Dosso della Fornace e Buco di Boltrino
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Vallate conosciute, ma cime e sentieri poco frequentati. Giretto veloce in mattinata, che comunque non ci impedisce di visitare il curioso Buco di Boltrino, ben noto agli escursionisti sorpresi in zona dai temporali come provvidenziale riparo.
Dal parcheggio si raggiunge la Cappella dell'Annunziata e si imbocca la mulattiera che sale alle spalle dell'edificio; ben presto la bella traccia si trasforma in sentiero e si addentra nel solco della Val Lunga. Un imprevisto bivio si presenta: un largo passaggio scavato a trincea dalle acque prosegue verso sinistra, un buon sentiero recentemente molto usato dai boscaioli sale deciso a destra; optiamo per quest'ultimo. I segni di passaggio si mantengono sempre molto evidenti lungo una serie di serpentine molto ripide, attraverso un bosco di castagni e faggi, su terreno quasi privo di sottobosco. Al calare della pendenza si affianca la recinzione di un podere, la aggiriamo da sinistra e raggiungiamo l'ingresso carrabile: una targhetta di legno identifica la proprietà come Casa Polema. La radura è circondata da una fitta boscaglia di noccioli e ontani, e da sinistra si stacca un sentiero con l'indicazione "Caslino": è probabilmente la prosecuzione dell'alternativa al bivio iniziale. Si procede sulla carrareccia erbosa fino ad un incrocio di piste e si volge a sinistra verso Caglio: dopo una bella traversata nella faggeta si sbuca all'Alpe del Ginestro; il sentiero si mantiene in quota nel prato, tenendo a destra due baite e a sinistra l'inghiottitoio del Pozzo delle Ginestre [Cavità prevalentemente verticale - 3 metri di estensione e 21 metri di dislivello - la cui apertura nel pendio è protetta da una recinzione. Una eventuale visita, ostacolata peraltro dall'accumulo di fogliame, richiede l'armo della corda di calata sul tronco di uno degli alberi che circondano il buco]. Si procede nella traversata fino a raggiungere la vicina Alpe del Ginestrino: il nostro sentiero continua al di là della recinzione, ma una superflua deviazione a sinistra accompagna fino in cima al Dosso della Fornace (un paio di roccoli e nessun panorama nel fitto bosco). Tornati al vero itinerario, si scende alla Bocca di Vallunga, altro incrocio di piste sterrate, e si volge subito a sinistra in direzione del Foro Francescano. Si percorre quindi la bella mulattiera che scende regolarmente attraversando qualche insignificante vallone fino ai ruderi della Baita Boltrino: nei pressi si apre, proprio a bordo sentiero, la grotta Buco di Boltrino [Si tratta di una risorgenza fossile rettilinea, molto alterata da crolli, che si chiude fra ammassi di argilla umida dopo una quarantina di metri]. Da qui il sentiero prosegue nella discesa fino a raggiungere il Foro Francescano.
https://www.relive.cc/view/g29108025252
Dal parcheggio si raggiunge la Cappella dell'Annunziata e si imbocca la mulattiera che sale alle spalle dell'edificio; ben presto la bella traccia si trasforma in sentiero e si addentra nel solco della Val Lunga. Un imprevisto bivio si presenta: un largo passaggio scavato a trincea dalle acque prosegue verso sinistra, un buon sentiero recentemente molto usato dai boscaioli sale deciso a destra; optiamo per quest'ultimo. I segni di passaggio si mantengono sempre molto evidenti lungo una serie di serpentine molto ripide, attraverso un bosco di castagni e faggi, su terreno quasi privo di sottobosco. Al calare della pendenza si affianca la recinzione di un podere, la aggiriamo da sinistra e raggiungiamo l'ingresso carrabile: una targhetta di legno identifica la proprietà come Casa Polema. La radura è circondata da una fitta boscaglia di noccioli e ontani, e da sinistra si stacca un sentiero con l'indicazione "Caslino": è probabilmente la prosecuzione dell'alternativa al bivio iniziale. Si procede sulla carrareccia erbosa fino ad un incrocio di piste e si volge a sinistra verso Caglio: dopo una bella traversata nella faggeta si sbuca all'Alpe del Ginestro; il sentiero si mantiene in quota nel prato, tenendo a destra due baite e a sinistra l'inghiottitoio del Pozzo delle Ginestre [Cavità prevalentemente verticale - 3 metri di estensione e 21 metri di dislivello - la cui apertura nel pendio è protetta da una recinzione. Una eventuale visita, ostacolata peraltro dall'accumulo di fogliame, richiede l'armo della corda di calata sul tronco di uno degli alberi che circondano il buco]. Si procede nella traversata fino a raggiungere la vicina Alpe del Ginestrino: il nostro sentiero continua al di là della recinzione, ma una superflua deviazione a sinistra accompagna fino in cima al Dosso della Fornace (un paio di roccoli e nessun panorama nel fitto bosco). Tornati al vero itinerario, si scende alla Bocca di Vallunga, altro incrocio di piste sterrate, e si volge subito a sinistra in direzione del Foro Francescano. Si percorre quindi la bella mulattiera che scende regolarmente attraversando qualche insignificante vallone fino ai ruderi della Baita Boltrino: nei pressi si apre, proprio a bordo sentiero, la grotta Buco di Boltrino [Si tratta di una risorgenza fossile rettilinea, molto alterata da crolli, che si chiude fra ammassi di argilla umida dopo una quarantina di metri]. Da qui il sentiero prosegue nella discesa fino a raggiungere il Foro Francescano.
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