.
L'idea è quella di tentare la via di salita da sud per poi ridiscendere da nord-est e compiere un giro completo del monte.
Già così la sagoma del Mont Avic, illuminato solo dalle stelle, mette i brividi e, perchè no, un po' di timore ma la voglia è talmente tanta che... si parte.
Inizialmente si segue una strada sterrata che transita dalla località Magazzino e dall'Alpe Serva.
Dopodichè la strada diventa sentiero e, ripercorrendo l'antica via alle miniere, in sasso e sopraelevata rispetto al terreno, giunge senza problemi di orientamento al Lago Gelato dov'è un bivacco mi pare del Corpo Forestale del Parco Mont Avic.
Da qui si prosegue in direzione del colle Raye Chevrère ma prima di giungervi (qui avevo fatto l'errore in uno dei tentativi precedenti) si vira a destra compiendo un largo giro verso nord-est transitando anche da un pianoro con acqua.
In questo tratto e nel prosieguo esistono solo traccie ed ometti che aiutano nell'orintamento e bisogna affidarsi all'esperienza ed a quanto si è potuto "studiare".
Dopo aver costeggiato sotto la bastionata occidentale del Mont Avic si sale decisamente a nord raggiungendo un intaglio.
Infine per la cresta orientata a sud-ovest, ma rimanendo un po' più sul versante sud ci si arrampica (I e II°) fino alla sommità del Mont Avic su cui si trova una caratteristica Madonnina 3006mt.
Dopo unalunga sosta, nonostante l'aria "frizzante calata per la parete nord-est non molto invitante perchè in ombra e con qualche zona ghiaccciata.
La discesa è stata molto intuitiva perchè le traccie erano veramente poche, comunque le difficoltà tecniche non sono state superiori alla via di salita.
Durante la discesa si passa nei pressi del Col Varotta (senza raggiungerlo) e poi ci si ritrova sul sentiero mi sembra n° 7 che si ricollega infine a quello del Barbeston passando da un Alpe.
Giornata indimenticabile immerso in una delle zone più belle della Vallèe con, nella parte bassa, splendidi colori autunnali.
Grazie Avic!
Ebbene da quel giorno esso fu come un "tarlo" nella mia mente per come e quando salirvi.
Dopo due tentativi andati male, anzi preferisco dire non a buon fine, uno per troppa neve (dalla voglia di andare avevo tentato la stessa stagione ma troppo presto, addirittura era ancora Maggio e dopo un infortunio al ginocchio) un altro per aver perso troppo tempo nella ricerca della via giusta e per essermi ritrovato poi su una cima penso senza nome appena ad ovest, avevo come accantonato l'idea anche se avevo poi fatto altre escursioni in zona tra cui la salita, facile, al Barbeston.
Ad Ottobre 2009 dopo anni torna il sogno Mont Avic e così esattamente l'11, alle 7 del mattino sono già a Champdepraz loc. La Volla ad allacciarmi gli scarponi, ancora completamente al buio ma sotto un cielo stellato, in completa solitudine.
L'idea è quella di tentare la via di salita da sud per poi ridiscendere da nord-est e compiere un giro completo del monte.
Già così la sagoma del Mont Avic, illuminato solo dalle stelle, mette i brividi e, perchè no, un po' di timore ma la voglia è talmente tanta che... si parte.
Inizialmente si segue una strada sterrata che transita dalla località Magazzino e dall'Alpe Serva.
Dopodichè la strada diventa sentiero e, ripercorrendo l'antica via alle miniere, in sasso e sopraelevata rispetto al terreno, giunge senza problemi di orientamento al Lago Gelato dov'è un bivacco mi pare del Corpo Forestale del Parco Mont Avic.
Da qui si prosegue in direzione del colle Raye Chevrère ma prima di giungervi (qui avevo fatto l'errore in uno dei tentativi precedenti) si vira a destra compiendo un largo giro verso nord-est transitando anche da un pianoro con acqua.
In questo tratto e nel prosieguo esistono solo traccie ed ometti che aiutano nell'orintamento e bisogna affidarsi all'esperienza ed a quanto si è potuto "studiare".
Dopo aver costeggiato sotto la bastionata occidentale del Mont Avic si sale decisamente a nord raggiungendo un intaglio.
Infine per la cresta orientata a sud-ovest, ma rimanendo un po' più sul versante sud ci si arrampica (I e II°) fino alla sommità del Mont Avic su cui si trova una caratteristica Madonnina 3006mt.
Dopo unalunga sosta, nonostante l'aria "frizzante calata per la parete nord-est non molto invitante perchè in ombra e con qualche zona ghiaccciata.
La discesa è stata molto intuitiva perchè le traccie erano veramente poche, comunque le difficoltà tecniche non sono state superiori alla via di salita.
Durante la discesa si passa nei pressi del Col Varotta (senza raggiungerlo) e poi ci si ritrova sul sentiero mi sembra n° 7 che si ricollega infine a quello del Barbeston passando da un Alpe.
Giornata indimenticabile immerso in una delle zone più belle della Vallèe con, nella parte bassa, splendidi colori autunnali.
Grazie Avic!
Tourengänger:
Luca_P
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