Ca' Togn e il Balm Lovig - Bassa Ossola


Publiziert von atal , 18. November 2017 um 22:38.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:18 November 2017
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 700 m
Abstieg: 700 m

Qualche tempo fa avevo notato sulla carta IGM del 1914 una baita senza nome con la quota 673 m e un sentiero che la raggiunge dalla zona di Casaletti (che oggi i locali chiamano Cola d'Benin), sul ripido e ombroso versante affacciato sulla piana del Toce tra lo sbocco della Valle dell'Inferno e quello della Valle di Anzola. Poi qualche foto e il toponimo Ca' Togn sul sito di Frank Seeger, che trova conferma nel vicino Rivo dei Togni, riportato sulla Mappa Rabbini, segno che i Togn o Togni c'erano già a metà '800.

Sempre solo sulla Mappa Rabbini troviamo, al confine tra i comuni di Anzola e Ruminaca, anche un altro nome ignorato dalla cartografia successiva ma ancora presente nel ricordo della gente del posto, il Balm Lovig, più che un balmo, una sorta di cengia scavata nel roccioso fianco destro del Rivo dei Mot Bianchis, l'incassato canale che scende a ovest della dorsale di Pian del Baro.

Rimaneva quindi una sorta di ultima frontiera ancora (quasi) da scoprire e l'irriducibile complessità di un sentiero - quello che collega Ca' Togn ad Anzola passando per il Balm Lovig - che doveva essere percorso per essere raccontato, mancando una mappa che lo rappresenti.
E' questo il più ardito (ed esposto) tra i percorsi della zona.

Annotazioni
Il sentiero da Cola d'Benin a Ca' Togn rappresentato sulla Carta Svizzera del 1963 passa sotto l'Alpe Colla (Cola d'Benin) mentre in realtà traversa ad una quota di poche decine di metri superiore a quella dell'alpe per poi calare su Ca'Togn percorrendo in discesa la dorsale, più o meno come indicato sulla vecchia carta IGM.
Anche il sentiero che arriva all'Alpe Cola d'Benin da Pianale non è rappresentato correttamente sulla Carta Svizzera: stando alla mappa, l'alpe verrebbe raggiunto al termine di un traverso, mentre in realtà si traversa ad una quota inferiore e le baite vengono raggiunte risalendo da ultimo la dorsale.

Il percorso
Con Ferruccio parto dai Cantinitt, a Megolo di Fondo, antichi locali per la conservazione di vini e salumi, divenuti poi mescite e luogo di sollievo dalla calura estiva e infine abbandonati. Ci dirigiamo in piano verso Est e, giunti nei pressi del Rio Inferno, saliamo verso destra (O) sui gradini di un vecchio sentiero, ancora utilizzato per la manutenzione dei tralicci dell'alta tensione (bolli rossi). Ad un primo traliccio il sentiero cambia direzione volgendo a SE e poi diviene meno evidente. Anche i bolli rossi che ci hanno accompagnato all'inizio, spariscono. Una traccia traversa in direzione del Rio dell'Inferno, mentre il sentiero da seguire traversa in salita, alla base delle rocce. Ci si alza quindi su terreno non difficile fino al grande nucleo di baite di Albarè, dove si trova anche una cappella in rovina. Il sentiero traversa a Est ed entra nella valle dell'Inferno. In questo tratto il percorso è molto chiaro. Giunti sul Rio dell'Inferno il sentiero però quasi scompare. Attraversiamo il greto (oggi asciutto) e risaliamo il pendio opposto, giungendo in breve alle baite di Pianale, circondate da felci e coperte di muschio, alla base di una parete, a destra (S) di una cascata. Scendiamo nella Valle dell'Inferno per una ventina di metri e traversiamo in salita sulla destra idrografica, su percorso all'inizio poco chiaro ma segnalato da qualche ometto. Entrati nella Valletta della Colla, dai fianchi dirupati, traversiamo su un'aerea cengia e quindi scendiamo alla base delle rocce e, nuovamente traversando in piano (passaggi in parte franati), raggiungiamo il greto, secco in quest'occasione, in corrispondenza di una betulla che sembra spuntare da una roccia piatta. Traversiamo quindi in salita alla base di una parete fino a giungere (con percorso poco evidente ma segnato da qualche ometto) sulla dorsale della Cola d'Benin. Risaliamo la dorsale e raggiungiamo l'alpeggio, già visitato questa primavera seguendo un diverso percorso (link).

Traversiamo quindi in leggera salita verso Est seguendo una teoria di tronchi scortecciati e, su sentiero fattosi più evidente (resti di muretti), attraversiamo il Rivo dei Togni (870 m) e arriviamo sulla dorsale successiva. Scendiamo tenendoci in prossimità del colmo, incontrando un tratto gradinato. Alla successiva balza, ci imbattiamo in una sorgente, risorsa preziosa su una dorsale, arriviamo su un poggio panoramico dove è collocata una stazione di rinvio della teleferica, che guarda verso la Cola d'Benin. Scendiamo quindi verso Est e arriviamo sulla successiva dorsale, che ospita i ruderi di Ca' Togn, che consta di almeno 4 baite al rezzo di castagni innestati. Un solo edificio presenta ancora dei brandelli di muro, gli altri sono azzerati.

Come verremo a sapere al termine del giro, parlando con persone del posto al Circolo di Anzola, Ca' Togn, nell'ultimo periodo di cui si ha memoria, veniva utilizzata solo il taglio della legna. Il proprietario era lo stesso di Cola d'Benin.
Il numero di costruzioni lascia però supporre che in precedenza Ca'Togn sia stato usato anche come alpe vero e proprio.

Seguiamo una traccia che scende verso Est e, con qualche passaggio esposto, traversa fino al Rivo dei Mot Bianchis (620 m), il principale canale di questo versante. Su traccia evidente, traversiamo la destra idrografica, incontrando altri passaggi esposti, uno dei quali protetto (per così dire) da un tronco messo come parapetto. Si giunge su una cengia in leggera salita che pare scavata nella montagna, il Balm Lovig,  e si guadagna la dorsale successiva. Il sentiero perde quota (tagli) per poi traversare in direzione di Anzola. Raggiunto un pilone dell'alta tensione (450 m), passiamo sopra la testata di un vertiginoso canale (400 m) e giungiamo su terreno più facile, dove troviamo diverse tracce con vari tipi di segnavia. Seguendo i segni di vernice blu arriviamo sotto un terreno terrazzato recintato e usciamo su una jeepabile che in breve porta ad Anzola, nei pressi del cosiddetto "mulino".

Da Anzola a Megolo per campi di granoturco, brinati in quest'occasione, e strada asfaltata.

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (4)


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ChristianR hat gesagt:
Gesendet am 19. November 2017 um 11:28
Ciao Andrea,

Interessante ritorno a un passato non troppo lontano!

Nel Vallese abbiamo anche un vertice chiamato "Catogne". L'etimologia del nome è oscura. Alcuni vallesani chiamano "catogne" un cappuccio. Personalmente, penso ingenuamente che derivi dalla parola "castagna" ("châtaigne" in francese).

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 19. November 2017 um 19:31
Ciao Chris e grazie del commento. "Togn" o "Togni" immagino sia il nome della famiglia che lo caricava (mentre Ca' è semplicemente una forma contratta per "casa"). Sulla Mappa Rabbini c'è il "Rio dei Togni" tra la Cola d'Benin e Ca' Togn, quindi il toponimo risale almeno a metà '800.

jkuks hat gesagt:
Gesendet am 19. November 2017 um 17:42
Bellissime foto. Paesaggi lontani nel tempo. Le immagini sacre sono veramente pregevoli. Certo che, tutto l'itinerario in ombra... Megolo è noto per il suo gelo... ciao

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 19. November 2017 um 20:06
Grazie, purtroppo però sono venute male le foto di ambiente, perché troppo scure o troppo contrastate. Ciao


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